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Giglio: “Il Ciao Contest è una finestra importante per gli emergenti”

Musica

Fabrizio Basso

La cantautrice torinese ha vinto la sezione La Musica di Domani nella categoria artista: oltre 600 i partecipanti. Nella serata bolognese, condotta da Nina Zilli, premiati, tra gli altri, i Pinguini Tattici Nucleari e Dardust. L'INTERVISTA

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Nel ricordo del suo Lucio Dalla, Bologna ha ospitato la seconda edizione di Ciao – Rassegna Lucio Dalla, una rassegna che intende premiare le forme innovative di musica e creatività. I Ballerini Dalla 2024, così è stato ribattezzato il riconoscimento, sono stati consegnato al bolognese Teatro delle Celebrazioni nel corso di una serata presentata da Nina Zilli, che si è cimentata in una versione atipica e visionaria di Caruso, brano iconico di Lucio Dalla. I riconoscimenti sono stati assegnati ai Pinguini Tattici Nucleari, Daniela Pes, Calcutta, Madame, Dardust, Brunori SAS, al progetto Dallamericaruso. Il concerto perduto, e infine a Enrico Brizzi e Yuri Ancarani. La seconda edizione di Ciao Contest dedicata ad artisti under 35 e che ha visto partecipare di oltre 600 candidati ha avuto due vincitori: si tratta di Giglio nella categoria artista e di See Maw in quella producer.

Nina Zilli conduttrice della serata

Martina partiamo dalla fine, ovvero da questa serata in ricordo di Lucio Dalla: cosa ti ha spinto a partecipare e cosa rappresenta Lucio dalla per una giovane cantautrice?
Il Ciao Contest. La Musica di Domani è un’ottima occasione per far conoscere la mia musica e il mio mondo, non è scontato trovare uno spazio per artisti emergenti. Ero già felice di essere in finale non mi aspettavo di vincere. Lucio Dalla è nei miei ascolti, sono cresciuta tra black music e cantautorato. Mi ha incuriosito la sua continua voglia di sperimentare, non si fermava mai, andava sempre oltre, verso nuovi modi di espressione. Giocava con i suoni e col suono delle parole e quello è un mondo che mi attira molto.

Nella tua biografia parli di identificazione artistica: come ti racconteresti oggi?
Mi sento una costante esploratrice. Ho più anime dentro di me e non riesco a preferirne una. Sperimento e nei miei pezzi ci sono tutti mondi che hanno influenzato la mia crescita.

Eccoci a Festa: perché lo hai scelto come brano di presentazione?
Quando è uscito era l’ultimo che avevo scritto, sono andata molto di pancia, in quel momento era ciò che mi rappresentava di più e raccontava i miei pensieri. Sono consapevole che è un azzardo.

Le vibe sono potenti, allegre ma il testo è melanconico, penso al finale quando canti che sprofondi in quel buio da quale vorresti scappare: che storia ha?
L’obiettivo non era una canzonetta leggera ma parlare di ciò che si cela facendo festa, del fatto che ci si estranea dalla realtà. In questo caso l’ambientazione è nel mondo notturno di Torino.

Davvero hai la sensazione di essere parte di una generazione che i problemi cerca di schivarli anziché affrontarli?
Assolutamente. I demoni vanno affrontati, ci cado anche io, la tendenza è soffocare e non affrontare e così non si risolve nulla. Oggi per fortuna esiste la terapia che non è più un tabù.

La melanconia è uno stato dell’anima che ti accompagna sempre?
Capita spesso ma si alterna a felicità. Fa parte di tutti noi ed è giusto che ci sia. Nel mio caso fa partire la creatività.

Quando fai festa nella tua testa che succede?
Non penso a niente, penso solo a divertirmi e a staccare la… testa!

Il corpo che ti lascia è “brividio estatico” oppure una fuga da “quei pensieri infami”?
La scintilla è il brivido estatico che permette al corpo di lasciarsi andare e sganciarsi da quei pensieri.

Tra “il classico tipo che mi fissa” e “la legge del patriarcato” la sensazione è che tu abbia poca fiducia nelle persone di sesso maschile.
Il mio vissuto non mi aiuta ma non voglio generalizzare. È un problema comunque esistente ma spero che la situazione migliori. Un uomo padre padrone e con atteggiamenti di superiorità spesso è la conseguenza di una mancata educazione.

Eccoci a Santa Rosalia, canzone che hai proposto nella serata Ciao Rassegna Lucio Dalla: perché hai scelto una santa siciliana, tu che sei nata a Torino e hai radici calabresi?
Siamo a un passaggio successivo ma il primo step è la nascita del pezzo dalla melodia del ritornello: l’unica parola che mi è uscita è stata Rosalia. Ho pensato al mondo di Bagaria, un nome classico del Sud, è nonostante la connotazione siciliana non l'ho geolocalizzato. La dicotomia è sentirsi sante e maledette.

Anche qui parli di patriarcato: qual è “la libertà che si boccia in parlamento”?
Mi riferisco a un episodio ben preciso, ovvero la bocciatura del DDL Zan contro le discriminazioni di genere.

“Sopra l’altare il talare danza”: evidente il riferimento all’abito dei sacerdoti. Ti riferisci agli abusi perpetrati nei secoli dai preti? Saresti favorevole al matrimonio per i religiosi?
È un'immagine molto forte che ho voluto dare volontariamente non solo per quello a cui ti riferisci ma per enfatizzare la figura della brava ragazza che alla fine andava a letto col prete. Sono assolutamente favorevole al matrimonio per i sacerdoti, eviterebbe relazione nascoste e, ancora peggio, abusi su minori.

Cosa puoi anticiparmi dell’album in arrivo e che accadrà nelle prossime settimane?
Sono chiusa in studio a lavorare ai pezzi dell’Ep che uscirà entro l’anno. Ci saranno dei live nei prossimi mesi con qualche pezzo a sorpresa, ne metterò in scaletta qualcuno che sarà nell’album da fare ascoltare in anteprima in versione live.

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