Il lavoro dell'artista toscano raccoglie 13 brani, 13 storie dimenticate, perse nella memoria di molti, a cui ha saputo donare nuova luce. E ora le racconta sui palchi d'Italia
Dopo la pubblicazione del suo ultimo disco Storie vere tra alberi e gatti, una curiosa e stravagante raccolta di storie di vita fuori dal tempo, Giulio Wilson, chansonnier eclettico e cantastorie demodè, annuncia le nuove date del suo tour: il 16 ottobre a Roma (Largo Venue), il 23 ottobre a Bari (Jackstore Social Club) e il 26 a Seregno, in provincia di Monza Brianza (Tambourine); il 6 novembre a Torino (Cap10100), il 21 novembre a Pisa (Cinema Teatro Lumiere) e il 17 dicembre a Perugia (Rework). È la dimensione live, quella più intima, raccolta e in cui si incrociano racconti a sguardi, che Giulio Wilson predilige per la presentazione dei suoi racconti in musica presenti nel suo nuovo album: 13 brani, 13 storie dimenticate, “perse” nella memoria di molti, a cui Giulio ha saputo donare nuova luce e ricordare con la grazia di un puro cantastorie. Vicende che si ripetono o potrebbero ripresentarsi in contesti diversi anche oggi, domani; che mettono in luce la vera umanità, quella dell’amore di uomini che sono salvezza per altri uomini. Sono musiche di esistenza e resistenza. Tante collaborazioni nel disco “Storie vere tra alberti e gatti: gli INTI ILLIMANI in Vale la pena; ROY PACI in Finale all’italiana; i MUSICI DI FRANCESCO GUCCINI in Romanzo epistolare; la scrittrice e saggista SANDRA LANDI in Ottavia.
Giulio Wilson alterna la professione di cantautore e musicista a quella di enologo e vignaiolo indipendente producendo vini in Toscana. Si occupa dal 2005 di riconversione in agricoltura biologica di antichi vigneti, sulle colline delle Cerbaie. Molte vigne appartengono a contadini locali, luoghi prima fatiscenti e in stato di abbandono per diversi motivi: alcuni legati alla anzianità dei proprietari ed altri dovuti alla scarsa redditività. Negli anni il progetto si è evoluto; oggi infatti Giulio coltiva 14 ettari di antiche vigne ristrutturate, convertite in agricoltura biologica e collabora con 14 anziani contadini. Un’operazione che è diventata una sorte di “banca della memoria”, in quanto vengono recuperati vitigni storici, gli stessi che ora vengono utilizzati a tutela della memoria e per conservare una sapienza antica che rischia di scomparire. Una storia d’artista così affascinante e stravagante, piena di suoni, profumi, souvenir di immagini e odori del passato che tornano nel presente, sotto forma di versi di canzoni e note di sapore.