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Marco Parente, in Life canta le persone che ogni giorno vanno avanti

Musica

Fabrizio Basso

A distanza di sette anni dalla pubblicazione del precedente Suite Love, l'artista toscano pubblica un nuovo album  che è una iniezione di vita per cho è abituato a tutto pur di esperire ogni cosa, dal dolore al piacere, dalle montagne russe dei sentimenti alla ruota del destino quotidiano. Ci si abitua a tutto questo e tanto altro, pur di non mollare e restare sulla giostra. L'INTERVISTA

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Un album complesso, quasi bustrofedico in alcuni punti. Enigmistico ed enigmatico. Dopo tre ascolti alcuni passaggi sono ancori di dubbia interpretazione, nel senso positivo del termine. Parlando al telefono con Marco Parente del suo nuovo lavoro Life, vita, è bello vedere come lui si stupisce, quasi fanciullescamente, di come le sue parole per un'altra persona vadano in direzione differente.

Il verso tu sei tu hai mi riporta all’Essere o Avere di Erich Fromm.
Ci può stare bene, in una frase sintetica riassume belle la parte della strofa che è una sorta di filastrocca esistenziale, questa associazione di parole, significati e significanti. Il ritornello prende una piega diversa dalla narrazione, la linea gialla come quotidiano da non attraversare, pensa a quella che delimita i binari, ci accompagna su un versante personale che può attraversare il cuore dell’altro.
Parli di giungla del cuore: la giungla è mistero, oggi l’amore è social. C’è un punto di equilibrio?
La giungla che immagino io è quella della vita di tutti i giorni ma di certo non è quella che leggiamo in un commento o in un post, quella è la disconnessione finale, una nebbia anche se dovrebbe essere il simbolo della connessione. Ci disconnette con noi stessi. Quel mondo non lo considero è un altro tipo di vita, è il contrario della mia giungla del cuore che è anche quella della testa. Nella mia giungla si va fino in fondo anche nella contraddizione, l’altra è distrazione e non c’è equilibrio. Ciò detto mi piacciono le dinamiche di attrazione e l'aspetto sociologico dei social.
Quanto sei canaglia? Sei credente?
Non sono credente, credo nell’assenza, in quella cosa che non possiamo spiegare: qualcosa esiste ma non ci è dato di sapere, non mi accapponisco per comprendere.
Sono canaglia più o meno come tutti, nella canzone canaglia è l’escamotage che ognuno di noi si inventa per vivere. Però attenzione perché se non si accettano certi limiti ci si perde e si diventa canaglie professioniste e non va bene.
I personaggi che oggi cercano spazio sono quelli che una volta cercavano un autore?
Non lo so, non la ho pensata così. Io mi riferisco allo spazio tra i personaggi, tra me e mia moglie o altre persone. Mi riferisco a uno spazio che è anche rispetto.
Se l’intelligenza serve per mentire e mentirsi non è meglio essere poco intelligenti?
Assoluttamente, e te lo confermo auto-citandomi: la ragione si dà ai fessi!
Se neanche i sogni ci salvano a cosa dobbiamo aggrapparci, oltre a una mano che ci da equilibrio?
E’ un messaggio di speranza e la mano è concreta perché è quella che ti tiene in equilibrio.
Quando ti invitano a cena vai nel panico?
No ma ho origliato molte cene nel mio condominio dove percepivo un senso di panico. Nella case succedono le cose più incredibili, non è un luogo di normalità.
La ragazza che ti fissa chi è? Un altro te?
E’ una storia vera ed è come la descrivo. L’altro brano che si ispira a un episodio che ho vissuto è Ma quando è che si ricomincia da capo e parte da riflessioni nate sull’autobus numero 7, che in realtà sarebbe il 17 ma mi tornava meglio il 7 per la canzone e comnunque passa nella stessa strada. In mezzo al buio nasce in occasione di un viaggio da Faenza a Firenze: sale in treno questa ragazza giovane e non vedente che si siede davanti a me e ho la sensazione di sentirmi messo a nudo. Lei da non vedente ci stravedeva, la ho sentita dentro di me, lo ho percepito forte.
Come nasce il Gusto della Via?
E' il sapore del tuo percorso di vita, che potrebbe essere sostituito dalla parola vita, e si riferisce alla tua personale strada che è spesso sotto attacco. A volte la strada è troppa e ti fa perdere il gusto, mi piace relazionare un cammino col sapore che abbiamo in bocca.
Mai Solo…fino a che punto l’amore è annullarsi nell’altro?
Fino alla fine, devi viverlo fino in fondo e bisogna annullarsi per e con l’altro.
Chi sono i clienti del Bar 90 e che rinascimento vorresti?
Il mio è un rinascimento da osservatore e il bar esisteva davvero e io lo ho frequentato da invisibile e notavo le situazioni che si creavano nella clientela. Erano a tempo con la loro contraddizione. Cito Pier Paolo Pasolini perché è il caso lampante di chi per ore sta alla macchina da scrivere, cerca e si da spiegazioni poi chiude esce e va a sporcarsi le mani col cuore e lì può succedere di tutto. Non è un rinascimento romantico ma di una umanità incandescente che pulsa.
Che succederà nelle prossime settimane?
Stiamo pensando di fare streaming seri non all’impronta come fatti in primavera. L'etichetta ha uno studio adeguato e a chi vuole daremo un qualcosa che possa sopperire a quello che non può vedere dal vivo. Cercheremo di rendere la situazione creativa e artistica e spero che siano appuntamenti dove poter accogliere ospiti. La penso come una generosità nuova.
Life in una frase?
Un luogo vago e universale dove ognuno ci guarda e vede qualcosa e ha sempre ragione.