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Alina Monti, della mia Ucraina ricordo la neve, in Fly ci sono libertà e pace

Musica

Fabrizio Basso

L'artista di Leopoli ci porta nella sua terra martoriata e pubblica un brano che parla di uno stato di confusione mentale e allo stesso tempo della voglia di impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi. L'INTERVISTA

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Prendere in mano la nostra vita. Questo è il messaggio che manda Alina Monti nel suo singolo Fly. Che, sebbene sia precedente come scrittura a quanto sta accadendo nella sua Ucraina, in alcuni passaggi sembra vergato in questi giorni. Perché Alina  con questa canzone cerca di trasmettere a tutti che siamo capaci di prendere in mano la nostra vita e renderla il più bella possibile, perché tutto parte dalla nostra mente. Fly significa Volare che è quello di cui abbiamo bisogno: spiccare il volo e riuscire a raggiungere i nostri più grandi sogni. In primis la pace.

Alina sei venuta via bambina da Leopoli, che ricordi hai?

Nonostante abbia vissuto lì solo fino a cinque anni ho tanti ricordi della mia infanzia, quello più vivo riguarda la neve: mi manca molto, mi mancano le mie giornate sullo slittino o anche a sciare. Con la neve avevo un rapporto speciale.
Hai ancora parenti in Ucraina?
Ho la nonna materna, degli zii e dei cugini.
Li ha sentiti recentemente?
Sì, la situazione è spiacevole per tutti nonostante a oggi resti ancora una zona abbastanza protetta. Alcuni dei miei parenti vengono spesso in Italia e dunque sanno muoversi. Ma mia nonna ha la sua casa e non ha intenzione di lasciare la sua terra.
Tu manchi da molto?
Sono molti anni che non faccio rientro a Leopoli.
Come sei arrivata in Italia?
Mia madre si è trasferita in Italia e si è sposata con un ischitano; successivamente mi ha portato lì e sono contenta che il mio destino ha segnato questa via.
Molti artisti organizzano raccolte fondi e momenti di solidarietà.
Lo so, li vedo. Al momento ne sono rimasta fuori ma credo che ora penserò anche io qualcosa, come dare il mio contributo.
Era evitabile questo conflitto?
E’ una guerra che in realtà c’è dal 2014 e ora siamo alle conseguenze estreme.
L’orgoglio ucraino è un esempio per il mondo.
Ti confesso che il senso di appartenenza si affievolisce un pochino col tempo ma giorni come questi mi fanno pensare alle mie origini e ne sono sempre orgogliosa. Il mio cuore è lì.
Frasi della tua canzone dicono: Tell me this ain’t real e poi Hallo my world has come undone: sembra una scritta in questi giorni.
Hai ragione, sembra attuale ma quando è stata scritta non era successo ancora nulla, io racconto una sofferenza e la voglia di riprendersi nonostante gli ostacoli della vita.
Come è nata la canzone? Perché hai scelto l’inglese?
E’ quello che sento in questo periodo della vita, il covid, ora la guerra, i momenti difficili. Sono cresciuta con la cultura del pop americano, mi ha appassionato quel genere. Penso in inglese ma ammetto che qualcosa in italiano potrà arrivare.
Quando dici che hai perso la testa a cosa ti riferisci?
Uno stato di confusione mentale, nelle scelte quotidiane e nei momenti difficili e non sappiamo come uscirne fuori ma la forza volontà ci spinge avanti.
It’s time for me to fly: dove?
Ovunque, sono pronta per volare nella mia carriera, lo sogno da una vita. E’ tempo per me di scoprirmi e farmi scoprire.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Sto lavorando per un album che spero esca entro l’anno. Per i live credo che arriverà il momento giusto, mi auguro il più presto possibile anche per farmi conoscere dal pubblico internazionale. Coltivo un desiderio forte di portare la mia musica all’estero.