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Daniele Nicolò racconta la gioventù bruciata in Mario è Partito: il video

Musica

Nel brano vengono evidenziati sentimenti contrastanti che vanno dalla rabbia per l’ingiusta perdita alla consapevolezza e alla condanna di tutti i comportamenti autodistruttivi

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

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Dal 23 gennaio è in radio e negli stores il mio nuovo singolo, Mario è partito che segue Tutte quelle volte e anticipa l’uscita dell’album che sarà fuori a breve. Si tratta di un brano profondo, che è nato in seguito ad una riflessione seguita alla notizia delle morti ravvicinate di alcuni giovani ragazzi romani a causa dell’abuso di droghe; ho così immaginato la storia di Mario, che emblematicamente li rappresenta tutti, il quale non fa più ritorno dal suo viaggio, lasciando sgomenti quanti vengono a conoscenza della sua morte, uno shock a cui però segue un momento meditativo, da cui emerge un disorientamento emotivo e psichico, nel ricordo delle esperienze e di quegli stessi vizi che hanno portato alla perdita di Mario e dai quali, in un modo o nell’altro, non siamo esenti. Ne scaturiscono sentimenti contrastanti, rabbia sì per l’ingiusta perdita, ma anche la consapevolezza e la condanna di tutti i comportamenti autodistruttivi che mettiamo spesso in atto, sabotando noi stessi, causandoci dolore talvolta persino dal punto di vista fisico, arrivando, a volte, all’annientamento, all’allontanamento dagli altri oltre che da noi stessi, in un viaggio senza ritorno in cui si va sempre più giù. Un sentimento di amarezza emerge dalla constatazione dell’indifferenza di chi ci sta attorno e, troppo spesso, non comprende, o preferisce non vedere la realtà.

Un contenuto profondo quello di Mario è partito che abbiamo voluto tradurre, musicalmente, in una melodia a tratti diretta, a tratti ricca di note e passaggi meno convenzionali. L'arrangiamento tende infatti a creare un'atmosfera dance proprio per conferire un tocco di leggerezza ad un brano di per sé impegnativo per le tematiche che abbiamo affrontato. Il video, realizzato da DECH, riesce a catturare lo spettatore e proiettarlo in un mondo che appare surreale, restituendoci quasi una percezione alterata della realtà così come la vive il protagonista che non sono io, ma appunto Mario (interpretato da Pietro Cunsolo, che è anche coautore del brano insieme a me e a Ilario Sergi) in fuga o forse alla rincorsa di uno sconosciuto il cui volto è celato da una maschera luminosa e inquietante. Un personaggio misterioso che, però, infine rivela la sua identità e che rappresenta una sorta di alter ego del protagonista (ma direi anche di me stesso, che sono presente in video come voce narrante, esterna ma non del tutto… come si vedrà nel finale). Il personaggio mascherato è quindi la parte più profonda di noi, da cui spesso rifuggiamo e che altre volte ricorriamo, facendo ricorso anche a qualche mezzo che ci facilita il processo di evasione dal reale, che nel caso di Mario è dato dall’uso di sostanze stupefacenti. Le immagini, con i loro risvolti a tratti psichedelici, accentuati dalle luci, riescono a rendere perfettamente questa sensazione di distorsione e allucinazione, di alterazione mentale del protagonista, in cui lo spettatore finisce  per immedesimarsi. Il finale è un colpo di scena inatteso!