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Patti Smith: le 5 canzoni più famose

Musica

Andrea Cominetti

Da «Because the Night», il suo brano "per eccellenza", fino a «Redondo Beach»

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Rocker, cantautrice, poetessa, fotografa, pittrice. Le parole non bastano quando si parla di Patti Smith, tra le figure più carismatiche della storia della musica. Al punto da essere soprannominata «sacerdotessa del rock» e inserita nella lista dei 100 migliori artisti di tutti i tempi. Qui, di seguito, le sue cinque canzoni più famose.

Because the Night

Registrata in origine da Bruce Springsteen durante le sessioni del suo album «Darkness on the Edge of Town», passa a Patti Smith quando il rocker si accorge che non avrebbe trovato posto nel suo disco. Smith, quindi, la rimaneggia, cambia il testo rendendolo adatto a una donna, e la inserisce nell’album «Easter», pubblicato nel 1978. Prima estratta dal disco, riscuote un notevole successo ed è - a oggi - considerata «la» canzone per eccellenza di Patti Smith.

Gloria

Traccia di apertura di «Horses», il primo album pubblicato dalla cantautrice statunitense, si tratta di una cover dell’omonimo brano di Van Morrison. Qui Smith decide di riscrivere la prima metà, con versi che giocano tra il sacro e il profano.

People Have the Power

Scritto da Patti Smith e Fred “Sonic” Smith, viene rilasciato come singolo principale di «Dream of Life» datato giugno 1988. Brano particolarmente intimista, nel videoclip ufficiale in bianco e nero si vede una Smith cantare, scrivere e camminare senza una meta precisa.

Dancing Barefoot

Scritto da Patti Smith e Ivan Kral, viene pubblicato come secondo singolo dall'album dei Patti Smith Group «Wave», datato 1979. Il brano è dedicato a tutte le donne, che sono come l’amante dell’artista Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne.

Redondo Beach

Come «Gloria», anche questo brano è contenuto nel disco d’esordio della cantante, che ne ha scritto il testo a seguito di una violenta lite con la sorella Linda. Dal ritmo reggae, racconta del suicidio di una ragazza innamorata di un'altra ragazza ed è stato successivamente reinterpretato da Morrissey (e pubblicato come doppio A-side assieme a «There Is a Light That Never Goes Out»).