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Leanò, guardando un'ultima volta il mare crea il suo Tempio: il video

Musica

Un brano nato in una sitituazione di partenze che ha portato a riflettere sui veri valori della vita, quelli che albergano in noi. Il video è introdotto da un testo originale dell'artista

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Ho iniziato a scrivere Tempio al porto di Salerno, stavo aspettando il treno per Milano e come mi piace fare di solito, sono andata a salutare il mare un’ultima volta.

In quel momento le parole sono uscite da sole, con quel potere che hanno a volte i testi di tirare fuori verità che non si è pronti ad accettare. Per questa canzone è stato così: in quel periodo sentivo che stavo perdendo di vista le cose che contavano di più per me, le cose che fanno stare bene. Ho sentito forte il bisogno di recuperare il contatto con la natura, per interrogarmi e ritrovarmi.
 

Ho ripreso quegli appunti scritti al porto dopo qualche settimana, quando la vita caotica della città mi aveva già travolta e le intuizioni che avevo avuto su alcune realtà si erano dimostrate vere. Nella frenesia della vita meneghina, uno dei modi per fermarmi un attimo e raccogliermi è meditare. Quella meditazione mi aveva permesso di recuperare l’introspezione e l’intimità lasciate da parte una volta tornata a Milano. Ricordo che in quel momento avevo bisogno di separarmi da persone e situazioni che non mi permettevano di essere me stessa al 100 per cento, di riappropriarmi dei miei spazi e del mio corpo. Tempio infatti è nata proprio come una preghiera, come volontà di preservare quella consapevolezza e sacralità che ritrovo nelle passeggiate in montagna, nelle gite in barca, col rumore del mare e il profumo delle erbe selvatiche. È un modo per ritornare a una visione di unità tra tutte le cose, anche quando sembrano disgregate, e quando un po’ lo siamo anche noi.

 

La scelta di usare questo brano come title track è stata molto immediata, dal momento racchiude i temi che ricorrono nelle altre canzoni. L’ introspezione in Notte, il riscatto di Tira e corri, l’amore universale di Alba, il cambiamento di Autunno, fino alla nostalgia di Sabbia nelle tasche, sono legati da un filo rosso all’idea di natura come dimora, come luogo in cui crescere, ritrovarsi e fiorire. L’obiettivo di queste canzoni è quello di “esplorarsi e rappresentarsi per esplorare e rappresentare” il mondo in cui viviamo a partire da uno sguardo interno, ma con un occhio all’esterno, alla crescita, al futuro, all’importanza della solitudine e di accogliere e condividere le nostre vulnerabilità.

La regia del video è di Giacomo Coerezza.