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Ainé e la magia di raccontarsi con un Niente di Me

Musica

Fabrizio Basso

Il nuovo album di Ainé è Niente di Me. E' la sintesi naturale di un’evoluzione iniziata con Generation One e proseguita con Uni-VersoPer la prima volta Ainé è autore unico sia dei testi che della musica. L'INTERVISTA

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(@BassoFabrizio)

La scelta dell'analogico dimostra subito il carattere di Ainé, all'anagrafe Arnaldo Santoro, che con Niente di Me (pubblicato per Virgin Records - Universal Music) alza notevolmente l'asticella della sua musica. E non solo. Perché la musica d'autore ha ora un nuovo rappresentate. Lo ho intervistato.

Che sensazione da essere un punto di riferimento?
E' bellissimo ma soprattutto è uno stimolo in più per fare un certo tipo di musica e per lavorare su un nuovo sound.
Niente di me è lei allo specchio?
S', sono io. Mi mostra per quello che sono. Sono canzoni limpide.
I fan apprezzano.
Percepisco. Io da parte mia cerco di rispondere a tutti coloro che mi scrivono.
Come nasce una tua canzone?
La melodia viene subito bloccata sul cellulare. Poi procedo con una prima stesura al pianoforte e quindi si passa ad altri strumenti e alla condivisione con la bvand per una veste definitiva.
Convivi bene con la popolarità?
Un po' mi spaventa ma fa parte di questo lavoro e fa piacere.
Che significa Niente di Me?
E' una frase a effetto, provocatoria e ironica ma che ha raggiunto il suo scopo: incuriosire, fare parlare. Tuttim mi chiedono che significa...niente di me è anche raccontare tutto di me.
Parliamo di sincerità?
Esserlo più possibile, non avere paura di mettersi a nudo.
Certe sue canzoni sono prese a esempio dai giovani: si sente responsabile di quello che scrive?
Un messaggio positivo va sempre lanciato. Per me non è difficile raccontare visto che spesso parlo di me. Non mi faccio troppi problemi né pensieri e la mia soddisfazione è quando chi ascolta si immedesima.
Quale la sua formula vincente?
Affrontare tematiche che fanno parte della vita quotidiana, che ognuno incontra e attraverso le mie parole può fare sue.
C'è stato un momento nel suo percorso artistico in cui ha capito che la musica sarebbe davvero stata la sua vita?
Di certo l'esperienza teatrale con Gegé Telesforo. Dai 17 anni, e ora ne ho 28 anni, in avanti ho investito nella musica. Con Telesforo la passione è diventata lavoro perché venivo pagato per suonare.
Un momento speciale?
Tanti. Mi viene da dire quando ho suonato il piano nel video di Giorgia Non mi Ami. E poi quando mi ha chiamato a duettare con lei in Stay.
Il tour parte il 27 febbraio da Roma.
Salirò sul palco con tutta la band. Lo show sarà diviso in tre parti e ricorrerò a importanti elementi visuali.
Coraggioso a partire da un luogo sacro come l'Auditorium Parco della Musica di Roma.
E' la mia città. Appena mi hanno proposto l'Auditorium ho detto sì. Come si dice dalle mie parti, sarà una partenza a schiaffoni!