La stella del rock si racconta in un libro onesto e sincero, che ripercorre la sua adolescenza, gli inizi della carriera negli anni '90 e le battaglie che l'hanno portata ad essere un'icona, di molte cose
L’adolescenza a Brixton in una casa adiacente alla stazione. Sarà per questo, scherza Skin, che ha scelto il rock, “perché fin da bambina sono stata abituata al rumore”. L’icona di tante cose, del femminismo, dei diritti gay e transgender, attivista sociale e culturale, presenta ora un’autobiografia che si intitola “It takes blood and guts”. Modulato sul titolo di una delle prime canzoni degli Skunk Anansie è un ritratto sincero e appassionato di una guerriera che si è sempre detta: “Non sarà facile, soprattutto perché sei donna, sei nera e sei gay. Ma devi continuare a combattere per quello che desideri essere”.
Il suo arrivo fu una rivoluzione nello scenario musicale degli anni ‘90 e non solo. Salire in vetta ma anche rimanerci così a lungo è costato appunto “sangue e budella”!, racconta durante un'intervista a distanza.
Ora Skin, guardandosi indietro, dice di non sentirsi affatto un’icona o una guida ma di essere semplicemente orgogliosa di aver seguito le proprie passioni. Di certo con il suo look inconfondibile e la sua bellezza definita “selvaggia e poetica” ha segnato una strada sia come leader di un gruppo musicale che come solista. Dalla “working class” di Brixton ai palcoscenici di mezzo mondo, dal suo attivismo sociale per i giovani richiedenti asilo fino alla sua campagna contro la mutilazione genitale femminile, Skin è sempre stata in prima linea e lo è anche ora con il movimento del “Black lives matter” del quale dice: “Non vogliamo dire che siamo più importanti degli altri o che siamo più belli, vogliamo solo dire che contiamo anche noi come chiunque. E’ incredibile che sia un concetto compreso da pochi. Venire a dirmi che ti piace la mia musica ma non mi consideri una persona uguale a te, è assolutamente ridicolo!”.
Qualche consiglio anche per i giovani che, a differenza di quando era ragazzina lei, dice, sono molto più esposti al giudizio data la totale mancanza di privacy. “Prima se sbagliavi dovevi vedertela con te stesso o al massimo con chi era con te in quel momento, nell’era dei “social media” sei esposto al giudizio di chiunque e questo è molto più difficle specialmente per i ragazzini che dai 10 ai 15 anni stanno ancora formando il proprio carattere”. Nessuna intenzione però di demonizzare internet, conclude, come ogni cosa basta “saperla usare nel modo corretto”. C'è però un'attitudine alla vita che, secondo Skin, è meglio avere: “Qualsiasi cosa accade bisognerebbe cercare di stare dalla parte giusta delle cose, prendere il meglio da quello che viene e avere sempre un atteggiamento il più positivo possibile. Questa attitudine, conclude, si rifletterà nella tua musica, nel tuo animo e nelle tue parole”. Lei che ha combattuto ogni tabù sa perfettamente cosa significhi lottare e vincere riuscendo a tradurre in realtà le sue passioni e i suoi desideri. Del resto, alla domanda di cosa sia l’amore (scritta sulla maglietta durante l’intervista) la risposta è molto semplice: “Amore è rispetto, positività e riuscire a dare agli altri buone vibrazioni”!