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Renzo Rubino prima di salpare di nuovo ci regala Lasciami Stare

Musica

Fabrizio Basso

Il brano racconta il silenzio composto degli artisti nel primo lockdown, la sofferenza per la mancanza dei live e del rapporto diretto col pubblico, l’incognita costante per ciò che verrà. Alla fine di tutto, però, la speranza trova sempre spazio. L'INTERVISTA

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Un anno fa la nostra vita è cambiata per sempre. E ancora oggi contiua quodianamente a seguire una direzione ondivaga, incerta. A darci un orizzonte, una stella polare da seguire in questo buio dell'umanità serviva un lupo di mare sensibile e generoso. Il nostro comandante è Renzo Rubino che, aspettando di salpare per nuove avventure, in Lasciami Stare condensa dodici mesi n compagnia di una bussola impazzita ma che comunque non ci hanno mail tolto la speranza.

Renzo come nasce il brano?
E’ il mio punto di vista su quello che è accaduto e ancora accade per poi per trasmettere un segnale che sto bene, che faccio ancora il musicista e che bisogna ripartire. Lasciami stare lo ho scritto a Milano in un giorno in cui il telefono non ha smesso di comunicarmi che tutti i lavori erano rimandati o cancellati. Stavo lavorando a un progetto da quattro anni e non uscirà neanche quest’anno. E’ un mantra scritto da chi, trascinato da amici musicisti, voleva trascorrere un inverno a Milano e si è ritrovato chiuso in casa.
Ho visto che hai ripreso a collaborare con Andrea Rodini.
Siamo tornati a bomba come ai vecchi tempi. C'è entusiasmo bello.
L’inizio è quasi bandistico: come hai ragionato sulla musica?
Devo ringraziare Mauro Ottolini per i fiati, l'idea era di rendere la canzone una ballata scaccia pensieri. I fiati ti portano a una sorta di marcia danzereccia, l’idea era proprio una danza contro il malessere. Non devi saltare in aria ma ti porta a dire lasciami stare allontanando i pensieri.
Tra pace e religione cosa vorresti?
Direi la pace ma sono un amante dei picchi. Perché mi piacciono anche i momenti caotici.
Il lockdown (tutto sul coronavirus) ci ha resi migliori?
Siamo esseri umani e l’umanità non è cambiata con le guerre, all’inizio c'è una presa di coscienza e la sensazione che qualcosa accadrà. Spero di sì ma ne dubito.
Davvero ti mancherà qualcosa di questi giorni?
Guarda mi sono dedicato a una serie di cose per le quali mai ho avuto tempo, tipo creare maschere in ceramica: ora non voglio perdere questi spazi. All’inizio è stata dura, ho temuto anche per il lavoro poi preso coscienza e ho cercato un nuvo equilibrio.
Porto Rubino avrà un seguito?
A fine luglio e ti aspetto a bordo! Sarà dedicato ancora all'inquinamento marino ma accenderemo un faro sull'inquinamento architettonico e su quello luminoso. Partiremo il 19 luglio e navigheremo fino al 26 luglio nella parte alta della Puglia, sempre in una rotta dall'Adriatico allo Ionio e sempre in compagnie delle Cantine San Marzano-
A una certa riprenderà…quando?
Il mio processo di ripresa inizia con Lasciami stare senza grandi aspettative ma con la volgia di dire a me stesso che si riparte.
Idea sui concerti?
La speranza è di riprendere in autunno intanto lancio qualche sassolino di avvicinamento.
Il nuovo disco dove ci porterà?
Non c’entra nulla con Lasciami stare, uscirà a maggio. E' un album diverso, sarà dedicato un po’ ai bambini e al bambino che c’è in ognuno di noi. Lo produrrà Taketo Gohara,  grande professionista e perfetto per le cose divertenti.
Tu hai fatto tre Festival di Sanremo: che idea hai di quello in arrivo?
Sarà molto strano cantare a Sanremo davanti a una platea vuota. L’emozione del pubblico e per l'artista e l’orchestra è fondamentale, suoni per chi è lì e non per il pubblico a casa. All'Ariston tremano le gambe, è un salto mortale, è pure emozione. Ciò detto è giusto farlo.
Riapriranno i teatri?
Io ho avuto al covid, sono rimasto un mese e mezzo a casa, è stata dura. Quello che non si comprende è che questa chiusura porta alla depressione che si può sconfiggere con l’arte, anche attraverso piccoli gesti come andare al cinema, a un concerto o a teatro. Io ho ancora un concerto in sospeso al Blue Note di Milano. In estate ho lavorato almeno fino a settembre dunque non mi lamento ma bisogna riaprire le porte dell'arte!