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In her bones, il progetto visionario di Eugenia Post Meridiem

Musica

Fabrizio Basso

In Her Bones è l'album d'esordio degli Eurenia Post Meridiem. Arte e poetica sono i pilastri dell'immaginario del gruppo e si impongono come la chiave di lettura di tutto ciò che vivono e li circonda. L'INTERVISTA

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(@BassoFabrizio
Inviato a Carpi)


L'energia dei vent'anni, la vicinanza dei trentenni, il rispetto di chi viaggia negli anta. Poche volte mi è capitato di trovare un gruppo così giovane e così strutturato. Almeno musicalmente. Poi la giovane età e la limitata esperienza qualche spigolo ancora lo posseggono. Ma hanno un futuro da mordere. Perché le idee sono chiare. Eugenia Post Meridiem nasce nell'estate 2017 dall'incontro di Eugenia (voce e chitarra) con Matteo (basso), Giovanni (chitarra solista e tastiere) e Matteo (batteria e percussioni). Lavorano tre mesi a Lisbona poi Eugenia riprende il progetto presentandolo dal vivo con una serie di date in Liguria, sia in full band sia da sola, proponendo brani che fanno emergere la sua splendida voce e le sue potenzialità come songwriter. Suonano al Mi Ami, all'Home Festival e insieme ad Anna Calvi a UnAltroFestival. Ora girano l'Italia.

Giovani ma strutturati.

Suoniamo insieme da un anno e mezzo. E' diffiicile integrarsi nella esuberante scena musicale indie quando noi non ne abbiamo le caratteristiche.
Però fate tanti concerti.
Sì ma resta difficile fare date nei club perché si trova a suonare in contesti differenti, rischi di essere lo sfondo del pianobar.
Ciò non toglie che siate amati.
Quando la gente va in ubn locale per ascoltare musica, ci chiedono il disco e fanno complineti. Siamo circondati da indie e trap ma c’è chi ci apprezza.
I vostri testi?
Ricorriamo alla forna canzone, a moduli che vadano oltre le strutture classiche.
I vostri pezzi sembrano un album fotografico: l'inglese non è un limite?
Se Eugenia fosse stata in grado di trasmettere le stesse emozioni cantando in italiano lo avremmo fatto, è una questione puramente musicale. A lei non piace la sua voce in italiano.
Quindi lasciamo perdere l’italiano?
Non siamo in grado l’italiano. Il nostro obiettivo è fare musica per esprimerci non inseguire le visualizzazioni col reggateon. Sono tutte scelte puramente musicali.
Il pensiero?
Fare musica che se ascoltassimo noi diremmo: ci piace, ascoltiamola.
Vivete di musica?
Ci proviamo, in due siamo al conservatorio, uno fa la magistrale in Filosofia ed Eugenia Lettere a Bologna.
La formazione musicale?
Tra autodidatti e Led Zeppelin. Tanti input arrivano dai genitori.
Perché Post Meridiem?
Meriggio è un concetto importante, è un simbolo di contemplazione, uomento di contemplazione. Magari domani sarà arte pittorica oggi è la musica.
Ruoli definit nella band?
Siamo interscambiali. La linea vocale resta di Eugenia. Procediamo per dare una impronta più netta alla scrittura. Ci conserviamo libertà individuali.
Come ve la cavate con la rete?
La connessione tra la sua voce e le idde musicali e testuali resta la nostra priorità. E’ al primo posto.
Siete social?
Siamo figli di questa epoca che permette di accedere a qualunque cosa. Non la vediamo così grigia la situazione. Ciò mndetto quella social è la nostra pecca più grande, non siamo abituati. Ne siamo coscienti. E’ una questione di mentalità.
La musica ha un valore?
Non è misurabile. L'importante è un rapporto onesto con lei.
State pensando a quale futuro?
Scriviamo nuovi pezzi. Ci stiamo avvicinando alla musica black. Si va in quella direzione. Stiamo anche provando a scrivere a un po’ rappato.
La collaborazione ideale in quella direzione?
Ci piacerebbe con Kendrick Lamar.