Dopo mesi di silenzio, il giovane cantautore torinese Stefano Sciuto, in arte Liner, torna con “Blocchi“, il suo nuovo singolo. L’intervista
È uscito il 2 aprile il brano “Blocchi” di Stefano Sciuto, in arte Liner, il giovane artista indipendente di Torino. È proprio Torino, la sua città, ad avere un ruolo importante nella sua vita musicale, ad ispirarlo e a dargli l’attitudine.
Nel 2016 pubblica su YouTube i suoi primi brani inediti che contano oggi milioni di visualizzazioni. La sua carriera inizia a prendere forma quando, negli anni successivi, fa da spalla a grandi nomi del panorama rap italiano, tra cui Ghali, Nitro, Mostro, Lowlow, Fred De Palma, Gionnyscandal, Giaime e Raige. Ad aprile 2020 pubblica il brano “Vuoto” in collaborazione con il rapper italiano Biondo. A maggio 2020 Liner pubblica il singolo “Shangai”, seguito ad ottobre dello stesso anno dal brano “Mi Fai Male”. Oggi, ad un anno da "Vuoto" arriva "Blocchi". L’intervista
Cosa ti ha ispirato a scrivere Blocchi?
Inizialmente sono stato ispirato dal blocco dello scrittore, che ho avuto per qualche mese, anche se il brano in sé non parla di questo. È stata però una situazione che mi ha dato l’input.
Di quali blocchi parla allora il brano?
Di tutti i tipi di blocchi mentali ed emotivi che ognuno di noi si ritrova ad affrontare, nel corso della propria vita, e da cui, si può uscire solo reagendo con forza e determinazione.
Nell’ultimo anno, anche per via della pandemia, hai avuto modo di affrontare e vivere questi “blocchi”?
Sì assolutamente. Sono una persona introspettiva e a volte anche un po’ paranoico. Quando mi chiedono: come stai? Rispondo: vado a fasi alterne.
E in questo momento? Come stai?
Sono sereno.
Qual è secondo te la soluzione per uscire da un "blocco mentale"?
A me personalmente basta la musica. E poi ho bisogno di muovermi. Andare nei miei posti del cuore. Uscire dalla mia comfort zone.
Il pezzo del brano che più ti piace?
“E volevi viaggiassimo in Cile o in Paraguay ma ti ho portata soltanto nelle mie pare e i miei guai”. È un gioco di parole, e per me significa non aver rispettato le promesse fatte ed essermi poi andato a crogiolare nei miei problemi.
Come mai hai scelto il nome Liner?
Nasce da due mie caratteristiche particolari. Ho unito la parola “line”, linea in inglese, perché sono stato sempre molto alto e mingherlino. La “R” perché mi manca nella pronuncia, e negli anni passati mi ha dato un po’ filo da torcere. Sono questi due aspetti che ho sempre considerato negativi, ma ora mi hanno dato un nome d’arte innovativo.
Cosa c’è nel futuro di Liner?
Non posso dire troppo altrimenti si perde l’effetto sorpresa. Blocchi è una piccola parte del progetto a cui stiamo preparando, nel mese di maggio ci saranno altre sorprese più grandi a livello di release. Il lavoro da indipendente richiede molto sacrificio e tanta dedizione, sto facendo il possibile per far sì che venga svolto nel miglior modo possibile.