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Alessandro Fiori, inseguito dai sogni Mi sono Perso nel Bosco

Musica

Fabrizio Basso

Credit Daniela Baiardi

A distanza di sei anni dal precedente lavoro Plancton, il cantautore toscano torna con un lavoro che racchiude e condensa la sua poetica unica e disallineata. L'INTERVISTA

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Tutti bravi a parlare d'amore. Ma quanti sanno cantarlo nelle sue mille sfumature. Quanti sanno coglierne i germogli, tagliarne i rami secchi, se necessario reciderne le radici? Alessandro Fiori è un vivaista del cuore. Il suo Mi sono perso nel bosco è un disco d’amore in dodici canzoni, scritte per la maggior parte al pianoforte, che tratteggiano un microcosmo personale, raccontato con delicatezza e poesia.

Alessandro partiamo dalla storia dell’album: che gestazione ha avuto? E perché questo titolo?
I brani erano tutti pronti da un po’, dopo Plancton, che ho pubblicato sei anni fa ed era sperimentale, avevo voglia di cose classiche. Ci sono stati tempi lunghi per la transizione da una etichetta a un’altra e per il covid. Il titolo in origine era Desidera.
Dal crinale della vita è più facile guardare avanti o indietro?
Dipende da cosa uno cerca. In questo momento della vita non guardo avanti e nemmeno troppo indietro. Mi concentro sull’hic et nunc.
Il bosco in cosa appartiene alla tua storia? Sei un cercatore di funghi? Parola che ritorna un paio di volte, mentre i nonni e i figli sono più presenti. Sono elementi caratterizzanti della tua scrittura?
L’amore paterno era già uscito in qualche intervista ma non la correlazione con i nonni. C’è un pensiero preoccupato del venire meno della nostra storia reale che solo i nonni ci potevano raccontare. Ora rimane solo la televisione. L’Appuntamento è una rielaborazione del lutto. Ecco perché Desidera era il titolo originario. Il bosco ha un valore simbolico e reale tra lupi, funghi e crinali. Il passaggio nella selva è quasi dantesco. La risoluzione non è uscire dal bosco ma attraversarlo con responsabilità e coraggio per uscirne diversi. Ser ve poi la spregiudicatezza di rientrarci.
Credi che in questa stagione di amore fluido le canzoni d’amore siamo di ghiaccio e dunque non facciano innamorare? Impediscono di giocare perbene all’amore?
Ho una fase dell’amore diversa rispetto a quella degli adolescenti. Loro hanno scoppiettamenti e spensieratezza che possono portare dal dolore alla gioia in un momento. Io racconto una fase dell’amore diversa dove si considera anche il compromesso. Come in Estate c’è il tentativo di tornare ai vecchi fasti con un po’ di ironia.
Cosa nasconde il tuo primo giorno d’asilo per essere definito nero?
La consapevolezza che nella vita ci saranno cose che non mi tornano fino in fondo ma vanno assecondate. La mamma mi accompagnò e così doveva essere ma sentivo che qualcosa non tornava anche nella stessa emozione della mamma. Piansi nella casetta di compensato il tempo di sedimentare e poi sono diventato il bambino dell’asilo.
La stella cadente è quella pascoliana oppure quella romantica del desiderio da esprimere?
La seconda. La canzone nacque per Arisa che poi non la utilizzò e a distanza di tempo la ho presa io dedicandola a Ilaria Alpi, Anna Politkovskaja e Amy Winehouse.
Quale è un film spaziale per dare una svolta a una serata storta?
Interstellar!
T’addormenti ancora con telecomando?
Quello è un quadretto di fantasia.
A fare gli artisti per il cuore ci si guadagna il pubblico migliore?
Assolutamente sì. Magari non più numeroso ma quando ti ci specchi non ci sono imbarazzi.
Sei geloso sempre o solo d’estate?
Nell’estate della mia vita ero sempre geloso, ora attraverso la fase autunnale e non lo sono più.
Usi la voce in modo differente: Pigi Pigi ha un incipit frenetico, Una sera e Il compleanno sono ballad, L’Appuntamento sembra in alcuni momenti trascinata. E’ solo una mia sensazione?
La voce è adattata ai testi. Non sono cose ragionate. Citi canzoni differenti. L’appartamento è monocorde, quasi psichedelico. Le altre due sono ballad alla Tenco e alla Paoli. Pigi Pigi è jungle e molto serrato.
In tutte le canzoni c’è un velo di disincanto e melanconia, quasi buonanotte amore fosse non un augurio ma uno stato d’animo.
Buonanotte amore trasmette una difficoltà emotiva ma c’è solo il tentativo di rallentare, togliere il lato acuto dell’esperienza. Racconto un mondo un po’ sospeso che è anche rappresentato nella copertina dell'album.
Col senno del poi la bottiglia annegata col suo messaggio è stata un bene o un male?
E’ il solo testo che non ho scritto, è di Luca Caserta. Ho solo riadattato le armonie. E’ un continuo rimbalzare tra naugrafo e bottiglia.
La vita è solo un sogno?
Così diceva Calderòn De La Barca, io mi sono spinto un po’ oltre. Il sogno è dimenticato da un altro sogno, si va avanti di sogno in sogno.
Ti sei ritrovato o vaghi ancora nel bosco come fosse il labirinto di Shining?
Se mi guardo da vicino direi si, se mi guardo dall’alto forse no. Mi nutro di smarrimenti per essere creativo.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Ho già fissato cinque date di presentazione. Poi da metà giugno sarò in tour col quintetto.