“KPop Demon Hunters”, un film d'animazione tra ricercatezza e ironia

“KPop Demon Hunters”, il film di Maggie Kang e Chris Appelhans distribuito da Netflix, non è quello che sembra. O almeno, non è solamente quello che sembra. Sì, è un film animato, che sfrutta il 3D , che racconta la storia di un gruppo di cantanti kpop che combattono il male e i demoni. Ma è pure una commedia estremamente matura, capace di trattare temi diversi, di prendere in giro – e in modo nemmeno così velato, volendo essere onesti – una certa ossessione per un certo mondo e una certa cultura. Un interessante lavoro di scrittura All’inizio “KPop Demon Hunters” doveva contenere inserti di 2D e rifarsi ai film dello Spider-Verse . Kang e Appelhans, però, hanno deciso di evitare, di concentrarsi completamente sul 3D, per sviluppare uno stile proprio. Il risultato finale è un film che si divide in modo equilibrato tra ricercatezza – per alcune inquadrature, per le luci; per la forza drammatica di determinate scene – e pura ironia. Il design delle tre protagoniste, che si presta così bene a qualunque cambio di tono e di marcia, è uno dei punti di forza dell’intero racconto. Soprattutto, però, è interessante il lavoro che è stato fatto in fase di scrittura, con una ridistribuzione intelligente di sequenze più o meno seriose, legate al passato tragico dei personaggi, e sequenze che sfociano – con successo – nella satira sociale. Critica e accettazione “KPop Demon Hunters” non prende di mira i fan del kpop; prende di mira, al contrario, la superficialità con cui alcune persone vivono le loro passioni. E quindi: intromettendosi nella vita privata dei loro cantanti preferiti, cercando il dramma, la rottura, la finzione; confondendo conoscenza e amicizia, e abbandonandosi a meccanismi parasociali e facilmente fraintendibili. Oltre a questo, però, “KPop Demon Hunters” sviluppa anche una trama orizzontale che parla di accettazione e differenze, di segreti e amicizia. E, sotto questo punto di vista, segue un percorso abbastanza tradizionale e prevedibile: l’eroe che fa quello che fa più per la paura di essere smascherato che per il desiderio di fare del bene. Un film che non si prende sul serio “KPop Demon Hunters” non si prende sul serio, e non ha nessuna intenzione di farlo. E questo è un altro dei suoi punti di forza. Non vuole in nessun modo essere una fotografia precisa ed esaustiva del kpop. Quello è un pretesto, che non sottovaluta e che non prova nemmeno – e l’abbiamo già detto – a banalizzare. È l’unione dei singoli elementi, delle canzoni, della musica, della scelta delle ambientazioni, a rendere “KPop Demon Hunters” così particolare e interessante. Non cerca di coinvolgere un unico pubblico; parla a tutti, e lo fa con quella chiarezza tipica di certi film animati, che contengono dentro di sé molteplici piani di lettura. Tre ragazze, tre amiche, diventano popstar per combattere il male. Ma dove inizia il loro rapporto con il successo e dove inizia, invece, la consapevolezza di sé stesse come persone? Non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta Come in tante altre storie, c’è spazio anche per un ribaltamento delle prospettive, con i cattivi che non sono del tutto cattivi ma condizionati dalle scelte sbagliate che hanno preso e vittime del loro passato. “KPop Demon Hunters” sembra suggerire che non è mai troppo tardi per cambiare e per fare – per provare a fare, almeno – la cosa giusta. Ma al di là di questo, è il resto – le dinamiche social, i tour, la macchina spietata del marketing, le aspettative, il rigurgito costante di pettegolezzi – a rendere così reale e sincero l’universo narrativo del film. Divertente e intelligente L’assurdità di certe sequenze si sposa perfettamente con la serietà di altre, e la caratterizzazione dei personaggi, a cominciare dalle tre protagoniste, segue una strada ibrida, tra ricercatezza, studio di design e necessità narrative . È divertente, “KPop Demon Hunters”. Ed è intelligente. Proprio perché non si abbandona, né in un senso né nell’altro, alla retorica che circonda il kpop. Non prende decisioni scontate. O perlomeno, quando lo fa, prova sempre a offrire un punto di vista alternativo al proprio pubblico. Che, intendiamoci, non è facile da identificare. “KPop Demon Hunters” si rivolge a tutti, lo ripetiamo: a chi ama l’animazione, a chi ama il kpop; e a chi, molto più semplicemente, cerca un film da vedere.

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“KPop Demon Hunters”, un film d'animazione tra ricercatezza e ironia