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Hallelujah For Tonight è l'estate anarchica dei The French Fries

Musica

Fabrizio Basso

Il secondo singolo (label INRI) in inglese del duo composto da Danilo Tasco (produttore e compositore oltreché batterista dei Negramaro) e Mia Meneghini (autrice e danzatrice), è disponibile su tutte le piattaforme e c'è un video da Oscar della bella vita

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Ci sono canzoni che sono simboliche prima di nascere. Un brano che si intitola The Door prelude l'ingresso in un'altra stanza. Ma questa volta la porta si è aperta su un altro mondo. Un mondo che girava sul suo doppio asse di rotazione da anni ma il cui flusso sonoro non mi aveva ancora raggiunto. Conosco Danilo Tasco, batterista dei Negramaro, da 15 anni, da un pranzo in zona Piacenza per parlare di Mentre Tutto Scorre, l'album che ha fatto della band salentina leggenda. Dunque quando ho appreso che stava portando avanti un progetto suo, insieme a Mia Meneghini, sua compagna di arte e di vita, ho avuto una folgorazione. Le sue mani sono andate oltre le bacchette, la creatività di Mia è andata oltre il musical e la danza. Questi mondi così distanti, lui salentino fricchettone (ipse dixit) lei trentina rigorosa, hanno sviluppato un sound che, a mio parere, non ha uguali in Italia. Ed è un peccato che i rispettivi impegni lo facciano marciare col freno a mano tiratissimo. Al telefono mi hanno raccontato che "la prima uscita, The Door, la abbiamo fatta andare in sordina sostenuta solo dal desiderio di testare una cosa oltre band. Ma a Hallelujah For Tonight abbiamo voluto donare un po’ più di cura e di dignità".

Danilo nei mesi definiti "una tragedia mondiale" ha lavorato molto sul nuovo album dei Negramaro e speriamo "a breve di confermare una data d'uscita". Ma la coda dell'occhio è sempre stata puntata su The French Fries: "E' un progetto che nasce negli anni passati come mio esperimento e necessità creativa di fare della musica, di confrontarmi con altri strumenti, dal basso alla chitarra fino al piano. In questa ricerca sperimentale vecchia di anni subito ho notato che poggiare le mani sul piano migliorava il mio approccio alla batteria. Il primo feedback era che quando riprendevo le bacchette sapevo pormi in maniera diversa, mi ha aiutato a plasmarmi di più. Che bella cosa! Addirittura durante i tour per riscaldarmi spesso usavo il piano di Giuliano, anche fisicamente muovere le dita su una tastiera era una palestra".

All’inizio la forza motrice era la fascinazione di una nuova sfida, ma era una questione personale: "Poi a Mia, circa dieci anni fa, ho chiesto di usare la sua voce al posto di quelle campionate: lei viene dal musical, ha lavorato molto in Austria e Germania, dunque potevo spingerla a prendere un microfono e cantare. In seguito lei ha spinto me a cantare, da lì abbiamo iniziato a ragionarci insieme e dai primi sample si è sviluppato il progetto". Danilo racconta che nell'arco dell’anno trova sempre una finestra per dedicarsi a questo universo altro: "Ogni volta che avevo la mente libera mi ci tuffavo. La mia necessità non era realizzare un pezzo ma giocare con gli altri strumenti. Più ti dedichi alle cose più comprendi quanto ci devi studiare. I loop elettronici e dance diventavano cantati, adattavamo i primi suoni alla sua voce e ai testi a tutti gli effetti". Da lì la scelta dell'inglese come lingua e la consapevolezza che prima o poi bisogna fermarsi e fare uscire il brano. Vincere l'emotività e liberare la musica è la missione.

Se guarderete i video di The French Fries, e ve lo consiglio, Mia e Danilo non compaiono per giocare con le personalità. Ricorda Danilo che "ai tempi di Casa 69, quando abitavamo tutti a Parma, Ermanno (Carlà, bassista dei Negramaro, ndr) ascoltava lei mie cose e mi chiedeva chi era passato da casa perché mi inventavo dei personaggi. Era un estraniarsi dal mio io. Ecco perché siamo creativi ma non appariamo quando facciamo i video, dei quali per altro curiamo pure la produzione". Mia è stata fondamentale per realizzare i video: come già detto lei è la tedesca e lui il salentino fricchettone, dunque Mia è schematica, rigida, empirica e la musica "si fa a casa tra spadellate, lavatrice e impegni di famiglia".

Il nome The French Fries nasce da una intuizione di Giuliano Sangiorgi: "Ha ascoltato una canzone scritta e cantata da noi e ha tirato fuori quella definizione e la abbiamo adottata. Ed è diventato un progetto". Sugli equlibri artistici della coppia interviene Mia: "Abbiamo modus operandi diversi, lui è la parte più attiva dal punto di vista musicale, ha le idee per le melodie e ci studia, io che sono danzatrice e coreografa mi occupo della produzione, dell'organizzazione, scrivo i testi in inglese sulla linea melodica che lui mi da e gli do un significato, ci tengo che raccontino qualcosa. Voglio indagare nell’io più interiore, tra istinto e sesto senso". Entrambi sono decisi sul valore del rigore della pronuncia.

Cosa accadrà dopo Hallelujah For Tonight? C'’è un pacchetto di 9/10 pezzi racchiudibili in un album scelti tra i 21/22 provini fatti negli anni. Il pensiero vira su un concept che racchiude tutto il percorso dall’inizio: "Il terzo singolo è quasi pronto, c’è già anche il video, è bello averlo pronto. Io riparto con la band ma quando ci sarà una pagina libera nell’agenda tornerò su questo progetto. Di certo le cose non devono accavallarsi e non sappiamo se uscirà entro l’anno il nuovo brano". Qui si sente nella voce di Danilo un misto di emozione e commozione: "Pensare come è nato 10, 12 anni fa mai avrei immaginato che oggi ci sarebbe stata una realese, un video con 25mila visualizzazioni". Infine parlando di live si nota come la forma mentis di Mia e Danilo sia differente. Lui dice che "ci penseremo. Sarà uno stimolo per rimetterci in gioco, una forma inedita di testare le nostre capacità". Si ipotizzano fantasia e un dj set con coreografie poi Mia sale decisa sul palco: "Lo ho già in mente, lo vedo come uno show con quadri, performer e tecnologie moderne, laser e scenografie ribaltabili". Ai supplementari Trento batte Salento 2 a 0. A proposito sulla cover di Hallelujah For Tonight c'è un cane: è un Jack Russel di 9 anni che si chiama Berta e sul set si è mangiato otto etti di prosciutto. Halleluja!