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Giuseppina Torre in Life Book esorcizza il passato e inizia una nuova vita

Musica

Fabrizio Basso

Giuseppina Torre (ph Phil Travis)

Anticipato dai singoli Never look back e Gocce di veleno è disponibile Life Book, il nuovo album di composizioni inedite di Giuseppina Torre. Leggi l'INTERVISTA

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(@BassoFabrizio)

Giuseppina Torre esorcizza il passato e con Life Book racconta la sua nuova vita, umana e artistica. Un inno al coraggio, alla forza e alla determinazione. La consapevolezza di mettere se stessa al centro del mondo. Nelle sue composizione c'è tutta la gioia per i colpi di scena che riserva la vita e la bellezza di voltare le spalle al passato quando comprendi che ti liberi di una scia di falsità. Questo il pensiero dell'artista siciliana che ho intervistato.

Life Book è il racconto della tua libertà: come nasce?
Arriva da anni di incubazione. L'inizio della fase creativa è Rosa tra le Rose, il brano dedicato a mia mamma Rosa amante delle rose.
Un disco introspettivo.
Ho raccolto in musica gli ultimi anni della mia vita.
Che mi pare siano stati complessi.
Molto e grazie alla musica sono rinata.
Sintetizza il tuo percorso il brano La promessa.
La ho fatta in primis a me stessa ed è quella di non farmi condizionare da altri, situazione che per anni ho agevolato.
Che sensazione dà la libertà?
All'inizio ero incredula, mi domandavo se fosse la scelta giusta. Ho un carattere che mi porta spesso a sognare.
Come interpreti i sentimenti? Oggi corrono sui social.
Siamo passati dai cibi fast food ai sentimenti fast food. Un animo sensibile si sente disadattato.
La tua sensibilità è alta?
Mi ritengo limpida e sincera. D'altra parte con l'arte l'animo si deve ingentilire.
Cosa c'è dietro i social?
Persone frustrate. ma ho anche imparato che non sempre quello che decidono corrisponde a come sono veramente. Spesso ci sono animi sensibili che si sono omologati a certe regole per non sentirsi a disagio.
Sei trasparente?
Credo che sia giusto mettere a nudo i sentimenti. E sia giusto dire quando e come cambiano.
In Un mare di mani parli delle stragi silenziose dei migranti in mare.
Cercano un futuro migliore e si ritrovano carne da macello. A me è capitato di vedere cosa accade quando quei barconi arrivano in porto. Andrebbe vista dal vivo quella scena mi mani allungate in cerca di altre mani.
Ci sono molti modi di allungare le mani.
Io le mani che mi accogliessero le ho cercate in altri contesti.
Cosa hai imparato?
Che bisogna essere umani oltre la politica, le convenzioni, le vergogne.
L'album si chiude con Never Look Back: davvero non ti guardi più indietro?
Ho fatto quattro anni percorso interiore durante il quale ogni due passi avanti ne facevo dieci indietro.
Ora?
Ho chiuso le porte al passato e sono fiera delle mie cicatrici perché mi hanno fatta ritrovare.
La tua estate?
Come si dice in questo periodo è working in progress.