Il musicista nato a Milano era tra i più grandi musicisti al mondo a cavallo degli ultimi due secoli. Celebre per le sue esecuzioni di Chopin, Debussy e Beethoven, aveva legato gran parte della sua carriera artistica al Teatro alla Scala, che lo omaggia con un lungo comunicato
È morto all'età 82 anni Maurizio Pollini, pianista e direttore d'orchestra tra i più grandi interpreti di musica classica al mondo. Pollini era nato a Milano nel 1942 ed era malato da tempo; per motivi di salute aveva cancellato gli ultimi concerti in programma. La camera ardente, come già avvenuto per Carla Fracci, sarà accessibile martedì 26 marzo tra le 10 e le 14 nel foyer del Teatro alla Scala, a cui Pollini era legatissimo e che ha diffuso una nota per la sua scomparsa.
La nota della Scala
"Il Teatro alla Scala piange la scomparsa di Maurizio Pollini, uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant’anni - si legge nel comunicato del Teatro milanese -. Il Sovrintendente Dominique Meyer, il Direttore Musicale Riccardo Chailly, i professori dell'Orchestra e i lavoratori scaligeri sono accanto alla moglie Marilisa, al figlio Daniele e a tutta la famiglia".
L'IMPORTANZA DI POLLINI PER LA MUSICA ITALIANA
Il Teatro alla Scala ha anche diffuso con il comunicato una nota biografica del grande musicista: "Allievo di Carlo Lonati e Carlo Vidusso, protagonista assoluto della scena concertistica internazionale fin dalla vittoria, diciottenne, al concorso Chopin di Varsavia nel 1960, Pollini è stato un interprete capace di rivoluzionare la percezione di autori come Chopin, Debussy e lo stesso Beethoven e promuovere con infaticabile dedizione l'ascolto delle avanguardie storiche, sopra a tutti Schönberg, e della musica d'oggi. Accanto alla sua grandezza di strumentista resta fondamentale la sua testimonianza sul ruolo stesso della musica, intesa come componente essenziale della cultura e della vita civile e come strumento di trasformazione della società".
UNA LUNGHISSIMA CARRIERA
Il Teatro ricorda anche come la carriera di Pollini abbia attraversato otto decenni e due secoli avendo come grande palcoscenico proprio quello della Scala: "Dal debutto l'11 ottobre 1958 all'ultimo recital il 13 febbraio 2023 Pollini ha suonato alla Scala 168 volte, cui si aggiungono gli incontri con gli studenti e le partecipazioni a giurie e convegni". Pollini era stato diretto da Thomas Schippers e Sergiu Celibidache, prima di iniziare una lunga e proficua collaborazione con Claudio Abbado a partire dalla serata del 23 ottobre 1969, un binomio, il loro, che il Teatro alla Scala ricorda come capace di "segnare la storia dell'interpretazione ma anche la storia culturale della città di Milano", evidenziando come "il comune impegno per allargare il repertorio, in particolare alla seconda scuola di Vienna e alla nuova musica si coniuga a un eguale impegno ad allargare le platee in linea con l'impostazione di Paolo Grassi, che in quegli anni sviluppava nuove politiche per coinvolgere tutta la città nelle attività del Teatro".
CON MUTI, BARENBOIM E CHAILLY
"Fondamentali - prosegue la nota - anche le collaborazioni con Riccardo Muti e poi con Daniel Barenboim e Riccardo Chailly, ma nel corso dei decenni si ricordano anche concerti con Carlo Maria Giulini, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Al rapporto costruito negli anni con i musicisti scaligeri, sia in veste di Orchestra della Scala sia soprattutto in veste di Filarmonica, si aggiungono le apparizioni con grandi orchestre come i Wiener Philharmoniker (con Abbado) e il Gewandhausorchester di Lipsia (con Chailly) e numerose compagini dedicate alla musica d'oggi, in particolare nei "Cicli Pollini" promossi da Stéphane Lissner: l'Ensemble Intercontemporain, il Klangforum Wien, la Musikfabrik Köln, l'Experimentalstudio SWR. Nel campo della musica da camera lo ricordiamo in particolare accanto a Salvatore Accardo, Toby Hoffmann, Margaret Batjer e Rocco Filippini. Ma al centro dell'ininterrotta presenza scaligera di Maurizio Pollini ci sono soprattutto i recital: dallo storico ciclo con le 32 sonate di Beethoven nel 1995 al sempre attesissimo concerto annuale in cui ricorrevano le stelle fisse del suo universo musicale: oltre ad alcune occasioni bachiane, Beethoven, Brahms, Chopin, Debussy, Schönberg, e Nono. Lo aspettavamo di nuovo il prossimo 20 ottobre".
Il saluto delle istituzioni
Dopo l'annuncio della sua morte, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio: "Desidero esprimere il mio profondo cordoglio per la scomparsa di Maurizio Pollini, pianista insigne, interprete rigoroso e ispirato di straordinarie pagine musicali, riferimento di generazioni di musicisti di tutto il mondo. Un poeta del pianoforte che nei suoi lunghi anni di straordinaria carriera ha dato lustro all'Italia sulla scena artistica internazionale. Alla sua famiglia esprimo le mie più sentite condoglianze". Anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha voluto salutare il grande Maestro: "L'Italia piange la scomparsa di Maurizio Pollini, interprete straordinario e uno dei più grandi pianisti del secondo Novecento che con la sua musica per oltre mezzo secolo ha affascinato e conquistato le platee dei teatri del mondo intero". Al cordoglio si uniscono anche diverse istituzioni musicali, tra cui il Maggio Fiorentino e l'Accademia Santa Cecilia di Roma.