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Fioriti, la musica riparte da Check

Musica

Fabrizio Basso

L'artista umbro rappresenta l'ibrido tra il cantautorato italiano e le affascinanti sonorità d’oltreoceano. Con questo singolo parte il suo nuovo percorso musicale. L'INTERVISTA

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Con Check, un brano rappresenta una vera e propria presa di coscienza nei confronti di un contesto interpersonale totalmente inedito, parte la fase due della carriera artistica di Matteo Fioriti. Il pezzo è il prodotto di mesi riflessivi, difficili, dove chiunque si è fermato a tirare le somme, anche solo per un attimo. È un messaggio lanciato con flebile entusiasmo, ma stracolmo di significati e di speranze alla ricerca di nuove prospettive. Una ripartenza piena di ambizioni, che strizza l’occhio al futuro

dando però uno sguardo all’identità passata; come direbbero gli inglesi a fresh start. Quello di cui tutti noi, dopo un periodo così buio, abbiamo bisogno.

Matteo quando hai scritto il singolo e perché ha scelto di pubblicarlo ora?

E’ nato tre anni fa come incipit e in modo casuale, è il risultato di vari pensieri scritti nel tempo. Mai c'è stata l'intenzione di farne canzone finché i pensieri hanno preso forma. Pensavo rimanesse per me essendo intima, poi ha viaggiato in me e ho compreso che poteva essere utile anche per gli altri. Ho fatto cinque versioni dello strumentale perché con la musica puoi dire molto. Una notte ho trovato gli accordi e quindi lo ho prodotto. Prima avevo un altro nome col quale ho fatto due dischi, poi la pandemia mi ha portato a riflettere e ho capito che un capitolo della mia vita si era chiuso e anche artisticamente avevo altre esigenze e dunque mi sono preso il mio cognome ed è stato naturale partire con Check, brano estremamente onesto per farmi conoscere.
Si percepiscono una realtà che non ti comprende ma anche un auto-isolamento.
La mia vita è cambiata per una patologia che mi ha portato in spirali di farmaci, stavo male anche fisicamente e tendevo a isolarmi. Di natura sono ottimista nonostante gli inevitabili momenti difficili e mi sono ripetuto che non avrei mai mollato. Ho trovato la forza per reagire meglio di quanto avrei potuto fare.
Cosa ti dice oggi il tuo sesto senso?
Mi dice che ho trovato la mia direzione, non è ancora completamente chiara ma è giusta.
Sarà anche solo un pezzo pop ma la storia ci ha insegnato che il pop può cambiare le vite.
Assolutamente. La frase è dovuta al mio essere umbro. Qui c’è una bella scena che tende alla ribellione con generi pesanti e spinti. Io sono indie e pop con sfumature hip hop e dunque era normale sentirmi dire che è solo un pezzo pop. Ma io dico che le cose semplice sono anche le più difficili.
Potrei sprofondare nell’oceano legato ad un masso ma questo non accade finché mi distraggo: cosa rappresenta la distrazione e perché può essere salvifica?
E’ tante cose. Il rapporto umano con le persone, perseguire passioni e istinti, convertire tutto quello che uno sente in un testo.
La tua tenacia è in ginocchio sui sassi o è ritta in piedi?
Assolutamente in piedi.
Non credi che oggi la parola resilienza venga usata troppo e spesso a sproposito?

Non ci ho fatto caso ma conta che venga usata perché è un concetto importante poiché deve far circolare il messaggio.
Davvero scrivi da quando avevi 7, 8 anni?
Si è ho conservato le testimonianze anche se periodicamente libero i cassetti. Quelle sono belle parti di me e me le tengo. Erano tutte in inglese tradotte con google, una traduzione orribile considerando anche il livello dei traduttori dell’epoca.
Il destino si affronta sempre col sorriso, nonostante tutto?
Sempre perché c’è la presunzione di avere il controllo delle cose. Il nostro gioco è più da spettatori. Più cerchi il controllo e più incontri problemi. Io cammino sempre, a volte trovo cose belle altre meno ma la linea piatta è morta e dunque vada per gli alti e i bassi.
La tua identità è un po’ più forte?
Decisamente sì anche in virtù di quello che mi è successo a livello personale.
Che accadrà in estate?
Se ci sarà la possibilità di suonare mi troverai in prima linea. E’ fondamentale per tutti, ti fai le ossa, suoni in situazioni diverse. E’ una medicina suonare e se c’è l'opportunità sono pronto. Suonerò pure brani del mio passato perché quei pezzi sono parte della mia storia. Il live è una festa dove si celebra un po’ tutto. Forse proporrò anche qualche inedito.