La pluripremiata attrice, già vincitrice di due Oscar, due Golden Globe e due BAFTA, si è aggiunta alla squadra del corto GOOD BOY diretto da Tom Stuart e prodotto dalla milanese Elettra Pizzi
La pluripremiata attrice Emma Thompson, già vincitrice di due Oscar, due Golden Globe e due BAFTA, si è aggiunta alla squadra di Executive Producers del surreale corto GOOD BOY diretto da Tom Stuart e prodotto dalla milanese Elettra Pizzi. Ispirato a un lutto subito del suo autore, GOOD BOY ci trascina in uno spensierato viaggio in compagnia di un uomo disperato (Ben Whishaw) mentre guida uno sgangherato furgoncino con a bordo sua madre (Marion Bailey), un piccione morto e una crescente frustrazione.
Le parole di Emma Thompson
“È difficile raccontare una storia di lutto che sia divertente e dolorosa allo stesso tempo, e questa storia sul lasciare andare una persona cara è quanto di più perfetto ci possa essere. Ben Whishaw regala una performance di grande intensità e dolcezza, resa ancor più forte dal senso di rabbia e confusione dovute a una perdita. Il film di Tom Stuart ha il cuore leggero e una verità accecante: sono quindici minuti emozionanti. È bellissimo, commovente e profondamente necessario in questo momento.”
approfondimento
Emma Thompson, le foto più belle
La prima volta di Tom Stuart
GOOD BOY segna il debutto alla regia di Tom Stuart, già co-sceneggiatore di Nessuno di speciale (Mainstream) di Gia Coppola presentato alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia. Il corto è una commedia drammatica con protagonista il tre volte vincitore di un BAFTA Ben Whishaw (Women Talking, Passages) e la due volte vincitrice di SAG Award Marion Bailey (The Crown). GOOD BOY è prodotto dall’italiana Elettra Pizzi, con Kay Loxley, Max Marlow e Tom Stuart per 130 Elektra Films, con gli Executive Producers Alex Gonzalez, l’acclamata regista Gia Coppola, il Ceo di Goldcrest Films Chris Quested, a cui si aggiunge la pluripremiata attrice Emma Thompson. GOOD BOY è montato dalla vincitrice di un BAFTA Selina MacArthur (This Is Going to Hurt) ed è stato orgogliosamente sostenuto dall’ente no profit Let’s Talk About Loss di Bristol.