I Migliori film sui gangster
CinemaDa Il Padrino a Goodfellas, da Le iene a Pulp Fiction, da Scarface a Carlito's Way, da Piccolo Cesare ad Al Capone, la classifica a mano armata dei 20 migliori film di gangster
"I need a gangsta/ To love me better Than all the others do/ To always forgive me/ Ride or die with me/ That’s just what gangsters do".
Cosi cantava Kehlani in Suicide Squad. Un dolente canto d'amore dell'aspirante donna del bandito. Il desiderio malato di Harley Quinn per suo puddin, un joker tutto bling bling, sorrisi e revolver istoriati. Perché il gangster è ormai ovunque. Magari non sfoggia più l'abito gessato, il borsalino e il maxi cappotto doppiopetto con il bavero in pelliccia. Però il criminale ridel, spara e impazza, dai fumetti al cinema, dai libri alle serie tv. La legge della giungla, il diritto del più forte ha persuaso i più che il crimine paghi e paghi bene. Una mutazione svelata alla perfezione dalle pagine di "Il contagio", il capolavoro di Walter Siti.
Certo, il grande schermo come il sogno, ci permette di trasgredire senza danno alcuno. In fondo, diceva Albert Camus: "Ogni uomo è un criminale senza saperlo".
Quindi ecco i migliori gangster della nostra vita. Una top 20 sindacabile e arbitraria. Una classifica in ordine cronologico dedicata a chi con furia (dis)umana sognava di essere sul tetto del mondo. Una graduatoria per tutti quelli che la pensano come quel bravo ragazzo di Henry Hill:
"Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster. Per me fare il gangster è sempre stato meglio che fare il presidente degli Stati Uniti. Quando cominciai a bazzicare alla stazione dei taxi e a fare dei lavoretti dopo la scuola ho sentito che volevo essere dei loro. Fu là che capii che cosa significa far parte di un "gruppo". Per me significava essere qualcuno in un quartiere pieno di gente che non era nessuno. "Loro" non erano mica come tutti gli altri, "loro" facevano quello che volevano, e nessuno chiamava mai la polizia. I ragazzi arrivavano in Cadillac e me le lasciavano parcheggiare. Giorno per giorno imparavo come si campava a sbafo, un dollaro qua un dollaro là. Vivevo come in un sogno."
I MIGLIORI FILM CON I GANGSTER
La promessa dell'assassino (2007)
Viggo Mortensen poggia l' indice e il medio sulla carotide. Una minaccia diventata iconica. Un gesto che si trasfigura in film. David Cronenberg filma un gangster-movie fisico e crudele Con i suoi 43 tatuaggi, il mafioso russo Nikolai Luzhin riscrive la storia del crimine con l'inchiostro della violenza. Si sa: Ogni peccato è macchiato col sangue.
Departed - Il bene e il male (2006)
“Non voglio essere un prodotto del mio ambiente, voglio che il mio ambiente sia un mio prodotto”. Cosi parlò Frank Costello (un luciferino Jack Nicholson). 4 Premi Oscar (finalmente l'Academy premia Scorsese) per un adrenalinico remake di Infernal Affairs, gioiellino del cinema di Hong Kong. Bene e male, poliziotti e criminali danzano una ballata macabra. Leonardo DiCaprio e Matt Damon giocano a rimpiattino con l'identità. Due facce della stessa medaglia, forse falsa.
Donnie Brasco (1997)
Quante sfumature esistono nell'espressione "Che te lo dico a fare'". Infinite, almeno se si passano le giornate con Donnie Brasco alias Joseph Pistone. Ma in fondo è tutto un Fugazi, una truffa, un imbroglio. E a essere fottuto, a cadere nell'imboscata è Benjamin "Lefty" Ruggiero, seconda linea della Cosca dei Bonanno. Ambientato nella New York del 1978 e fotografato con i toni seppia del disincanto, un anomalo film sulle dinamiche delle famiglie mafiose, superbamente interpretato da Al Pacino e Johnny Depp
Casinò (1995)
100 giorni di riprese per raccontare l'evoluzione di Las Vegas. Per usare le parole dice il protagonista del film Sam "Asso" Rothstein: "Oggi la città assomiglia a Disneyland. E mentre i bambini giocano ai pirati, mamma e papà lasciano le rate della casa e i soldi per l'università del piccolo nelle slot machine." Il terzo e ultimo capitolo della trilogia mafiosa di Martin Scorsese finisce come gli "Uomini vuoti" di Eliot, non già con uno schianto, ma con un lamento. I completi eleganti sgargianti di Robert De Niro, la violenta follia di Joe Pesci, il delirio tossicofilo di Sharon Stone, cedono il passo al deserto miserabile della quotidianità
Pulp Fiction (1994)
"Entriamo nei personaggi", perché esiste un cinema prima e dopo Pulp Fiction. Basti pensare a Ezechiele 25,17, alla valigetta di Marcellus Wallace, al ballo fra John Travolta e Uma Thurman. Quentin Tarantino riscrive un genere, rigenera carriere. Come l'orologio d'oro custodito gelosamente da Christopher Walken, Pulp Fiction detta i tempi del genere gangsteristico, tra l’originalità della violenza, la violenza dell'originalità. Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
Sonatine (1993)
"Sono veloce a sparare perché sono veloce ad avere paura"- "Ma della morte non hai paura?". "Quando vivi nella paura arrivi al punto che vorresti essere morto". Scritto, diretto e interpretato da Takeshi Kitano, una capolavoro disperato e quasi astratto. Yakuza e ragazze da salvare, mare e strade deserte, un film sospeso nel tempo e nello spazio. Il gangster come distratta metafora della condizione umana.
