Edoardo Bennato è il Pinocchio & Company Tour 2018: la recensione

Musica

Fabrizio Basso

Edoardo Bennato in concerto
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Compie 40 anni il Pinocchio di Edoardo Bennato. E lui celebra il suo Burattino senza fili con un tour che è un viaggio nei sentimenti. Siamo andati a vedere il suo debutto a Bologna

(@BassoFabrizio
inviato a Bologna)


Non c'è età per le favole. Pinocchio, la creatura inventata da Carlo Collodi, è tra i personaggi immaginari più amati. E più replicati. Tra le (re)interpretazioni migliori c'è quella, di 40 anni fa, firmata da Edoardo Bennato. Oggi ci accorgiamo di quanto quei vibranti anno Settanta sia lontani ma sappiamo che c'è la possibilità di tornarci, anche se solo per una sera, solo per qualche ora. Edoardo Bennato celebra i 40 anni del suo Burattino senza Fili con un tour che è una cavalcata imperiosa in quattro decenni, che racconta come è cambiato il mondo e come siamo cambiati noi. Ma anche come non siamo cambiati. Siamo andati a Bologna per immergi nella favola.

Il sipario si apre con le note degli archi del Quartetto Flegreo, poi appare il cantautore napoletano e la festa parte con Dotti Medici e Sapienti. Quindi In Fila per tre, Fantasia e l'ipnotica L'Isola che non c'è, brano che viene accompagnato da tutto il pubblico presente. Sembra quasi che Bennato, forse per l'emozione, faccia fatica a far decollare la voce. Ci vuole un po' di riscaldamento prima che Bennato posso decollare. La prima parte, quella con gli archi, si chiude con La fata, Detto tra noi (che con le sue costruzioni di porti, autostrade e Cantautore.

Ora Edoardo Bennato è da solo al centro del palco. Ha la sua chitarra, quella che nei sogni di bambino era una spada, e propone in acustico Abbi Dubbi, Sono solo canzonette e l'adrenalinica e disturbante, per la sua inquietante attualità, Il Gatto e la Volpe. Ora anche la voce si è scaldata e siamo pronti per la sezione più lunga dello spettacolo, quella rocjk con la band. Si apre con Stop America accompagnata da un video che in mezzo a leggende quali Elvis Presley, Martin Luther King, Marylin Monroe e il presidente kennedy mette un caricaturale Trump. Seguono Sarà falso sarà vero e Mangiafuoco con questo "cattivone" che assomiglia terribilmente a Karl Marx. Ci sono poi la suggestione di Quando sarai grande e il ritmo delle ultime due arrivate che l'artista ha intitolato Mastro Geppetto e Lucignolo, due figure che mancavano nell'album originale e quindi vanno a completare la galleria di figure collodiane.

Ora, sempre con la band, si torna a casa, si torna a Napoli con grinta e cattiveria per celebrare una città che è la più bella del mondo ma sa anche essere matrigna. Bennato canta A Napoli 55 è 'a musica e Vendo Bagnoli. E il momento più impegnato della serata. Che alza i toni con La calunnia è un venticello che è accompagnata dalle immagini di Mia Martini ed Enzo Tortora, che per le calunnie sono morti. Un tuffo nel passato con Io che non sono l'imperatore, La Luna, La chitarra, Pronti a salire, Tutto sbagliato baby e Rinnegato.

Marciamo lentamente verso il finale (e alla fine siamo a ridosso delle tre ore di show) con Non è bello ciò che è bello che vede riappare sul palco il quartetto d'archi. Poi è baraonda, ci sono tutti on stage e il pubblico abbandona i propri posti per andare a ballare sotto il palco. Emozioni alte con Un giorno credi e toni altissimi per Il Rock di Capitan Uncino. I bis sono Menomale che adesso non c'è Nerone e In prigione in prigione. La festa finisce, tutti felici, tutti contenti per questo salto nel passato. Ma c'è anche una vena di inquietudine: la tanta attualità dei testi bennatiani sconcerta. Ma a questo ci pensiamo al risveglio.

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