A due anni di distanza dall’ultimo disco, l'artista campano torna con un nuovo lavoro di inediti, il suo quinto in studio. Il più introspettivo. L'INTERVISTA
IRap duro e melodia. Rocco Hunt fa la Rivoluzione mettendo in mostra le sue due anime e denudandole, mostrando quel ragazzo che dieci anni fa faticava a farsi ascoltare e che oggi, a ridosso dei due miliardi di stream, resta quello di allora. Quello che festeggia l'uscita dell'album con gli amici di sempre.
Rocco partiamo dalla lavorazione dell’album: come è cresciuto e quanto il covid lo ha condizionato?
Ho scritto tanto durante la pandemia, non si poteva fare altro, molti pezzi sono nati là. Di riflesso è figlio della quarantena, senza live non si poteva fare altro che scrivere.
È l’album in cui ti metti più a nudo: dal punto di vista personale quanto è stata impegnativa questa Rivoluzione?
Sono partito da Salerno per dimostrare che ero forte in Italia, poi lo ho dimostrato in Spagna, ho combattuto i pregiudizi e le persone che non credevano in me. L'album è una riflessione lunga dieci anni ma che non disdegna di guardare al futuro.
Cosa dici oggi a quel Dio che non ci sente? Che dopo Rivoluzione ritroviamo anche in Solido?
Mi ritengo un credente con dubbi, c’è una forte esigenza di credere, è radicata in noi perché siamo figli di una educazione cattolica, cresciamo col bisogno di credere in qualcosa, in qualcuno che faccia cose per noi. Dov'era Dio quando mia mamma era in orfanotrofio? E quando un ragazzo innocente è morto in una sparatoria? Parlo senza blasfemia, mi inginocchio davanti a Lui e faccio domande. La Fede è una cosa la Chiesa un’altra cosa. L'Italia si dichiara laica ma non lo è, siamo figli di quella mentalità. Dalla Fede viene la nostra educazione, viene il sapere porgere l'altra guancia.
Ti sei dato una risposta su quali sono i valori e i "bro"?
Alla fine hai fatto successo e i soldi, ma quali sono i valori e i bro…capisci che hai perso qualcosa, per avere dalla vita devi anche dare. Ho tenuto la testa sul collo, pensa che festeggio l'uscita dell’album con chi festeggiavo la miseria dieci anni fa. Quando arrivi in alto il rischio è perdersi, me lo dico ogni giorno.
Chi sbaglia una volta sbaglia per sempre: non c’è possibilità di redenzione?
Pochi casi, hai presente il detto del lupo che perde il pelo ma non il vizio? Per me è fondato: in amore se uno è seriale su certi comportamenti lo sarà per sempre. Quando dico che un uomo ha occhi solo per una donna e non osserva quelle che incrocia per strada è rispetto; è una delle prime canzoni del rap dove un uomo dice a una donna la verità.
Fantastica è la prova che si può scrivere d’amore in maniera pulita e sincera?
Fa parte delle canzoni più spensierate: quelle ballabili e cantabili le scrivo con un approccio alla scrittura di gruppo insieme ad altri autori. Le più difficili sono quelle introspettive. In Fantastica le parole sono venute spontanee.
Non ti fidare di me, avere fiducia non è facile…in che mondo viviamo?
Fidarsi è difficile. Credo nell’amore ma ogni volta che dai fiducia dai un pezzo di te, dai un pezzo di cuore a un altro che può farne ciò che vuole. Sono sempre attento soprattutto sui social dove basta uno screenshot per rovinare tutto. Sono parco nella fiducia, ho paura di restare deluso.
Caffelatte ha il ritmo di una ninna nanna per adulti. Che fine ha fatto la semplicità?
La ho scritta a Cetara e rappresenta il mare, i gabbiani che mangiano il pesce e mi sono chiesto perché tutto va verso l’apparenza? Dove è la semplicità?
Vada come Vada, se i sogni ti intrappolano è meglio restare svegli? Eppure, c’è quel sogno in testa di un ragazzo di strada.
Il ragazzo di strada è la voglia di farcela attraverso il rap.
Come è nata Fiocco Azzurro?
E' per mio figlio, scritta da un genitore rap, vista dall’ottica un po’ ghetto. Non è smielata.
In Regole da Infrangere dici che questa nazione è una macchina che non parte: restiamo la retroguardia dell’Europa?
Non siamo certo all’avanguardia, visto anche la gestione dell’emergenza, sono deluso per come hanno trattato le maestranze del nostro settore, io sono fortunato ma c'è chi ha avuto grossissimi problemi. Ci sono dei bug nel sistema che fatico a credere che non siano voluti. Bisogna ripartire tutti in maniera coerente.
Ti piacerebbe essere per un giorno Pablo Neruda?
Posso scrivere una poesia ma non ho la sua cifra stilistica, sono un poeta di strada, io. Ma sicuramente sì e ne approfitterei per scrivere più canzoni poetiche possibili.
Insomma quanto è bravo Rocco Hunt?
Non posso non dirti che sono da dieci ma credo in me stesso e nessuno mi ha dato nulla, come dice mio padre, ho costruito tutto pezzo per pezzo.
Quando parte il tour?