Carlito's Way (1994)
“Me ne sto andando, lo sento. Ultimo giro di bevute, il bar sta chiudendo. Il sole se ne va. Dove andiamo per colazione? Non troppo lontano. Che nottata... Sono stanco, amore. Stanco... " L'epitaffio di Carlito Brigante, portoricano che è vissuto pure troppo. L'ultimo dei Mohicani, un gangster con un cuore per la New York degli anni 70. Il mondo ormai appartiene ai Benny Blanco. Ennesimo capolavoro di Brian De Palma con un grandissimo Al Pacino e un mostruoso Sean Penn nei panni del mefistofelico e cocainomane avvocato David Kleinfeld.
Le Iene (1992)
Il folgorante esordio di Quentin Tarantino. Un capannone e un mucchio selvaggio di gangster che portano tutti in nome di un colore. Flashback, dialoghi bizzarri, "like a virgin " di Madonna, duelli alla Sergio Leone e alcune sequenze da antologia della storia del cinema. A partire dai titoli di testa con i criminali che camminano in slow motion sulle note di "Little Green Bag".
Goodfellas-Quei bravi ragazzi (1990)
Ragazzi di Famiglia, tra sangue e spaghetti al pomodoro. La storia vera del malavitoso Henry Hill (documenta da Nicolas Pileggi) si trasfigura nell'ascesa e caduta di un gangster che non voleva essere una normale nullità. "Ci trattavano come delle stelle del cinema, ma eravamo più potenti, noi avevamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza di cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis... le chiavi di una dozzina di appartamentini in città... scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica e sperperavo le vincite la settimana dopo, oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli allibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente. Quando eri in bolletta, andavo a rubare un altro po' di grana. " Oscar strameritato a Joe Pesci che veste i panni del folle e sadico Tommy.
King of New York (1990)
Un Cristopher Walken da Oscar per una parabola notturna e violenta firmata da Abel Ferrara. Uscito da carcere, il boss della droga Frank White vorrebbe donare al Bronx, il suo quartiere d'origine, un nuovo ospedale. Ma il bene si trasfigura in male e viceversa. Fra sparatorie e inseguimenti notturni, un film anticonvenzionale e travolgente, tant'è che ispirò la carriera del rapper The Notorious B.I.G.
Gli Intoccabili (1987)
« Sei solo chiacchiere e distintivo, chiacchiere e distintivo, solo chiacchiere e distintivo! » Una battuta trasfigurata in tormentone per un affresco potente e sontuoso, ispirato all'autobiografia dell’agente federale Eliot Ness, che aveva già dato vita negli Stati Uniti a una serie televisiva. Premio Oscar a Sean Connery come miglior attore non protagonista e sublime omaggio di Brain De Palma alla corazzata Potëmkin con la carrozzina che "scende" le scale del Gran Central Station. Poliziotti che vestono Armani e oggetti di scena (bottiglie di acqua di colonia, pennelli da barba) appartenuti al vero Capone, per un film sceneggiato alla perfezione da David Mamet.
C'era una volta in America (1984)
"L'impresa del padre dello spaghetti western è prodigiosa. Con la maestà di un Orson Welles, 30 anni dopo ha raccolto l'eredità di un certo cinema hollywoodiano. Farà la storia del cinema." Così scriveva 2Le Nouve Observateur". dopo la proiezione del film al Festival di Cannes. Il capolavoro di Sergio Leone , la cui lavorazione durò un anno, è una sorta di recherche in chiave gangsteristica, sospesa fra il sorriso più bello della storia del cinema e dialoghi epocali ( «Che hai fatto in tutti questi anni Noodles?». «Sono andato a letto presto» ) Un' epopea struggente e criminale, ma anche il sogno lisergico di un oppiomane.
Scarface (1983)
Con la prepotenza del bianco alcaloide made in Colombia, un film che è entrato a far parte dell'immaginario collettivo. Con 42 cadaveri alle spalle Tony Montana (il regista Brian De Palma chiamo così il protagonista per rendere omaggio al suo giocatore di football preferito) si prenderà il mondo, perché il mondo suo. Un antieroe sgargiante e feroce, consapevole che "queste mani pelano cipolle, ma dovrebbero raccogliere oro per le strade". Ispirata al Tony Camonte di Scarface di Howard Hawks che si era ispirato a sua volta ad Al Capone, la pellicola, sceneggiata da Oliver Stone, sfoggia un cast in stato di grazia e un Al Pacino mostruoso.
