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Morto a 57 anni Adam Somner, storico assistente alla regia

Cinema
©Getty

Gigante del cinema, ha contribuito ad alcuni tra i migliori film di Steven Spielberg, Martin Scorsese, Paul Thomas Anderson, Ridley Scott e Alejandro Gonzales Iñárritu. Era malato di cancro alla tiroide

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È morto giovedì 28 novembre, all’età di 57 anni, Adam Somner, straordinario assistente alla regia di maestri del calibro di Steven Spielberg, Martin Scorsese, Paul Thomas Anderson, Alejandro Gonzales Iñárritu e Ridley Scott. Era malato di cancro anaplastico della tiroide, l’annuncio della scomparsa è stato dato da un portavoce della famiglia.

I grandi film

Nato nel Regno Unito, Somner, ha lavorato con Spielberg in West Side StoryLincolnIndiana Jones e il Regno del Teschio di CristalloReady Player OneIl Ponte delle SpieMunich; con Scorsese in Killers of the Flower Moon e The Wolf of Wall Street, con Anderson in Licorice Pizza (per il quale ha ricevuto una nomination agli Oscar), Il filo nascostoVizio di formaThe Master e Il petroliere; con Scott in Tutti i soldi del mondoExodus, Il GladiatoreHannibalSoldato Jane; con Gonzales Iñárritu in Revenant – Redivivo e Birdman. Per The Revenant aveva ricevuto un Directors Guild of America Award.

Il ricordo di Spielberg

Steven Spielberg ha condiviso un omaggio al collaboratore scomparso: “Il titolo di assistente alla regia non è sufficiente per descrivere ciò che Adam Somner è stato per me e il contributo che ha dato ai miei film – ha scritto il regista – esattamente come il mio braccio sinistro è più di un aiuto al mio abraccio destro. Ha lavorato come assistente alla regia e produttore e ha svolto entrambi i compiti con la stessa dose di devozione. Amava fare film. Amava stare sul set. Era il suo habitat. Era tifoso e portatore di palla, e a volte non riuscivo a capire se lui stesse seguendo la mia guida o io la sua”. Spielberg ha continuato: “Faceva sentire tutti i membri della troupe parte di una famiglia. Era un unificatore e quando le cose non andavano secondo i piani, il suo spirito e il suo humor da classe operaia britannica rendeva più semplici i problemi con le sue imprecazioni bisbigliate, le sue risate e i piani di riserva che sembrava avere sempre pronti. È stato un icona nel suo campo e un’ispirazione per chiunque volesse una carriera nell’ambito delle produzioni, con il pieno riconoscimento che questo ruolo è tanto creativo quanto organizzativo. Tornare a lavorare senza Adam non sarai mai la stessa cosa”.

Il ricordo di Scorsese

Anche Scorsese ha voluto ricordare l’amico: “Adam Somner è stato accreditato come un assistente alla regia e produttore per tre dei miei film, ma la sua presenza ha significato di più per me e i film di quanto qualunque credito possa mai indicare. Adam aveva un bagaglio di qualità molto speciali e particolari – le abilità organizzative e la disciplina di un generale sul campo di battaglia; un’abilità unica a lavorare con me o qualsiasi regista a contato tanto stretto quanto quello di due ballerini che eseguono un esercizio o due musicisti che fraseggiano tra di loro; una straordinaria maestria quando si trattava di organizzare e orchestrare il movimento nell’inquadratura. Adam Somner ha incarnato e reso pratico tutto questo. Non sarei mai stato capace di realizzare The Wolf of Wall Street o Killers of the Flower Moon senza di lui, ed eravamo nel bel mezzo della programmazione per un nuovo progetto. Se n’è andato troppo presto e mi mancherà da morire. Amava fare film, come aveva detto. È stato uno dei collaboratori migliori che potessi mai desiderare e so che i miei collegi registi direbbero lo stesso.

Il ricordo di Anderson

Paul Thomas Anderson ha scritto di lui: “Adam amava fare film più di chiunque altro nella storia del cinema. Per lui era cibo e bevanda. Faceva sentire al sicuro chiunque lavorasse con lui. Vedeva tutto da ogni angolatura allo stesso tempo e aveva un piano di riserva per il piano di riserva. Spostava montagne e camion e persone come se fossero una saliera sul tavolo. Era straordinario vederlo al lavoro. Sapeva come rendere un film migliore meglio di chiunque altro. Il suo intuito e talento era secondo solo al suo essere profondamente divertente e amorevole. Più di tutto e sopra ogni cosa, era generoso. Quelli di noi sufficientemente fortunati da aver lavorato con lui sanno che tornare al lavoro non sarà più la stessa cosa né altrettanto divertente. Lo classificherei nella categoria delle leggende nella quale stanno Kobe Bryant, Mick Jagger, Winston Churchill. E lo starei comunque sottovalutando”.