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Laura Pausini: "Anime Parallele è il mio messaggio d'amore"

Musica

Bruno Ployer

Dopo cinque anni di silenzio discografico esce il nuovo album dell'artista romagnola, pensato durante la pandemia e realizzato con giovani produttori. La cantante racconta nella nostra intervista: "Ho  fatto  veramente  tante  prove  con  la  mia  voce  e  poi  alla  fine  sono  tornata  a  essere  chi  sono”

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Nel nuovo album Anime Parallele Laura Pausini rimane se stessa anche in movimento, spostandosi nei suoni nuovi del pop. È una delicata posizione di equilibrio tra ciò che l’artista è e ciò che il mondo musicale circostante, nella sua evoluzione, appare essere in questo momento.

L’ascolto delle 16 canzoni ci mostra una Pausini dalla voce matura, ricca di sfumature e una sequenza di storie nelle quali molti ascoltatori potranno riconoscersi. L’amore è al centro, ma il mondo esplorato è più ampiamente quello delle relazioni umane, quello della necessità di capirsi. In questo senso l’artista spiega il titolo Anime Parallele, come leggerete nell’intervista, che tocca anche altri spunti del disco, che si rivela una produzione popolare e raffinata, dai suoni contemporanei e dal temperamento melodico tradizionale.

 

Laura, sei contenta di aver  realizzato questo album?

Sono molto felice perché è stato un percorso lunghissimo: sono cinque anni che non esco  con un disco inedito ed è la prima volta che tra un disco e l' altro passa così tanto tempo.  Molte cose  sono successe nella mia vita e nella vita delle persone attorno a me ed è stato al  principio molto faticoso capire che cosa volevo scrivere, di cosa volevo parlare. Ho sempre  bisogno di partire da un punto, che normalmente è il  titolo del disco e quindi il fulcro dell' intero progetto.

Non riuscivo a focalizzare bene in quale momento della vita mi stavo trovando, poi improvvisamente due anni fa è arrivata Durare, una canzone che mi ha fatto sentire serena. Non vedevo l'ora di cantarla per farla ascoltare. Erano sensazioni che non provavo da anni e  quindi sono partita: quando parte la prima, poi arrivano tutte le altre.

Ho provato durante questi anni a guardare me stessa da fuori, come se io uscissi dal mio  corpo, e dall'alto, come volando. Ho cercato di giudicarmi, di guardarmi come forse non avevo mai fatto prima.

 

Come è successo tutto questo?

 

Credo che sia coinciso con il periodo della pandemia, quando per la prima volta nella mia vita ho avuto tanto tempo per pensare, per stare da sola e per farmi tante domande, come tanti italiani. Su di me leggo tante cose, passo tutti i giorni della mia vita parlando di me, cantando  di me, sentendo giudizi su di me. A volte, senza rendermene conto, non mi sono soffermata  realmente a pensare a me stessa quando non canto. Nel frattempo sono diventata mamma  e ho sentito delle responsabilità nuove che riguardano anche il mio mestiere. Mi sono sentita confusa.

 

Hai avuto il desiderio di essere una normalissima Laura?

 

Io mi sono sempre sentita una Laura normalissima, ma nella pratica non lo sono, quindi ho cercato anche scrivendo e cercando le canzoni di questo disco di darmi delle regole, di darmi  delle nuove direzioni. Per esempio ho deciso di viaggiare meno, anche se alla fine sto lanciando un tour mondiale… Diciamo che prima di questi cinque anni ho viaggiato tutti i giorni della mia vita, facendo promozione anche all'estero, conducendo programmi in  televisione. Non mi sono realmente mai fermata più di una settimana a casa, ma adesso sto cercando di darmi una normalità. Non dimentico però che per  30  anni ci sono state delle  persone che mi hanno scelta e hanno avuto bisogno di ascoltarmi. Mi sento responsabile anche di questo e voglio assumermi questa responsabilità cercando di dare il meglio di me anche nella musica.

