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Tauro Boys, con Taurotape3 chiudono la loro trilogia

Musica

Fabrizio Basso

ll nuovo progetto discografico del trio romano si compone di 14 tracce ed è impreziosito dai featuring di ArieteJoe Scacchi e Tommy ToxxicPsicologi Tutti Fenomeni. L'INTERVISTA

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Termina con Taurotape3 un progetto discografico complesso e variegato, iniziato nel 2017 con Taurotape1 e proseguito l'anno successivo con Taurotape2. Complici l’esperienza e la professionalità accumulate durante questi anni, i Tauro Boys hanno dato vita a un progetto discografico sperimentale e innovativo. Mantenendo la loro chiara visione della musica, hanno saputo toccare sound e temi molto eterogenei tra loro, distinguendosi così all'interno del panorama musicale. A fare da sfondo all’album c'è Tauro City, un giardino metropolitano immaginario, simbolo di una società utopicamente perfetta, meta di fuga dal mondo imperfetto che ci circonda. Attraverso ogni singolo brano viene presentato un immaginario variopinto dove, grazie a un linguaggio semplice e immediato, si dà voce alla generazione dei giovani di oggi: cresciuta con Internet, desiderosa di vivere, di amore e di libertà. Il sound è curato da alcuni giovani producer tra i più talentuosi in circolazione. Il beat all'avanguardia, caratterizzato da un connubio di musica elettronica, rap e drift di chitarre, accompagna rime underground e taglienti.

Partiamo dall'album e della trilogia di cui fa parte.

La trilogia nasce nel 2017 e dal momento in cui è stato concepito l’album siamo stati sempre in studio. Il primo Tauro Tape parte dalla sperimentazione pura, abbiamo raccolto le tracce più significative. Era un periodo che vivevamo tra Roma e Milano, conoscevamo tanti produttori e in modo molto genuino è nato di conseguenza il secondo Tape in pochissimo tempo. Aveva le stesse dinamiche ma con una linea più precisa rispetto al precedente. TauroTape 3 definisce il nostro linguaggio, il nostro universo. È stato scritto in questi due anni molto complicati.

Come sono nate le collaborazioni presenti dell’album?

Tutte abbastanza spontaneamente; Ariete e Psicologi sono due nuovi progetti

romani che ci sono subito piaciuti, ci siamo conosciuti in vari live, in varie situazioni a Roma e abbiamo collaborato: il risultato ci è piaciuto quindi li abbiamo messi nel Tape, in particolare ci ha convinto quello con Ariete perché cercavamo una voce femminile. Tutti fenomeni era già presente nei primi due Mixtape quindi non potevamo non metterlo. Winclan anche loro sono di Roma li conosciamo da prima di fare musica, questo è il primo pezzo dove siamo tutti e cinque.
Questa trilogia è nata pre Covid, com’è cambiata la vostra musica in questi anni e se e quanto il periodo che abbiamo vissuto ha influenzato il vostro modo di fare musica?

È stato un periodo difficile per tutto il mondo compresi i Tauro Boys, essendo artisti abbiamo avuto i nostri periodi più cupi. Essendo chiusi in casa abbiamo scritto pezzi più intensi e la situazione generale ha influito molto in tutto il processo creativo. Il primo non eravamo insieme, il secondo tutti insieme e quando eravamo insieme abbiamo lavorato e portato a casa parecchie cose.

San Valentino e Colori parlano d’amore: cos’è per voi l’amore e la cosa che amate più di ogni altra al mondo?

Parliamo di amore in molte più canzoni di quello che sembra e cerchiamo di parlarne a modo nostro, raccontiamo delle immagini, cerchiamo di parlare dell’amore in tutti i suoi aspetti. Raccontiamo ciò che ci fa star bene e ciò che ci fa stare male. L’amore è un concetto veramente grande e ha concezioni e definizioni diverse anche in base

al periodo storico in cui lo stai vivendo. È uno dei temi che più spesso trattiamo nelle nostre canzoni, in realtà non sappamo cosa sia l’amore. In Colori diamo la nostra definizione: ovvero due colori che si uniscono in uno solo e poi scompaiono, c’è

una visione più pessimistica. L’amore ha tantissime sfaccettature.

Chi sono le sirene ammalianti delle vostre vite? Quelle di Milano?

Nomi e cognomi mai! Le famose sirene di Milano sono tante, lì ci sono sirene ovunque.

Ognuno ha le sue a cui sa quando far riferimento ed è giusto così.
Come sono nate la cover e le illustrazioni di questo album?

Grazie al gran lavoro del nostro manager amico e fratello Luca Gudici: è lui il mastermind dietro la comunicazione artistica del disco. In copertina c’è la nostra nuova mascotte che è stata realizzata da un ragazzo cinese che vive in Canada. Ci hanno lavorato 5, 6 grafici alla copertina e si vede Tauro City, la città immaginaria a cui facciamo riferimento nella traccia dedicata a lei. All’interno del booklet c’è un piccolo fumetto che parla di noi e di come è stata la nostra vita negli ultimi due anni.
La cosa più bella che si può fare a Tauro City?

Fare musica senza troppi compromessi, evadere dalle logiche costrittive della realtà.

Cosa vi manca di più della vita pre pandemia?

I live...anzi tutto. C’è una quiete che si è spezzata che sembra non tornare mai, impossibile ritrovare la spensieratezza di prima, il nostro settore è stato tenuto per ultimo però ora piano piano forse ne stiamo uscendo.
Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro, vi vedremo presto live?

Non vediamo l’ora di rifare i concerti, sono due anni che pensiamo solo a fare quello.

Speriamo che si arrivi una conclusione al più presto. Sicuramente non ci saranno altri due anni di pausa, ci sarà altra musica! Siamo arrivati alla stesura di questo disco con già tanti spunti per il futuro. Non ci fermiamo!