Scomparso a soli 32 anni, è considerato una delle icone della musica rock, in grado di influenzare generazioni di batteristi
Esattamente 40 anni fa, il 25 settembre del 1980, moriva a soli 32 anni il batterista dei Led Zeppelin, John Bonham. Considerato uno dei migliori interpreti del suo ruolo nella storia del rock, ha influenzato generazioni di batteristi con uno stile pioneristico che si avvaleva di una tecnica fuori dal comune e anche e soprattutto di una grande creatività, capace di stravolgere i canoni tradizionali della batteria e delle percussioni.
Gli esordi nel mondo della musica
Nato a Redditch, in Inghilterra, il 31 maggio del 1948, Bonham ha solo cinque anni quando comincia a suonare su un suo drum kit artigianale fatto in casa. Dovrà aspettarne altri dieci per ricevere la sua prima vera batteria completa. Pur lavorando con il padre come apprendista falegname, non lascia mai la musica e continua a inseguire la sua passione suonando insieme a un gruppo di amici della scuola, con cui fonda una piccola band. La svolta arriva nella metà degli anni Sessanta, quando conosce Robert Plant. I due diventano molto amici e formano i Band of Joy dalle cui ceneri nasceranno poi i Led Zeppelin che vedranno nella propria formazione, oltre a Plant e Bonham, Jimmy Page alla chitarra e John Paul Jones al basso. Nel 1969 uscirà il primo album della storica rockband britannica, "Led Zeppelin": è l'alba del grande successo che si concretizzerà definitivamente nel corso degli anni Settanta.
La consacrazione con i Led Zeppelin
Gli anni Settanta per Bonham sono un saliscendi di successo ed eccessi, sintesi di un artista geniale, ma spesso portato alla sregolatezza. Il percorso di crescita dei Led Zeppelin porta il gruppo a trasferirsi negli Stati Uniti. E per il batterista inglese, molto legato alla propria famiglia, la lontananza dalle persone care è un duro colpo. In questi anni Bonham, anche per tale ragione, sviluppa una dipendenza dall'alcol dalla quale non riuscirà più a uscire e che sarà anche la causa indiretta della sua morte. Ma accanto al personaggio controverso, c'è anche uno straordinario artista. Basti pensare, ad esempio, all'assolo di batteria di cui è protagonista del secondo album dei Led Zeppelin, "Led Zeppelin II", pubblicato sempre nel 1969. E se le esigenze di registrazione impongono tempi ridotti, è nei live che Bonham può dare libero sfogo alla propria creatività, con assoli improvvisati che arrivano a durare anche 20 minuti. Per sua stessa ammissione, Bonham ama variare ad ogni concerto, soprattutto per mantenere alto l'interesse del pubblico.
la tragica scomparsa
Con otto album già all'attivo, agli albori degli anni Ottanta i Led Zeppelin stanno organizzando un tour in grande stile in programma negli Stati Uniti. In occasione di uno degli incontri preparatori nella villa di Page, nel settembre del 1980, però, Bonham si presenta ubriaco. Non essendo evidentemente in grado di suonare, viene messo a dormire in una stanza per smaltire la sbornia. È una scena che si è ripetuta con una certa costanza nell'arco della sua carriera. Questa volta, però, l'epilogo sarà diverso. La mattina successiva, infatti, il batterista viene trovato senza vita a causa di un soffocamento. La morte di Bonham contribuisce anche alla fine dei Led Zeppelin che a dicembre annunceranno di non poter più continuare. John Bonham aveva soli 32 anni. Oggi il grande batterista riposa a Rushock, nella sua Inghilterra, nel cimitero della chiesa di Saint Michael.