Il brano, come tipico di Manuel, nasce in camera, chitarra e voce ed è una emozione da fotografare attraverso la musica. Governato dalla melinconia si snoda sul tema del ricordo. L'INTERVISTA
Denti è il nuovo singolo di M.e.r.l.o.t (disponibile in digitale per Virgin Records-Universal Music Italia). Manuel Schiavone, questo il vero nome, nasce il 20 febbraio 1998 e cresce a Grassano in Basilicata. Nel 2017 si trasferisce a Bologna per proseguire gli studi e inizia a muovere i primi passi nella musica passando dalle sonorità acustiche a quelle elettroniche con l’aiuto del suo primo produttore Eyem. Nonostante all’inizio avesse un budget limitato, riesce a produrre i primi pezzi e con il suo singolo d’esordio Ventitrè raggiunge in poco tempo quasi sei milioni di stream consacrandosi come rivelazione Spotify a fine 2019. Si convince così a seguire definitivamente il suo talento. Nel 2020 debutta in Virgin Records con il brano Sparami nel Petto, che raggiunge oltre un milione e mezzo di stream su Spotify. Nel 2020 è selezionato dalla Commissione Artistica delle Nuove Proposte guidata da Amadeus per la finale di Sanremo Giovani con il brano Sette Volte.
Manuel raccontani la storia del brano: come nasce Denti?
E’ nato come sempre nella mia cameretta, ho preso la chitarra e ho iniziato a suonare. Per la prima volta in un mio pezzo c'era più nostalgia che melanconia. E’ una canzone triste ma fa immaginare cose belle.
L’incipit è Ti ho chiesto scusa: è ancora un valore oggi chiedere scusa?
Si è persa l'abitudine ma secondo me ha un grande significato soprattutto se arrivano da una persona cui tieni. Può farti sentire un po’ meglio.
Hai ancora le due camicie della canzone?
Le ho ancora ma non le uso.
E hai scordato le due gambe?
Non si scordano mai. Si abbassa la potenza del ricordo. Per dimenticarle devi trovarne altre due e non è detto che funzioni.
C’è un momento in cui capisci che una persona va lasciata andare?
Se c'è non lo so ancora bene. Bisogna raggiungere il massimo livello di maturità e io devo arrivarci.
Esisteranno sempre i coglioni alle feste?
Secondo me si, loro sono una sicurezza.
Come si riesce a produrre a budget limitato?
Ti confesso che le cose escono anche meglio se hai solo chitarra e microfono. Avevo un microfono da 30 euro e un vecchio computer. Quando ci si ingrandisce si rischia di snaturare la propria natura artistica e ci sono troppe persone intorno. Tutti si sentono Jimi Hendrix chiusi nella cameretta. Per avere bei numeri sui social non basta il talento, devi trovare un modo per arrivare e ci sono troppe persone che ci provano.
Che significa M.e.r.l.o.t?
Quando ho scritto la canzone era per il vino. Poi ci ho messo i puntini per riconoscibile.
Ventritre è il brano della svolta: è stato in quel momento che hai compreso che la passione poteva diventare lavoro?
Non ho mai pensato davvero di fare questo mestiere, lo sogno ma non posso ancora farlo al cento per cento. Ma con quel brano ho capito che poteva funzionare, sono passato da 5mila streaming a 6 milioni.
Che percentuale ti dai di fare il cantautore?
Ora lo spero al 40 per cento.
Stai lavorando a un nuovo progetto?
Vorrei fare qualche piccola data, brani ne ho molti da parte. Ora penso già al brano giusto da usare come prossimo singolo. Sono tutti chitarra e voce. In questo periodo ho meno ispirazione perché faccio meno cose ma da quando ho iniziato ritengo di essere stato molto creativo.