 

Anime Parallele è  un album dove si parla di tanti stati d'animo, anche conflittuali…

 

Sì, sono 16  canzoni nella versione standard, 18 nella versione deluxe, sono storie e persone  reali, molte delle quali sono addirittura fotografate con me nella copertina del disco. Sono loro i veri protagonisti. Queste sono storie che ho vissuto o mi hanno raccontato e questo  disco è dedicato a mettere nuovamente al centro l'amore, il rispetto delle persone,

dell'essere umano. La copertina, tra l'altro, è una foto ripresa dall'alto con una visione verso l’essere umano, che condivide le stesse strade, ma ha anime molto diverse, infatti non vanno tutti nella stessa direzione, sono parallele. Non è necessario che queste anime si  incontrino  per essere rispettate. 

In questo momento storico, nel quale viviamo, mi pare che ogni mattina al risveglio ci sia una  notizia che mette ansia, paura e porta sempre in primo piano l'odio che esiste nel mondo. Io  cerco nel mio piccolo, con la mia musica, di dare messaggi d'amore, che riportano veramente al centro la figura dell'essere umano come anima che vive e condivide la terra. Per fare questo ho dovuto raccontare non solo una versione dell'amore, ma i sedici aspetti diversi che ho incontrato nelle persone che sono protagoniste con me. La  formula che accomuna queste canzoni, questi testi soprattutto, è dare priorità a se stesso. È un disco che vuole veramente dare priorità alla diversità e all'individualità dell'essere umano.

 

Questo non rischia di essere un inno all’egoismo?

 

Al contrario, si spinge apposta a parlare individualmente delle persone per stimolare una curiosità verso l'essere umano. Quindi capirsi di più, ma soprattutto rispettarsi di più, perché puoi anche non capire il punto di vista di una persona che ha una cultura o un desiderio di vita diverso dal tuo. Rispettarlo è più facile a dirsi che a farsi, come vediamo ogni giorno, in ogni telegiornale, in ogni notizia. So che non basta un disco per cambiare le cose, però se cominciamo tutti a mettere di nuovo al centro l'amore, non tra due persone, ma per gli esseri umani, forse una mattina ci sveglieremo e la notizia non sarà di guerra.

 

Mi  sembra  che  la  tua  voce  nell 'album  sia  un  po'  cambiata:  più  consapevole,  più  matura. Ti addentri  anche  nel  registro  basso.

 

Sì, da 7-8 anni uso anche le note molto più gravi, mi piacciono tanto. Sono stata molto stimolata in questo senso da mio babbo, che da quando ho iniziato a cantare mi guida, specialmente per la mia voce, avendo cominciato con lui a 8 anni nei piano bar. Mi ha sempre spinto a usare anche delle vocalità nuove. In questo disco in particolare uso molto di più i falsetti, che mi è sempre costato fatica utilizzare, perché io ho una voce naturale molto forte. In questo momento storico non funziona molto la voce potente e per me cantare con la mezza voce è talmente facile che mi sento inutile. Non è stato invece facile gestire la mia voce con i nuovi arrangiamenti: io stessa ho chiamato produttori giovani e nuovi per far sì che le mie melodie, che non volevo abbandonare, si sposassero con autenticità con gli arrangiamenti contemporanei che questi giovani produttori hanno portato al disco. A volte coprivo completamente la batteria col volume della voce e quindi abbiamo dovuto trovare una quadra musicale.

 

Quindi sei cambiata un po' in nome della musica che si fa oggi?

 

No, è il  contrario. Durante gli anni ho fatto tantissimi demo, anche di musica trap. Ho fatto veramente tante prove con la mia voce e poi alla fine sono tornata ad essere chi sono da quando sono nata.

 

E quando ci farai sentire Laura Pausini in versione trap?

 

Non ve la farò sentire per il vostro bene: non sono proprio capace, non è il mio, ognuno ha il suo modo di esprimersi. Il lavoro grande, e ringrazio i produttori, è stato quello di darmi una contemporaneità che io cercavo, ma senza coprire la mia voce, senza cambiarmi. Io non voglio  cambiare, sono felice di quello che ho fatto. Certo, ho fatto errori nella mia vita e nella mia carriera, però se sono qui dopo 30 anni non rinnego ciò che ho fatto. Non lo farò mai.