Noel Gallagher e i suoi High Flying Birds in concerto in Piazza Sordello a Mantova. Novanta minuti di concerto davanti a un pubblico entusiasta. Non sono mancati i brani degli Oasis e un omaggio ai Beatles. Torneranno in Italia il 15 e 16 febbraio 2020 a Roma e a Milano. LA RECENSIONE
(@BassoFabrizio
Inviato a Mantova)
Ti appare dietro un angolo, Piazza Sordello, con tutta la sua storia e le sue storie, la tua storia e le tue storie. Ieri sera, 9 luglio, era vestito a festa, questo luogo fascinoso di Mantova. Sul palco Noel Gallagher e i suoi High Flying Birds che aprono la rassegna di concerti dell’estate mantovana in una delle più suggestive piazze della città. Aspettando il nuovo album, la band naviga per il mondo sulla scia del successo degli ultimi anni. Puntuale come sempre, il maggiore dei fratelli Gallagher sale sul palco insieme alla band e parte subito alla carica con Fort Knox, brano d’apertura del loro ultimo album Who built the Moon? del 2017. Con Holy Mountain Noel presenta la sua crew, ma è una introduzione veloce, il ritmo dello show resta alto e arrivano Keep On Reaching, It’s a Beautiful World e She Taught Me How To Fly. Gli High Flying Birds hanno eseguito i primi cinque pezzi nella medesima successione dell’album e le pause tra un brano e l'altro sono dettate unicamente dai continui cambi di chitarre del frontman.
L’ex Oasis spiaccica a stento qualche parola e con un This song is for you presenta al pubblico il nuovo singolo della band, Black Star Dancing, con sonorità decisamente più disco e dunque molto lontane dal brit-pop a cui siamo stati abituati. Segue Rattling Rose, brano anch’esso contenuto nell’EP Black Star Dancing, uscito il 14 giugno di quest’anno (il nuovo album si intitola Why Me? Why Not. ed è in uscita il prossimo 20 settembre). Dopo le due novità la band si ritira e lascia Noel solo sul palco, illuminato da un fascio di luce per l’intensa Dead in the water. Ed ecco finalmente ciò che tutti aspettavano: una carrellata di pezzi all’insegna della nostalgia, una profonda, intensa incursione nell'epica degli Oasis. Liam e Noel Gallagher sono molto spesso sotto i riflettori a causa delle loro continue baruffe e degli insulti che si scambiano sui social, ma in Piazza Sordello Noel lascia spazio solo alla musica e pare quasi divertirsi nel vedere la gente così coinvolta a cantare insieme a lui canzoni che hanno fatto la storia. The importance of being Idle, Little by Little, Whatever, The Masterplan, Half the world away, Stop crying your heart out non hanno certo bisogno di presentazioni ma solo di essere accompagnate da un immenso, spontaneo coro.
I musicisti si concedono qualche minuto di pausa dietro le quinte e rientrano per la chiusura del concerto che prevede Aka...What a life! del 2011 e poi l'immensa Don’t look back in anger, in cui Noel Gallagher ha voluto far cantare per un po’ il pubblico da solo. Per il gran finale The Chief omaggia i Beatles, forse la band inglese che più ha ispirato la carriera degli Oasis e che accomuna i litigiosi fratelli: All you need is Love è un inno all’amore e alla semplicità, un pezzo che non stanca mai, il giusto tributo a una delle band che più hanno cambiato il corso della musica negli ultimi 50 anni. Novanta minuti di concerto, come una partita del suo Manchester City, che sono volati e che ci hanno fatto cantare tanto e hanno riacceso la voglia di una serata tutta...Oasis.