Frutto di una contaminazione di generi e culture in cui il soul si mescola al reggae, il brano si propone come una produzione pop interamente suonata e senza alcun ricorso alle moderne tecniche di produzione digitale. L'INTERVISTA
C'è un mondo sonoro e artistico speciale dietro Heritage, il brano d'esordio il brano d’esordio della cantautrice ivoriana Proudence, classe 1995, prodotto da Valerio “Combass” Bruno (bassista degli Après La Classe) e distribuito da The Orchard per Esagono Dischi. Fanno parte del progetto anche Jeff Coffin, Alex Ricci, Daniele Leucci, Gabriele Blandini e Dj Gruff. L'eredità che musica e parole è un bagaglio dove il materialismo è sconfitto dalla ricerca di se stessi. Ed è solo il primo passo di un viaggio che si preannuncia lungo e intenso.
Partiamo dalla storia del brano e se siete andati diretti su Heritage oppure ce n’erano altri.
Valerio: Avevamo una bella cartellina di file tra i quali scegliere, ma Proudence nasce artisticamente con questo brano. Abbiamo ragionato con Giovanni Amighetti, che ha curato il coordinamento artistico, e abbiamo deciso di partire nel modo più semplice e diretto, senza troppi giri di contaminazioni ma già coltiviamo idee future. Heritage ha vinto perché ogni volta che lo abbiamo messo in play ci ha subito lasciato qualcosa di positivo e tutti sappiamo quanto ce ne è bisogno. Proudence sulla musica ha scritto un testo positivo e riflessivo.
Proudence: Ho condiviso la scelta perché mi piace il reggae e questo ritmo mi ha subito conquistata e mi sono detta: perché non cominciare con questo?
Heritage significa eredità: quale accogliete e quale volete lasciare?
Valerio: Si rischia di passare per vecchi, ognuno di noi ha tutto quello che gli serve per stare bene, ognuno ha di più del necessario a livello materiale e di affetti. Abbiamo libertà ed è questo che ci tiene lontani dalla serenità. Parliamo di anima, di soul. Deve tornare di moda trai ragazzini lo stare bene con poco ma bisogna volerlo. L’adolescenza spesso insegna che si guarda molto materiale. Noi chiediamo un passo indietro pur restando cool agli occhi degli altri.
Proudence: Lasciamo l'anima in eredità a chi lo ascolta. Per me è un meraviglioso soggetto, il migliore. E’ un investimento dare in eredità i valori, l’amicizia. Eredità significa trasmettere valori culturali e morali.
Come ci avete lavorato?
Valerio: A distanza e ci siamo visti quando è stato possibile. Poi ci siamo rivisti da vaccinati. Alla prima esperienza non è facile lavorare a distanza ma Proudence non si è risparmiata. Il fonico Stefano Riccò è stato bravissimo: quando entri nello studio di Rubiera, l'Esagono, entri in una sacro graal dove succedono belle cose.
Valerio cosa ti ha convinto a collaborare con Proudence?
Amo la musica black e dunque è stato naturale, non mi sento bianco anche se lo sono. I miei maestri sono neri africani. La mia attitudine alla musica viene da lì. Con Proudence abbiamo jammato al Castello Sforzesco di Milano. Sono molto motivato e ho mandato tante idee.
Prudence cosa conoscevi di Valerio e della sua storia artistica?
Prima non lo conoscevo. Lo ho conosciuto attraverso Giovanni Amighetti e ho capito subito il suo valore, poi ho fatto delle ricerche in rete. A Milano mi sono affezionata, amo la musica e quando sento certi brani mi ci attacco subito. Valerio trasmette quello che sa fare, non è geloso. Mi ha insegnato tanto.
Ritrovarvi a suonare senza aiuti digitali vi ha subito messo a vostro agio oppure all’inizio avete faticato?
Proudence: Amo la dimensione live dunque è stato naturale.
Valerio: Il brano nasce da produzione fatta a casa che ho voluto rendere acustiche. Ogni notte ascolto almeno un'ira di musica e non ho sentito nulla con suoni totalmente acustici. In Heritage si sentono i respiri e anche le imperfezioni.
Uno dei punti che avete in comune è l’apertura alle contaminazioni: cosa ognuno ha portato nella cultura musicale dell’altro?
Valerio: Inconsciamente tutto quello che ho. Il mio lavoro con Apres la Classe, alla Notte della Taranta, con Raf e La Municipal…ho portato un po’ di tutto. Il reggae è uno dei miei stili preferiti ma dopo un anno ad ascoltarlo mi annoierei nonostante abbia mille sfumature. Apprezzo la scuola world music: senza confini ma con mille obiettivi. Noi pensiamo che si viva solo nel pop, nella musica bisogna ascoltare tutto senza copiare nulla. Proudence è naturale nell’approccio, ha ancora poca esperienza ma un grande margine di miglioramento.
Proudence: La mia bella voce e la mia gioia di lavorare in squadra.
Cosa prevede la vostra estate?
Valerio: Sono concentrato su Proudence perché mi piace, nessuno mi obbliga. Uscirà il video girato in Salento. Poi lavoreremo per in brano autunnale. Voglio portare tutto nel live, è presto ma arriverà il momento. Con gli Apres stiamo lavorando al disco che uscirò tra fine 2021 e inizio 2022. Lavoro al Concertone della Notte della Taranta. Poi il tour di Raf e Tozzi riparte a novembre e tornerò sul palco con loro.
Proudence: Scrivo sempre perché ho tante cose dire e tanti consigli da dare. Non mi fermo: ho cose nella pancia che devo offrire a tutta Italia e al mondo.