F1 e il grande ritorno dei blockbuster estivi

“F1 – Il film” di Joseph Kosinski, al cinema in questi giorni con Warner Bros., non è solo l’incasso cinematografico più importante per Apple . E non è nemmeno un film che vuole concentrarsi unicamente sulle corse d’auto . “F1 – Il film” è soprattutto l’ultimo tassello di un mosaico molto più grande, che vuole riportare il pubblico in sala e che vuole dare nuovo lustro ai blockbuster estivi. Basta dare un’occhiata alle persone che ci sono dietro per capirlo. Abbiamo già citato il regista, Joseph Kosinski, che tre anni fa ha diretto “Top Gun: Maverick”. Ma vale la pena soffermarsi pure su chi lo ha prodotto, e cioè Brad Pitt, che interpreta il protagonista, Sonny Hayes, e Jerry Bruckheimer. La sala prima di tutto Se la Plan B di Pitt si è specializzata nel corso degli anni in film di vario tipo, dal cinema più indipendente a quello di genere, Bruckheimer ha lavorato ad alcune delle saghe più famose e redditizie della storia del grande schermo. Prima abbiamo parlato di “Top Gun”, ma Bruckheimer ha contribuito attivamente anche a “Pirati dei Caraibi” e a “Bad Boys”. Insomma, “F1 – Il film” sembra rientrare in un piano più ampio, che non andrebbe minimamente sottovalutato. Per alcuni produttori la sala, intesa come spazio distributivo, continua a essere ancora centrale. Lo streaming viene dopo, in un altro momento. Queste intenzioni e questa voglia di coinvolgere il pubblico generalista vengono espresse dalla stessa trama di “F1 – Il film” che, come dicevamo poco fa, non si limita a essere solamente un film di corse. Anzi, in modo quasi paradossale, è più un film sul cinema e su quella che è la macchina produttiva e tecnica che si cela dietro ogni pellicola. Una messa in scena spettacolare A parte il protagonista, vengono esaltati il lavoro di squadra e la lungimiranza di quelli che sanno farsi da parte. La spettacolarità della messa in scena e il desiderio di affidarsi il meno possibile alla computer grafica e agli effetti speciali sono un lascito di un modo vecchio di immaginare e pensare i film. Ma non per questo, attenzione, va considerato superato o fuori tempo massimo. “F1” è, sotto diversi punti di vista, un blockbuster estivo. Grossa produzione, grandi star , l’intenzione di parlare a una fetta di pubblico di appassionati, come quelli che seguono la Formula 1. E poi riprese dal vivo, in pista. Una scrittura che non subisce grossi condizionamenti esterni, ma che prova a rimanere lineare e, tutto sommato, semplice. Voglia di blockbuster Se “Top Gun: Maverick” è stato in grado, come ha detto Steven Spielberg, di “salvare il cinema”, “F1 – Il film” ha dovuto fare i conti con altre necessità e con un’industria alla ricerca di equilibri differenti. È evidente, però, la determinazione del mercato nord-americano di voler andare avanti con produzioni ricche, muscolari, pensate esattamente per il periodo estivo . A parte “F1”, vanno citati “Superman”, i “Fantastici Quattro” e “Jurassic World: Rebirth”. I produttori come Bruckheimer fanno parte di un altro mondo e hanno una visione quasi radicale del cinema. Non hanno ricette sicure o assolute, da ripetere ogni volta in modo religioso. Hanno qualcos’altro. E cioè un’idea di intrattenimento e di esperienza della sala che appartengono a un’epoca diversa, una in cui non c’era lo streaming e le uscite home video arrivavano dopo molto, molto tempo. Un cinema quasi nostalgico Avere star del calibro di Brad Pitt, insistere sull’autenticità delle riprese e della messa in scena e provare a sfruttare la dimensione e la potenza del grande schermo sono delle coordinate precise che non vanno prese sottogamba, ma tenute sempre in altissima considerazione. “F1 – Il film” è l’ultimo rappresentante di un cinema estivo, ben strutturato e dalle grandi aspettative. Per certi versi, è quasi nostalgico, perché non sembra essere minimamente intenzionato ad adattarsi o a seguire le nuove mode. “F1” è come il suo protagonista, il Sonny Hayes di Brad Pitt: estremamente fiducioso delle proprie capacità e della propria esperienza, pronto a mettersi di traverso rispetto a un particolare modo di pensare, solo apparentemente innovativo; deciso a rischiare ogni cosa per ottenere quello che vuole di più. E se per Sonny Hayes si tratta della vittoria di una delle corse della Formula 1, per il film di Kosinski si tratta invece della possibilità di divertire il pubblico regalandogli un’esperienza degna di questo nome.

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