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Levante: "Per alimentare un amore bisogna conoscere per primi noi stessi"

Musica

Fabrizio Basso

L'artista siciliana debutterà il prossimo 27 settembre all'Arena di Verona. Intanto porta in tour il suo album "Opera Futura" e il singolo "Canzone d'Estate". L'INTERVISTA

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Levante continua a infiammare il pubblico con il suo nuovo tour estivo in giro per l’Italia, in alcuni dei principali festival e delle più belle location estive del nostro paese, portando dal vivo il meglio della sua ormai decennale carriera e dell’ultimo disco “Opera Futura”. A chiudere questa estate live di Claudia Lagona ci sarà il grande evento in programma il prossimo 27 settembre all’Arena di Verona. Intato durante i concerti troverà spazio anche l’ultimo singolo "Canzone d'Estate".

Claudia dove è il confine tra una “Canzone d’Estate” e l’”Opera Futura”?
Una, la “Canzone d’Estate”, è molto definita. Non posso giocarmi il longseller, devo andare oltre a fine stagione mentre “Opera Futura” lascia aperto a un sequel.  Ho scritto il teston nel 2018 e ho raccontato di questo amore finito e poi il brano è rimasto nel cassetto. Quando ho terminato il disco lo ho tirato fuori dal cilindro e la ho imbucata nell’album.
L’amore che finisce nel tuo brano estivo lo ha sciolto una generazione che non sa più guardarsi negli occhi oppure gli amori finiscono perché troppe volte idealizziamo un’altra persona secondo i nostri desideri cancellando la sua identità?
Finisce perché noi non ci conosciamo. Guardandomi indietro noto tante cose che non sono andate bene perché noi non conosciamo noi stessi. Gli amori duraturi nascondo in tarda età con la consapevolezza. La questione è che non sappiamo, in primis, chi siamo noi. Non la considero una questione generazionale perché ci sono tanti giovani che sanno come fare andare bene le cose.
Credi davvero che oggi l’amore sia sempre una scommessa su chi resiste? Oppure è una sfida di io che lotto contro di te e tu contro di me per vedere chi è “Invincibile”?
Farsi la guerra è un errore incredibile perché alla fine non vince nessuno. Non è una questione né di guerra né di resistenza: l’amore è conoscere i propri limiti, così la partita può andare avanti. Ma purché giochiamo lo stesso sport perché se io gioco a volley e tu a basket è persa in partenza.
Quando è l’ultima volta che hai inciampato sull’impronta di un bacio?
Molto tempo fa. Era il 2019.
L’estate è bella a prescindere?
No. A me piace perché da sicula amo tutto quello che è sole e le temperature alte ma resta melanconia perché per me rappresenta la fine dell’anno, ho una forma mentis da studente: a settembre tutto ricomincia.
Oggi sotto i piedi quanto cielo hai? Quanto ti senti leggera?

Tantissimo, mai avrei pensato di poter scrivere una cosa del genere. Ora sono a fuoco e leggera il giusto. Le cose le prendo per come sono e non per come le vede il mio cervello. Mi sento molto equilibrata, ho tanto cielo sotto i piedi proprio perché sono equilibrata.
I tuoi anni di voli pindarici continuano a fare nidi sugli alberi?
Sì almeno fino a poco tempo fa ma ora dovrei mettermi alla prova con la scrittura. Ma comunque credo di sì.
“Metro” mi ricorda “Incontro” di Francesco Guccini o “Le Rane” dei Baustelle: tu rendi allegra la melanconia dell’assenza. Posso chiederti se ha un destinatario ben preciso e se sai se ha trovato il posto giusto per lui nel mondo?
E’ un volo pindarico importante, è un sequel di “Ciao per sempre” che è nell’album “Abbi cura di te”. Nel video c’è Corrado Fortuna: durante un mio viaggio in metro lo ho immaginato scendere le scale. E ho pensato a due persone che dopo un addio risalente a sette anni prima si ritrovano. Mai mi è successo di non vedere un mio ex per così tanto tempo.
Oggi, nella tua vita, la presenza della tua morale è in una fase che più appare o più scompare?
E’ palese. E’ sempre presente. Tutt’al più sono critica su quella degli altri.
Ora che sei mamma hai una direzione più chiara o resti esperta in bivi?
Non escludo le direzioni. Ma non è dovuto alla maternità. Oggi però sono pronta al futuro con più pragmaticità. Il mio approccio alla vita è immutato.
Alla fine possiamo dire che sei tu il miraggio in mezzo alla notte che nutre queste vite?
Io no, però Alma sì. Per me il miraggio è Alma. La musica mi ha salvato la vita.
Dopo la querelle meglio bionda o meglio mora…possiamo sperare all’Arena di Verona di vederti rossa?
No, però mi sono sposata da rossa. La gente non lo sa, lo ha rimosso ma sono stata rossa e anche arancione. La questione è che questo platino ha abbagliato.
Infine ti chiedo le impressioni sul tuo tour estivo e cosa puoi anticiparmi sul concerto all’Arena del prossimo 27 settembre.
Quello che sto portando in giro è un riscaldamento. Ho immaginato tanti duelli per preparare lo scontro finale. La gente ora ai concerti può saltare, cantare e ballare, ci stiamo rimettendo tutti insieme dopo la pandemia, ci siamo ripresi la vita e siamo tutti in forma. Vedo una bella partecipazione. Verona è qualcosa che non ho mai fatto. Certo, ho fatto il Forum di Assago a Milano che è grande ma assomiglia all’Arena. A Verona vedrete uno spettacolo lungo, con l’orchestra e un po’ di amici sul palco. Alcune cose le riarrangiamo, altre restano fedeli all’originale. L’allestimento lo faremo ai primi di settembre, devo anche pensare a come deve girare la scaletta perché desidero rispettare le aspettative del pubblico.

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