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Legno, ecco Un Altro Album e una graphic novel che salverà la musica

Musica

Fabrizio Basso

E' il secondo lavoro del  progetto indipendente formato da due artisti, ma anche due supereroi, la cui identità è sconosciuta. E che ora vediamo anche in fumetto. L'INTERVISTA

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Un disco di una normalità dissonante. Al punto da essere ribattezzato Un Altro Album dai Legno. Tolte le sottigliezze mascherate posso garantirvi che è un lavoro sincero, diretto, semplice che parla d’amore, di quell'amore, come dicono i Legno, che "ti sgualcisce i vestiti, che ti lascia da solo come un coglione sotto la pioggia. Dell’amore che sa essere forte ma anche maledettamente fragile. L’amore ironico, malinconico, imperfetto. E come se ci fossimo tolti la scatola per farvela indossare". L'album, in uscita il 27 novembre, è accompagnato da un fumetto per la cui realizzazione si sono affidati al disegnatore  Niccolò Storai e  Francesca Del Sala.

Partiamo dal fumetto: oggi ci stanno rubando la musica?
L'idea è nata perché siamo entrambi fan della Marvel, di Batman e del nostro Diabolik. Quando ci è stato proposto di annunciare l’album con un fumetto ci siamo emozionati perché quando lo leggi è un conto ma quano ci sei dentro e tutta un'altra storia.
Mr X ruba la musica. E' un rischio reale?
La musica siamo noi che la togliamo con i nostri atteggiamenti che lasciano avanzare gli atteggiamenti pericolosi. Pensa alla tendenza al negazionismo, al tutto è un complotto…rischia di allontanare dall'umanità le cose belle come la musica, le parole e la storia dell’umanità. Mr. X è dietro ognuno di noi ed è bugiardo. Cerca di togliere i suoni al mondo intero.
Quali sono le labbra che non scordi più?
Le trovi pochissime volte nella vita, sono quei sentimenti che le rare volte che li incontri ti lasciano qualcosa, è il grande amore anche se finisce...resta.
Se non c’è cielo in quella stanza come ce lo riportiamo?
Con l'immaginazione: fa tanto e per noi è fondamentale.
Di chi è la voce infantile di Natale?
Sono tanti bambini che si alternano, ma quella finale è la voce del figlio di Davide Gobello, il nostro produttore c he ringraziamo sempre.
Ti inquieta l’idea di affogare nell’acqua minerale?
Soffrendo di calcoli ci sono già affogato e comunque mi inquieta.
Mi piace molto il piano che introduce In (gin) di vita: che per altro è uno dei brani più forti.
E’ nata così. Era un pezzo importante che necessitava di una introduzione col fraseggio del piano che spinge a stare attenti. E' il brano più duro dell’album.
Potessi tornare indietro nel tempo andresti a Hollywood o Cinecittà?
Sergio Leone tutta la vita…Hollywood è un po’ troppo, però mi sarei divertito con Clint Eastwood a cavalcare nelle lande della Sardegna e della Spagna.
Ti capita ancora di incrociare i tuoi alle 6 del mattino?
No ma è successo davvero tante volte. Come ho fatto mi chiedo? A quell’età lì è tutto concesso e hai la lucidità di farlo sembrare normale.
Secondo te il Papa di schiaffi ne da pochi?
Ne potrebbe dare di più ma è il Papa e ora è partito con i like, è sempre più affine alla realtà. Mi piace l’ironia nella figura sacrale.
La Serie A è ancora romantica o lo è solo rivedendo i gol di Weah?
L’ultimo calciatore romantico è stato Francesco Totti, il campionato non lo è più da tempo come per altro quello della serie B che però resta comunque più romantico. Romantico resta quello delle figurine.
Sei tifoso?
Tifo Empoli.
Bologna è sempre affascinante?
E’ una vecchia signora dai fianchi un po' molli per dirla con Francesco Guccini. È una citta di tutti, è una città universitaria capace di accogliere chiunque per studio, cultura, svago…è geograficamente vicina a noi e per lavoro e libertà di svago la abbiamo conosciuta molto bene e lì abbiamo amici.
Casa tua è disordinata come quella che descrivi in Delia, il nuovo singolo?
Lo è stata per almeno 18 anni soprattutto camera mia. Ora sto cercando di rimettere a posto le idee e la casa è intima, un luogo da preservare, va curata perché la ho trattata così male che ora mi sento in colpa. Magari un giorno ritornerà il disordine ma questa è la stagione della cura.
Tra instagrammare e Loredana Berté che ci mettiamo?
Il mare, il ricordo di una estate non semplice né fantastica ma che siamo riusciti a trasformare da estate problematica in qualcosa di leggero e spensierato. La Berté è stata la colonna sonora dell’estate e non solo…come fai a non citarla in un mezzo tormentone estivo?
Resterete mascherati o vi svelerete?
Per ora vogliamo mettere avanti prima i testi che la faccia. La faccia ha un suo linguaggio, la scatola è felice o è triste e rappresenta i due stati d’animo basilari. Dobbiamo molto a questa scelta perché ci ha portato ad avere un linguaggio comunque alle persone. Se i temi accomunano tutti non importa come siamo fatti.
Che accadrà per natale?
Aspettiamo non solo un dpcm liberatorio ma una prospettiva. Crediamo sia meglio arrivare a marzo coi contagi a zero e viaggiare che ripartire ora e poi fermarci. Preferisco aspettare, lo dico a malincuore perché va a svantaggio di un settore ampio che sta subendo una cosa disastrosa. La pandemia è un dramma, la sola arma che abbiamo è stare a casa sul divano confidando nei sussidi. In estate abbiamo tenuto venti concerti rispettando ogni regola, mai alcun problema. Per Natale vorremmo capire se si può fare un concerto in streaming ma già l'uscita del disco è un regalo.