Milano Calibro 9 (1972)
"Tu, uno come Ugo Piazza non lo uccidi a tradimento! Tu, uno come Ugo Piazza non lo devi neanche toccare! Tu, uno come Ugo Piazza non lo devi neanche sfiorare! Tu, quando vedi uno come Ugo Piazza il cappello ti devi levare!" Colonna sonora da urlo firmata da Luis Bacalov. Gastone Moschin e Mario Adorf in stato di grazia.
Fernando di Leo dirige superbamente il Pimo capitolo della trilogia del milieu. Indimenticabile Barbara Bouchet in versione Go-Go-Dancer.
Il padrino (1971)
"Io ho sempre lavorato e non ho rimorsi, ho avuto cura della mia famiglia e ho sempre rifiutato di fare il pupo attaccato ai fili tenuti in mano da quei pezzi i' novanta. E non ho rimpianti, era la mia vita, ma pensavo che un giorno finalmente sarebbe toccato a te tenere i fili. Il Senatore Corleone, il Governatore Corleone oppure non so... " Con queste parole Don Vito Corleone parla a cuore aperto al figlio Michael. Per la mafia, la famiglia viene prima di tutto, fra offerte che non si possono rifiutare, donne come lupare e veri amici pronti a tradire. Marlon Brando, con le guance gonfie di cotone e la voce che imita quella di Frank Costello, diventa uno delle icone più celebri della Storia del cinema. L'allora semisconosciuto Francis Ford Coppola vince tre Oscar: Miglior film, Miglior attore protagonista (Marlon Brando), Migliore sceneggiatura non originale (Francis Ford Coppola e Mario Puzo).
I Senza nome (1970)
"Buddha prese un pezzo di gesso rosso, tracciò un cerchio e disse: Se è scritto che due uomini, anche se non si conoscono, debbono un giorno incontrarsi, può accadere qualsiasi cosa e possono seguire strade diverse. Ma il giorno stabilito, ineluttabilmente, si ritroveranno in questo… cerchio rosso”. Si apre con questa citazione, il penultimo film di Melville. Alain Delon, Gian Maria Volonté e Yves Montand: tre mostri sacri per un capolavoro desaturato e minimalista. Un polar tutto giocato sulla sottrazione. Il meno è il meglio.
Gangster Story (1967)
Il film che reinventa il gangster-movie alla fine degli anni Sessanta. La cameriera Bonnie Parker (Faye Duanway) e il ladro d'auto Clyde Barrow (Warren Beatty) sono la coppia di banditi più bella del mondo e ci dispiace per gli altri. Un amore criminale da 1167 colpi d'arma da fuoco e da due premi Oscar. Come dichiaro il resista Arthur Penn. "“Il mio film non vuole avere alcun carattere documentaristico. Volevo fare un film romantico, perciò l’abbiamo girato a colori. Volevo girare un film moderno con fatti del passato. L’azione si riferisce ad un periodo preciso della storia degli Stati Uniti. Volevo collegarmi alla situazione economica. È la spiegazione più logica che si possa dare di Bonnie e Clyde: era ciò che succedeva dal punto di vista economico in quel periodo in quel paese […]. Era una specie di omaggio a John Ford, pensavo a Furore."
La Furia Umana (1949)
Un gangster movie al calor bianco. Un film fiammeggiante. Una pellicola che ti brucia dentro. L'ascesa e la caduta di Arthur Cody Jarrett, il furioso criminale dallo smisurato ego, pari solo al suo complesso di Edipo, è una pietra miliare del cinema mondiale. Impossibile non farsi trascinare dalla corsa del sadico bandito che infine arriverà sul tetto del mondo. James Cagney è, al solito, straordinario.
Nemico Pubblico (1931)
Un pompelmo gonfio di misoginia spremuto sulla guancia della malcapitata pupa del gangster e un finale crudo e freddo simile a un cadavere impacchettato come un regalo sgradito, mentre un giradischi suona a loop "I'm Forever Blowing Bubbles". Basterebbero queste due scene a far entrare nella Storia del cinema il gangster-movie firmato da William A. Wellman. James Cagney è un villain immenso e assai credibile (tant'è che all'epoca quando entrava in un ristorante i camerieri gli offrivano un pompelmo). Il film è ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto negli Stati Uniti durante il proibizionismo.
Piccolo Cesare (1930)
"Ti ho detto che nessun fetente riuscirà mai a mettere i braccialetti a me." Parola di Cesare Rico Bandello detto Little Ceasar. Insuperabile l'interpretazione di Edward G. Robinson nei panni del feroce gangster. Ritmi asciutti e serratissimi per un film (tratto dal romanzo di W.R.Burnett) che, a causa della censura fascista, fu distribuito in Italia solo nel 1963. Un film dal sottotesto omosessuale con un malavitoso ossessionato dall'amicizia virile. Un balordo che ama dire ""Donne? Ballo? E a che diavolo servono? Io non voglio ballare: preferisco far ballare il prossimo.”.