Il nuovo singolo è anche la title-track della colonna sonora dell’omonimo film, diretto da Ludovico Di Martino. Una storia ad alta tensione emotiva che mescola sentimenti e azione in un crescendo che porterà un uomo a diventare, per amore, un vero nemico pubblico. Verrà distribuito prossimamente, intanto la canzone
La Belva, scritto da Mostro a prodotto da Enemies, è il racconto di una guerra interiore dove l'artista non sa più chi è Giorgio e chi è Mostro, chi è l'uomo e chi la belva. Nella prima parte la belva sembra prendere il sopravvento, ma l’uomo si ribella e decide di non farsi trascinare in meccanismi autodistruttivi, in un finale che parla quasi di redenzione. Le nuove normative (tutto sul coronaviurs) hanno bloccato la tre giorni al cinema del film Prodotto da Matteo Rovere (produzione Warner Bros. Entertainment Italia e Groenlandia) e si attende di capire quando verrà distribuito. Intanto si può entrare nel suo mondo ascoltando il brano e leggendo l'intervista.
Il fantasma che ti sussurra all’orecchio è uno di quelli che era sulla nave fantasma?
I fantasmi faccio fatica a dimenticarli dunque è uno degli stessi. E’ importante guardarmi indietro per capire cosa ho superato.
Con la musica riesci a esorcizzare tutti i tuoi fantasmi?
Me lo domando spesso. Quale è il limite di un artista? Guardavo recentemente documentario di Don McCullin, un reporter di guerra: fotografa un villaggio con molte persone morte, ha posato la macchina fotografica e si è chiesto chi era lui per prendersi gli ultimi momenti di queste persone. Io vorrei, potrei dire cose che potrebbero ferire persone intorno a me e dunque si crea il mio limite. Devo seguire la coscienza o l'ispirazione?
Sei un Mostro buono!
Se parlo di determinate cose è per svilupparci un concetto e portare la gente a pensare.
Quando dici il mio passato non è il mio destino che intendi?
Quello che ti ha tormentato continuerà a tormentarti? Non necessariamente. Ci sono ancora tantissime cose nuove che ti aspettando.
Il confine tra il Mostro e la Belva?
Molto sottile, come tra Giorgio e Mostro. Il tema non è chi ha salvato chi. L’uomo ha manentuto più umanità.
Giorgio e Mostro sono due cani che pur azzannandosi spesso non riescono a lasciarsi?
Mostro è un personaggio che ho dovuto costruirmi, non volevo raccontare una figura strana, ho usato la forma teatrale e drammatica perché mi veniva naturale. Mostro è un mezzo per comunicare.
Cosa mi puoi dire del film? Ti piacerebbe scrivere una intera colonna sonora?
Lo ho visto fare e ho visto quanto è complesso sonorizzare un film nel suo complesso. Piuttosto un giorno mi piacerebbe scrivere la sceneggiatura di una mia storia.
Nel rap le storie conta viverle o saperle raccontare?
Per raccontarle bisogna prima viverle. Quando voglio raccontare qualcosa di mio il pubblico se ne accorge. La concezione della periferia è un po’ vecchia, il rap come tutte le arti in generale danno a chi ha talento l'opportunità di raccontare la sua storia. Anche il figlio di Bill Gates avrà da raccontare qualcosa, suppongo.
Il rap e la musica in generale possono cambiare il mondo o restano belle illusioni?
Direi di sì. Ma poi cosa significa cambiare il mondo? E’ una ambizione grande anche se spero si realizzi. Possi dirti che col rap è cambiato il mio mondo perché ho trovato la mia situazione. Senza il rap tante cose me le sarei tenute dentro…non so se un brano può fare la rivoluzione ma una cosa positiva come la musica può fare stare bene.
Sei uscito a sorpresa a marzo con Sinceramente Mostro: sorprese prenatalizie?
Fondamentalmente sì, non voglio perdere tempo in comunicazione, grazie a Dio conta il prodotto.
Che pensi della situazione live?
Premesso che ora è di nuovo tutto fermo credo che fare entrare metà delle persone non permette di coprire i costi. Uno show fico la metà già suona strano. L'atmosfera con un terzo delle persone risulta più fredda. Preferisco aspettare che il pubblico si diverta al mille per mille.