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Marta Pistocchi racconta la sua Sarita: il video

Musica

Il brano è una cumbia, genere popolare latino-americano, con un inserto rap, ed è dedicato a Sarita Colonia, santa popolare peruviana, non riconosciuta ufficialmente da alcuna chiesa è morta in giovane età nella Lima degli anni Trenta. E' presentato da un testo dell'artista

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Sarita è un brano a cui sono molto affezionata. È una cumbia, genere popolare latino-americano, con un inserto rap, ed è dedicato a Sarita Colonia, santa popolare peruviana, non riconosciuta ufficialmente da alcuna chiesa è morta in giovane età nella Lima degli anni 30’. La sua storia, tra leggenda urbana e mito romantico, l’ha trasforma nella protettrice degli ultimi, degli emarginati, tanto da essere raffigurata dagli street artists Self.01 e Hodok in un murales in via Padova a Milano.

La realizzazione del video di “Sarita” è stata una delle attività della quarantena a cui mi sono dedicata. Questa occupazione che mi ha assorbito tempo e stimolato la creatività è stata una piacevole scoperta, ho imparato a fare cose nuove, ad utilizzare tecniche lontane dalle mie abilità. Nel caso del video di “Sarita”, brano contenuto nel mio nuovo album Toponomastica e secondo video in uscita dopo “Serie”, ho utilizzato la tecnica del “green screen” (fatto in casa con un lenzuolo matrimoniale verde), ovvero la sostituzione dello sfondo, per dare vita ad al murales di Sarita Colonia.

Per farlo, sono partita da un tutorial di YouTube (ormai tramite questi si può imparare a fare di tutto!); per i costumi mi sono affidata al mio guardaroba, (ben fornito di cose strane) come una sartoria teatrale; per le coreografie ho avuto la consulenza di amici ballerini, in video chiamata da casa loro.

Quelli che prendono vita nel video sono sei personaggi tutti interpretati da me, sei rappresentanze femminili della popolazione multietnica del quartiere di via Padova, dove si trova il murales di Sarita. Le immagini nelle quali vediamo il murales prendere forma sono state gentilmente condivise da King Raptuz, che per la Loop Colors documentò il making del murales.

Ho voluto nel video raccontare del murale perché questa opera d’arte è percepito degli abitanti del quartiere come un altare urbano che ha un preciso significato: quello di lanciare un messaggio di speranza alle nuove generazioni di immigrati, anch’esse in cerca di fortuna nella ricca Milano. Ma la storia urbana di Sarita Colonia, il murales, non finisce qui: ha destato tanto scalpore tra gli abitanti della zona veder coprire il bel disegno da un altro, la “mazza Covid”, una mazza chiodata rappresentante la brutalità del virus. L’accaduto è salito agli onori della cronaca locale, gli autori hanno rivendicato il gesto e avuto il loro breve momento di gloria, dopodichè la stessa mazza è stata cancellata e ricoperta ora da diverse scritte e tag. Di Sarita si vedono ancora gli occhi, e il quartiere già si è mobilitato per provare a rifarla. Vero è che la street art è impermanente per definizione ma ad osservare quel muro sembra che sia stata consumata una querelle privata tra street artist, che non hanno per nulla tenuto in considerazione i sentimenti della gente del quartiere nei confronti di quel disegno.