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Ozzy Osbourne è stanco dell’America: "Troppe sparatorie, è una follia"

Musica

Manuel Santangelo

Il cofondatore dei Black Sabbath è pronto a lasciare gli Stati Uniti, irritato dalla permissività sul tema delle armi nel Paese. Tornerà nel Regno Unito perché: “È meglio morire a casa propria”

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Ozzy Osbourne sarà pure per sempre “il principe delle tenebre” ma per più di un ventennio ha preferito la luce del sole della California. Gli spettatori del reality incentrato sulla sua famiglia, The Osbournes, si ricorderanno della magione del cantante nel Golden State dal momento che era spesso e volentieri il set principale delle vicende di Ozzy e co.

Oggi però, dopo tanto tempo, Osbourne sembra pronto a un nuovo definitivo trasloco per fare il percorso inverso rispetto a quello compiuto anni fa.

L’artista ha infatti espresso il desiderio di tornare nel Buckinghamshire, dove è nato e ha ancora una bellissima residenza: “Non voglio morire in America. Non voglio essere sepolto nel cimitero di Forest Lawn. Sono inglese. Voglio tornare”. L’unica che potrebbe essere in grado di fargli cambiare idea sarebbe, per stessa ammissione di Ozzy, la sua adorata moglie e agente Sharon (“Se mia moglie dicesse che dobbiamo andare a vivere a Timbuctù, ci andrei”) ma neanche lei pare avere nulla da obiettare. È stata anzi proprio la consorte a specificare che sulla decisione presa non pesano le precarie condizioni di salute di Ozzy. Ma allora perché la famiglia più famosa del metal sta per tornare nel Vecchio Continente?

Ozzy è stufo delle pistole

La verità è che Ozzy Osbourne non si sente più in sintonia con gli Stati Uniti e non solo per l’alta tassazione californiana, come aveva detto qualche mese fa: “L’America è cambiata drasticamente, non sono affatto gli Stati Uniti d’America, niente è unito. È un posto molto strano in cui vivere di questi tempi”. Un posto strano di cui il cofondatore dei Black Sabbath dice di essersi stancato anche per la facilità con cui da quelle parti si imbracciano le armi: “Sono stufo che la gente venga uccisa ogni giorno. Dio solo sa quante persone sono state uccise nelle sparatorie nelle scuole. E c'è stata quella sparatoria di massa a Las Vegas durante quel concerto... È una follia”. Meglio tornare nel Regno Unito, meglio tornare a casa. Magari nei dintorni di Birmingham, dove Ozzy si è esibito di recente nonostante i problemi di salute che lo tormentano.

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Barcolla ma non molla

Ozzy ha tenuto un mini-concerto a inizio mese, in occasione della fine dei Giochi del Commonwealth proprio a Birmingham. Da quando, due anni e mezzo fa, gli è stata diagnosticata la sindrome di Parkinson per lui è difficile esibirsi. Il Parkinson si è andato ad aggiungere ad altre problematiche pregresse ma Ozzy, pur dovendo limitarsi molto sul palco, comunque prova ad esserci. L’ultimo concerto ha rischiato di saltare ma, anche grazie all’aiuto di Sharon tutto è andato per il meglio: “Lei mi ha fatto mettere una staffa dietro la schiena, per tenermi in piedi. Ero un po’ impacciato. Ogni volta che vedo il Dottore che cura il mio Parkinson, la prima cosa che mi chiede è se ho avuto delle cadute. Inoltre sto assumendo degli anticoagulanti. Sono messo abbastanza male”.

 

È un riferimento alla sua condizione fisica anche il titolo del prossimo album, che sarà disponibile il 9 settembre. Patient Number 9 promette però di non essere un disco triste, solitario y final ma una grande festa piena di amici: da Eric Clapton al sodale nei Black Sabbath Tony Iommi, fino ad arrivare a Mike McCready dei Pearl Jam e al compianto Taylor Hawkins dei Foo Fighters. Il brano che dà il titolo all’album vede la collaborazione di Jeff Back ed è già uscito, con tanto di videoclip in tecnica mista.

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