In Evidenza
altre sezioni
Altro

Inutilmente, la sfida di Rosmy al ghosting: L'INTERVISTA

Musica

Fabrizio Basso

Inutilmente è la canzone scritta da Rosmy in collaborazione con Ciro Scognamiglio: affronta il fenomeno molto diffuso del ghosting: non avere il coraggio di affrontare la realtà e di assumersi le proprie responsabilità. Complici di questo atteggiamento i social che rendono sempre più rarefatto il contatto umano. L'INTERVISTA

Condividi:

Nel nuovo singolo tratta il tema del ghosting all’interno delle relazioni: perché hai voluto parlare di questo argomento?
Inutilmente è nata perché intorno a me ho avuto modo di vedere questo particolare fenomeno, che riguarda degli amori che spariscono dopo essersi incontrati, voluti e amati. Tutto finisce all’improvviso senza una motivazione precisa, lasciando l’altro in una condizione di dubbio e disagio, senza possibilità di risposte. Da qui si vive inutilmente, senza un perché e senza una ragione. Ho fatto delle ricerche riguardo il ghosting e ho scoperto che è un tema attualissimo, poiché oggi sembra legittimo il comportamento che si assume sui social, ovvero sparire, bloccare le persone. Questo brano però sta anche a significare che io non voglio vivere inutilmente e grazie alla musica mi sono salvata, come dimostra il video in cui mi trovo isolata su una roccia in mezzo al mare, con la sola compagnia di un pianoforte.
Secondo te qual è il rimedio per vivere in modo sano le relazioni ai giorni nostri?
La cosa più importante è il dialogo, la comunicazione e quindi il confronto, altrimenti diventiamo una società piena di traumi. È bene quindi evitare in principio comportamenti negativi; se dovesse succedere, bisogna trovare la felicità e la forza nelle cose che ci circondano e che ci piacciono.
Con i tuoi brani hai affrontato tematiche sociali, è il tuo vero obiettivo? E credi sia efficace la musica utilizzata per questo scopo?
Io non vado mai alla ricerca del tema sociale, ma mi piace molto ascoltare quello che accade nella società e reinterpretarlo in musica. In realtà non lo faccio volontariamente, è una cosa automatica perché avverto quali sono i disagi sociali e li esprimo. Nel 2005, volendomi riferire all’attentato alle torri gemelle del 2001, ho scritto Tra nuvole e sole, immaginandomi come una persona coinvolta in un attentato terroristico e sottolineando la sofferenza gratuita che causano questi eventi. Con la musica voglio non solo emozionare, ma anche dare un aiuto: molte persone mi hanno contattato per ringraziarmi di aver dato loro la forza di reagire dopo il brano Ho scelto di essere libera.
Nel 2016 hai vinto il premio Mia Martini. Com’è cambiata la tua vita da quel giorno?
Ho deciso di scrivere il brano Un istante di noi insieme a Giulio Iozzi, Luca Sala e Kikko Palmosi e dato che mi sembrava molto forte ho voluto partecipare a questo concorso. È stato bellissimo vincere, prima di tutto perché è stata anche una conferma di come il mio percorso da cantautrice sia quello giusto e poi perché la gente ha capito che ho qualcosa da trasmettere. Da qui quindi è partita la mia vera carriera, è stata la spinta decisiva per concentrarmi totalmente in questa direzione.
Sei anche un’attrice teatrale. Adesso ti stai dedicando più alla musica? E quanto è utile per la tua carriera avere anche questo background?
Adesso mi sto dedicando totalmente alla musica, ma sicuramente sono quella che sono anche grazie al teatro che ho fatto per tanti anni. Facevo un teatro civile, raccontavamo i fatti quotidiani adattando testi già esistenti a temi attuali; questo si ritrova anche nella mia musica, perché appunto ho bisogno di raccontare qualcosa di reale e di sapere dove voglio arrivare quando inizio a scrivere un nuovo pezzo. Facevi anche la vocalist all’interno del gruppo The music family, che sono i tuoi fratelli.
Riesci a seguirli  ancora o ti dedichi alla tua carriera da solista?
Per anni abbiamo cantato insieme: io l’unica donna, Roberto polistrumentista e Salvatore alla voce e alla chitarra. Era nato un po’ come un divertimento, facevamo eventi e partecipavamo a matrimoni, poi essendo tra fratelli le discussioni duravano poco per fortuna e c’era sempre un bel clima tra noi. Adesso che io abito a Milano e loro sono in Basilicata è più complicato, stiamo seguendo le nostre strade. Mercoledì 27 giugno sarai a Bologna al Tavolaccio e Giovedì 28 giugno al Ronchi 78 di Milano per presentare il tuo nuovo singolo live, accompagnata da Renato Caruso.
Com’è nata questa collaborazione?
Ci siamo conosciuti durante vari live e ho potuto constatare che è un ottimo chitarrista, ha qualcosa che possiedono in pochi. Abbiamo deciso di fare insieme alcune esibizioni dal vivo, anche perché per me il musicista deve avere un ruolo ben preciso e contrassegnato: ci sono io alla voce e c’è lui alla chitarra, ognuno con una funzione ben definita.
Stai preparando il tuo primo album, come sarà?
Sarà una raccolta dei miei singoli ma conterrà anche brani nuovi, si scoprirà un lato diverso di me. Ho voglia di spaziare anche su altri temi, altri generi…Ci saranno novità!