L’album si compone di 11 tracce ed è impreziosito dai featuring con Cicco Sanchez, Emis Killa, Ensi, Inoki, Jake La Furia, Nerone e Tancredi. L'INTERVISTA
Manie è il terzo album in studio di Axos e rappresenta per il rapper milanese un tassello fondamentale nell’evoluzione del suo percorso artistico, dove la sua firma stilistica diventa sempre più riconoscibile unendo le sonorità hip hop con sound più contemporanei e melodici. Manie si presenta come uno sfogo puro, in cui Andrea Molteni, questo il suo nome anagrafico, si lascia andare completamente. Tolta ogni maschera si abbandona al vero se stesso, accettando e confessando le sue manie, astratte e concrete. L’album si configura come un viaggio introspettivo in cui ogni traccia è il frutto di un’analisi sincera e personale, con la risultante di trovarsi di fronte a un bipolarismo che non lascia spazio a nessun tipo di equilibrio: si passa da altissimi momenti di amore all’odio, dalla poliamorosità alla monogamia e alla gelosia. È proprio l’amore che risulta essere la mania dominante che, con la sua potenza, lega e tiene le redini di tutte le altre.
Andrea partiamo dalla storia dell’album: quando e come ci hai lavorato, visto il periodo?
Ho fatto tutto in studio, nessun problema, e lo ho fatto in breve tempo, è uscito di getto, è uno sfogo. Ci siamo chiusi in studio per un mese, musicalmente è uscito così e va bene, dal punto vista di quello che c’è intorno all’uscita è stata una corsa.
I demoni si manifestano attraverso le manie oppure le manie servono a disorientare i demoni?
I demoni si manifestano attraverso le manie tanto quanto vengono da loro disorientati...se riesci ad averne il controllo. Attraverso il controllo della follia arrivi ovunque e si fanno grandi in breve tempo e con qualità perché la mania consacra che non sono i fantasmi a dettare i rischi ma demoni quindi entità visibili. E ora sono amici delle mie manie.
Nell’epoca dei social, del dating, degli incontri su Tinder avere un cuore che guida senza patente è un lusso?
Ho un visione romantica del tutto, ma è anche aperta e fuori dai canoni, la definirei post impero romano: l’amore di coppia finito e definitivo non esiste, la mia visione è più ampia e abbraccia la libertà contro la possessività.
Quando canti sotto la doccia…che canti? Resti nel tuo mondo o vai fuori confort zone?
Vado con Adele perché mi insegna a cantare. Poi intono Paolo Nutini come un pazzo. A volte tiro fuori gli acuti metal.
C’è stato un momento in cui, artisticamente, eri quasi morto e non te ne eri accorto? E chi ha creato quei disagi è nella tua scatola nera interiore?
Ho avuto momenti in cui mi sentivo morire perché non mi stimolavo più però me ne accorgevo, altro è quando non te ne accorgi. Ma ora so che se c'è qualcosa che non va condiziona tutto il mio stata d’animo.
Sei un papà Superman per tua figlia?
Ha 8 anni e voglio esserlo ma non lo so se lo sono per le dinamiche vissute. Un tempo era un problema anche riempire il frigorifero, ora desidero che abbia quello di cui ha bisogno. Lo deciderà lei se sono un papà Superman.
Le prime barre di Sotto Zero sono un quadro agghiacciante della nostra quotidianità: In cosa la tua generazione si sente abbandonata e delusa?
Una sensazione che arriva sia dalle generazioni precedenti che da quelle dopo. Sono del 1990 e veniamo dalla via mezzo tra pc e non pc, smartphone e non, internet e non, abbiamo subito un cambiamento sociale quando stavamo imparando cosa significava avere un certo stile di vita. Siamo vissuti tra due epoche. Ci è stata messa addosso la responsabilità di cambiare la propria vita per cambiare il mondo quando non se ne è occupato nessuno né prima né dopo, considerazione che poi cade su tutte le generazioni.
Come è nata Sur la Lune?
In Tha Jungle è un modo americano per dire nella giungla, per dire voglio morire ancora nella mia giungla urbana, in strada. Nasce in studio da un giro di produttori e dalla voglia di creare qualcosa che non fosse incasellabile: ci sono gospel, drill, elettronica, ho sperimentato. E' nato come pezzo di rottura.
Davvero vorresti i Joy Division al tuo funerale?
Tantissimo.
Che tu ti ami o no…parlando di te come è lo stato del sentimento attuale?
Uno stato di messa alla prova, di crescita, mi amo e rispetto con qualche mazzuolata.
Quando vai al supermercato ascolti in cuffia una tua playlist per non sentire il suo pezzo preferito davanti al banco frigo?
A volte capita anche in playlist con i pezzi a caso. Il rapporto con la mia ex è molto legato alla musica.
Canzoni come profumi portano ricordi in giro: che rapporto hai con i ricordi? Selezioni oppure conservi il più possibile? I tuoi pezzi sono stratificati, ricchi di citazioni ed emozioni: ti senti a volte uno che prova a raccontare la teoria del tutto in un mondo dove regna la teoria del niente?
Non tengo le foto, rompo gli hard disk, non mi interessano granché se tenuti come tesori. Quelli che servono escono fuori, il bello è che la vita te li ripropone, sarebbe logorante tenerli a mente sempre. Ricordo la mia infanzia ma non sto troppo a rimuginare, lo faccio esclusivamente con la scrittura. Noto che in una frangia della mia fan base c’è un continuo rimarcare il mio passato artistico: non capiscono quanto sia fastidioso riportare nel presente qualcosa che io per primo voglio superare. E' triste chi ti lega al passato perché dimostra di non apprezzare la crescita e il liberarsi dal male.
Se scrivo da solo ci muoio ho troppa paura di me: va meglio adesso?
Oggi sì. Ricevo tanti messaggi. Sono meno impaurito da me quando le cose vanno bene.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Ci saranno due date, il 14 e il 21 aprile, a Milano ai Magazzini Generali. Si chiama The Experience perché è un percorso, è un bel viaggio che va oltre a un live e i miei si sa che sono estremi. Poi arriverà il tour estivo.