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Kayma esegue Learn To Say No in acustico in esclusiva per SKY TG24

Musica
Credit Michael Topyol

Il brano racconta la battaglia contro dubbi, vergogna e paure interiori, rappresenta l’artista quando sveste la maschera presentandosi a nudo sul palco, come mai fatto prima

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Ori Toledano nato a Tel Aviv, colui dietro lo pseudonimo Kayma, ha firmato negli ultimi dieci anni musiche di ogni sorta per gli spot di celebri marchi mondiali: SUBARU, PEPSI, SODA STREAM...per citarne alcuni. Lo avete sempre sentito senza saperlo, sotto lo pseudonimo di Snowstar Company, ma ora avete l'occasione di ascoltarlo con voce propria, con il suo spirito e la sua anima, di chi per una volta si racconta in prima persona. Il Singolo Learn To Say No dice di no ai percorsi prestabiliti, alle convenzioni. Il brano è la battaglia contro dubbi, vergogna e paure interiori, è l’artista quando sveste la maschera presentandosi a nudo sul palco, come mai fatto prima, "Impara a dire di no". Questa apparentemente semplice dottrina di vita, nasce da un periodo di crisi e sofferenza: Kayma racconta di essersi ritrovato in una camera d'albergo londinese, in compagnia di una forte crisi d'identità. Fortuna ha voluto che questo hotel fosse fornito di giradischi e chitarre, perché l’idea arriva quando meno te lo aspetti. Ispirato da un disco in vinile della London Symphony Orchestra presente nella sua camera, Kayma ha messo a nudo i suoi pensieri sulla carriera e sulla vita in generale. La notte per dormire è stata sostituita dal sacro fuoco compositivo: sotto uno strato di coperte, per non disturbare i vicini di stanza, il musicista ha imbracciato la chitarra trovata in albergo. Al mattino, al suo fianco nel letto, era nata una canzone: Learn To Say No. Dopo anni di lotte interiori per l'accettazione di sé, il brano è diventato il primo passo della carriera autonoma di Kayma. 

 

Il pezzo è anche un manifesto contro la triste disciplina dell'accontentarsi. Uno stile di vita che accomuna le esistenze grigie diffuse a ogni latitudine. La rinascita di Kayma, la voglia di passare dalle retrovie della musica alle luci della ribalta, nasce da una autentica depressione, che l'artista descrive così: “Sono stato sopraffatto dalla quantità di contenuti là fuori e non avevo nulla da aggiungere. Più sceglievo di vivere la vita comodamente e in un modo “passivo”, più diventavo confuso. Mi sembrava di essere prigioniero della mia stessa mente. Ci è voluto del tempo prima che fosse chiaro che la via d'uscita era tutta dentro. Immergersi nei miei pensieri più profondi, affrontare i dubbi che mi portavo dietro e sollevarli in superficie scrivendo con l'intento di condividere, è stato un punto di svolta verso la guarigione".

Un brano che non rinnega il fare accattivante del pop, non quello che scade come il latte, bensì nasce per rimanere. Grazie a una produzione intelligente e profonda, tutto converge verso l'effetto climax di un ritornello a orologeria: preciso e puntuale come un appuntamento immancabile. Delicate orchestrazioni amoreggiano con un sound digital/acoustic, mentre la voce essenziale di Kayma svetta.