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Torna la Numero Uno, l'etichetta che fu di Lucio Battisti

Musica

Fabrizio Basso

L’etichetta, fondata nel 1969 da Mogol, suo padre Mariano Rapetti e Alessandro Colombini, diventa presto un punto di riferimento per la discografia italiana, con un cast di cui negli anni hanno fatto parte nomi come PFM, Bruno Lauzi, Edoardo Bennato, Ivan Graziani, Eugenio Finardi e, soprattutto, Lucio Battisti, che pubblica per Numero Uno i suoi dischi a partire dal 1972. Oggi rinasce con nuove strategia ma lo stesso spirito di allora

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Torna la Numero Uno, la storica etichetta che fu la casa di Lucio Battisti, che ci ha lasciato dischi consumati negli anni. Stefano Patara di Sony Music ha subito sottolineato, per evitare facili lacrimucce, che quell’epoca non può tornare, ma si può ricreare un qualcosa altrettanto affascinante. Numero Uno è sinonimo di una creatività contagiosa sottolinea Sara Potente di Sony che anticipa che alcuni nomi: sono Iosonouncane, La Rappresentante di Lista e Colapesce e Dimartino. Massimo Bonelli di ICompany ribadisce che questa fase storica ha punti di contatto con quelli in cui germogliò la Numero Uno. Protagonista di quella stagione fu Giulio Rapetti in arte Mogol: “Ho avuto la fortuna di avere collaboratori come Mara Maionchi che ha portato entusiasmo e competenza. Ricordo che andai a Roma per un appuntamento con un programmatore radiofonico che era il papà di Franco Dal Bello, altra storica figura dell’etichetta: mi chiese di accompagnarlo il giorno dopo a Milano e durante il viaggio mi affidò i suoi figli. Franco aveva appena compiuto 18 anni ed è sempre rimasto con noi. Il motore è stato l’entusiasmo”. Mara Maionchi ricorda che essendo Lucio un fuoriclasse si dedicava più agli e ricorda la soddisfazione della promozione della Formula 3 con Questo folle Sentimento e “poi ho imparato tante cose che poi mi sono state utile quando la strada è stata più impervia. Auguro la nuova Numero 1 di raccogliere almeno la metà dei successi di quella alla quale io ho contribuito. Avanguardia, innovazione e ricercatezza sono le tre parole chiave della nuova Numero Uno che ha debuttato con I Mortali di Colapesce e Dimartino

L'emozione è tanta seppur ci sia qualche dubbio. Come sopperire, ad esempio, all'assenza dei deejay che una volta si facevano carico della promozione attraverso la qualità? Mogol precisa che oggi il meccanismo è diverso ma se si agisce con competenza la qualità emerge. E la qualità è la base di quella stagione pazzesca che è stata possibile per la presenza di personalità incredibili, non solo artisti ma anche autori e discografici e "ancora oggi viviamo su quello che hanno creato quelle persone visionarie che hanno ispirato generazioni di artisti e continueranno a farlo", sottolinea Stefano Patara. Antonio Dimartino ricorda il suo affetto per Ivan Graziani che anche lui era un Numero Uno e sottolinea "il coraggio di Sony di puntare su questo progetto in un momento come questo". Sara Potente spiega che è l'urgenza di dire qualcosa che la porta a orientarsi su un artista "oltre a sentire l'aria che si sposta quando entra nel mio ufficio e quello si chiama carisma. I primi tre nomi sono colonne dell'ultimo decennio ma arriveranno anche nomi nuovi, cito intanto Marco Castello, Camilla Magli e Gianluca De Rubertis, c'è la volontà di creare un vivaio per progetti che possano avere prospettiva". Colapesce sottolinea che è motivo di orgoglio essere parte di questo progetto "e l'idea di essere la prima uscita dopo Hegel di Lucio Battisti che fu l'ultimo".  Per i nostalgici sia chiaro che la label avrà una vita costante nel senso che recupererà anche progetti del passato: insomma tante novità ma rispetto e rinascita di tutto quello che proviene dalla prima Numero Uno.

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