E' stato rinviato a marzo con sei date cui se ne stanno aggiungendo altre quattro e facciamo dieci. Chi verrà con un biglietto avrà la possibilità di sentire due dischi visto che il precedente causa pandemia non ha conosciuto il palco. E poi penso a qualche palasport.
L'intervista a Rocco Hunt
Rocco partiamo dalla lavorazione dell’album: come è cresciuto e quanto il covid lo ha condizionato?
Ho scritto tanto durante la pandemia, non si poteva fare altro, molti pezzi sono nati là. Di riflesso è figlio della quarantena, senza live non si poteva fare altro che scrivere.
È l’album in cui ti metti più a nudo: dal punto di vista personale quanto è stata impegnativa questa Rivoluzione?
Sono partito da Salerno per dimostrare che ero forte in Italia, poi lo ho dimostrato in Spagna, ho combattuto o pregiudizi e le persone che non credevano in me. L'album è una riflessione lunga dieci anni ma che non disdegna di guardare al futuro.
Cosa dici oggi a quel Dio che non ci sente? Che dopo Rivoluzione ritroviamo anche in Solido?
Mi ritengo un credente con dubbi, c’è una forte esigenza di credere, è radicata in noi perché siamo figli di una educazione cattolica, cresciamo col bisogno di credere in qualcosa, in qualcuno che faccia cose per noi. Dov'era Dio quando mia mamma era in orfanotrofio? E quando un ragazzo innocente è morto in una sparatoria? Parlo senza blasfemia, mi inginocchio davanti a Lui e faccio domande. La Fede è una cosa la Chiesa un’altra cosa. L'Italia si dichiara laica ma non lo è, siamo figli di quella mentalità. Dalla Fede viene la nostra educazione, viene il sapere porgere l'altra guancia.
Ti sei dato una risposta su quali sono i valori e i "bro"?
Alla fine hai fatto successo e i soldi, ma quali sono i valori e i bro…capisci che hai perso qualcosa, per avere dalla vita devi anche dare. Ho tenuto la testa sul collo, pensa che festeggio l'uscita dell’album con chi festeggiavo la miseria dieci anni fa. Quando arrivi in alto il rischio è perdersi, me lo dico ogni giorno.
Chi sbaglia una volta sbaglia per sempre: non c’è possibilità di redenzione?
Pochi casi, hai presente il detto del lupo che perde il pelo ma non il vizio? Per me è fondato: in amore se uno è seriale su certi comportamenti lo sarà per sempre. Quando dico che un uomo ha occhi solo per una donna e non osserva quelle che incrocia per strada è rispetto; è una delle prime canzoni del rap dove un uomo dice a una donna la verità.
Fantastica è la prova che si può scrivere d’amore in maniera pulita e sincera?
Fa parte delle canzoni più spensierate: quelle ballabili e cantabili le scrivo con un approccio alla scrittura di gruppo insieme ad altri autori. Le più difficili sono quelle introspettive. In Fantastica le parole sono venute spontanee.
Non ti fidare di me, avere fiducia non è facile…in che mondo viviamo?
Fidarsi è difficile. Credo nell’amore ma ogni volta che dai fiducia dai un pezzo di te, dai un pezzo di cuore a un altro che può farne ciò che vuole. Sono sempre attento soprattutto sui social dove basta uno screenshot per rovinare tutto. Sono parco nella fiducia, ho paura di restare deluso.
Caffelatte ha il ritmo di una ninna nanna per adulti. Che fine ha fatto la semplicità?
La ho scritta a Cetara e rappresenta il mare, i gabbiani che mangiano il pesce e mi sono chiesto perché tutto va verso l’apparenza? Dove è la semplicità?
Vada come Vada, se i sogni ti intrappolano è meglio restare svegli? Eppure, c’è quel sogno in testa di un ragazzo di strada.
Il ragazzo di strada è la voglia di farcela attraverso il rap.
Come è nata Fiocco Azzurro?
È per mio figlio, scritta da un genitore rap, vista dall’ottica un po’ ghetto. Non è smielata.
In Regole da Infrangere dici che questa nazione è una macchina che non parte: restiamo la retroguardia dell’Europa?
Non siamo certo all’avanguardia, visto anche la gestione dell’emergenza, sono deluso per come hanno trattato le maestranze del nostro settore, io sono fortunato ma c'è chi ha avuto grossissimi problemi. Ci sono dei bug nel sistema che fatico a credere che non siano voluti. Bisogna ripartire tutti in maniera coerente.
Ti piacerebbe essere per un giorno Pablo Neruda?
Posso scrivere una poesia ma non ho la sua cifra stilistica, sono un poeta di strada, io. Ma sicuramente sì e ne approfitterei per scrivere più canzoni poetiche possibili.
Insomma quanto è bravo Rocco Hunt?
Non posso non dirti che sono da dieci ma credo in me stesso e nessuno mi ha dato nulla, come dice mio padre, ho costruito tutto pezzo per pezzo.
Quando parte il tour?
E' stato rinviato a marzo con sei date cui se ne stanno aggiungendo altre quattro e facciamo dieci. Chi verrà con un biglietto ascolterà due dischi visto che il precedente causa pandemia non ha conosciuto il palco. E poi penso a qualche palasport.