Barbie, anche le Filippine minacciano di bandire il film

Cinema

Elena Pomè

©IPA/Fotogramma

Dopo la censura del Vietnam, un altro paese asiatico protesta contro la scena in cui una mappa mostra la "linea dei nove tratti", che rappresenta le rivendicazioni territoriali della Cina sul Mar Cinese Meridionale

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Nei territori asiatici le rosee aspettative sul film Barbie sono messe a dura prova. Dopo il bando subito in Vietnam a causa di una scena in cui compare una mappa che mostra la “linea dei nove tratti”, una rappresentazione delle controverse rivendicazioni territoriali della Cina sulle aree del Mar Cinese Meridionale, anche le Filippine hanno minacciato di vietare la pellicola diretta da Greta Gerwig e con protagonisti Margot Robbie e Ryan Gosling. Secondo i due paesi asiatici, che condividono il pensiero anche con Taiwan, Malesia e Brunei, la rappresentazione costituirebbe infatti una violazione della loro sovranità nazionale. Il senatore della Repubblica delle Filippine Francis Tolentino ha confermato la posizione in un’intervista alla Cnn: “Se la linea dei nove tratti è stata effettivamente raffigurata nel film Barbie, allora è doveroso che la Commissione per la revisione e la classificazione dei film e della televisione delle Filippine lo vieti, poiché denigra la sovranità filippina”. Un eventuale compromesso tra le autorità di regolamentazione filippine e la Warner Bros. potrebbe ipotizzare l’eliminazione della scena, ma questa decisione alternativa potrebbe rischiare di irritare le autorità di regolamentazione cinematografica cinesi che hanno già approvato l’uscita del film. In attesa della decisione sul destino di Barbie, il Movie and Television Review and Classification Board delle Filippine ha pubblicato un avviso in merito alla deliberazione in corso per stabilire un eventuale permesso di proiezione. Lo scorso anno, per lo stesso motivo, Vietnam e Filippine avevano vietato il film Uncharted con Tom Holland.

LA CONTESA TERRITORIALE

La Cina ha cercato di rivendicare il 90% del Mar Cinese Meridionale, un tratto ricco di trafficate rotte marittime, zone di pesca e risorse minerarie. Nel 2016 un tribunale internazionale de L’Aia aveva dichiarato la mancanza di basi legali della linea dei nove tratti, ma la Cina aveva rifiutato di riconoscere la decisione e aveva anzi imposto la costruzione di installazioni militari su isole della regione che in precedenza erano disabitate.

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