Il video, introdotto da un testo esclusivo dell'artista, racconta di due giovani ragazzi, insieme, soli contro il mondo intero in una Milano strana
Il video di Stop o Play, il mio nuovo singolo, è un viaggio intimo e introspettivo nella mia realtà artistica. Sono presente soltanto io, in un'ipotetica Milano, non facilmente distinguibile dal girato. Mi vedrete in uno stato d’animo a tratti calmo, a tratti esasperato. A un certo punto vengono proiettate immagini sul mio corpo, che rappresentano la "noia" stessa di uno stato mentale confuso, che voglio rompere realizzando il videoclip stesso. In questo videoclip, con il team capitanato da Simone Nicolaci (Truemotion Agency), abbiamo voluto ricreare l’essenza del girovagare, del perdersi, ritrovarsi e poi riflettere. Il tema del video è legato al significato della canzone, che racconta di due giovani ragazzi, insieme, soli contro il mondo intero. Il mondo ha proposto loro un percorso statico, quasi standard. Allora i due tengono stretti i propri sogni tra i denti, come se fossero coltelli. Nonostante sembri che
tutto gli bruci attorno, i giovani sono fieri di loro stessi, mentre si ascoltano, l’un l’altra, nei silenzi.
Si sentono ribelli nei confronti della diversità di un mondo infuocato che li circonda.
Con questo brano voglio ricordare ancora una volta quanto, anche quando tutto sembra crollarci attorno, l'unica cosa che davvero conta in questo mondo è saper alzare lo sguardo e ricordarsi di essere sempre se stessi; forse agli occhi degli altri sbagliati, ma comunque assolutamente liberi e unici. Per me, infatti, la musica è istinto senza limiti, proprio come lo sono le onde dell'Oceano. Da qui il mio nome d’arte, New Ocean, che nasce dalla mia voglia di lasciarmi trasportare dai ciò che ho
attorno e, proprio come l'oceano e le sue onde, ne rispondo in maniera istintiva e spontanea, creando un "Nuovo Oceano" artistico. Questo istinto, spesso, è il fulcro della mia attitudine di scrittura, influenzata anche dalle realtà musicali con qui sono cresciuto: dallo studio della chitarra fin dall'età di 13 anni alla musica punk, pop, hip hop e house. La mia musica è l'unione di questi mondi, senza freni.
Nella mia “quotidianità artistica” sono orgoglioso di lavorare coi produttori Gamuel Sori, Pietro Fichtner e Lorenzo De Leo. Poi con Henri Chardot che è come un fratello, Francesco Beasy, il mio manager, Truemotion Agency di Simone Nicolaci, che si occupa di tutta la parte visiva legata al mio progetto. Da poco al team si è unito ADA Music Italy, divisione di Warner Music, con la quale ho pubblicato anche il mio singolo precedente, Che Bella Storia, un brano che parla di una relazione romantica impossibile. Tratto la passione più pura di un amore senza limiti, bello come una rosa, e che in fondo sa fare molto male. Se dovessi definirmi come artista mi definirei un artista energico, ribelle ma romantico, e così è la mia musica. La poetica che rappresento trova un divario: i desideri più spontanei si scontrano con una società che raramente si ricorda delle nostre libertà individuali. Faccio musica per liberare me
e le persone che vorranno lasciarsi trasportare da esse. Spero che le mie canzoni possano aiutare qualcuno tanto quanto stanno aiutando me. Buon ascolto.