In sala dal 27 maggio il film di Nicolangelo Gelormini che era stato presentato alla Festa del Cinema di Roma. Ispirato a un fatto di cronaca, racconta di un dolore che non può essere raccontato a parole.
Fortuna si chiama in realtà Nancy e non è una "principessa" venuta da un altro pianeta. Come crede. E' una bambina che si è chiusa, da qualche tempo, in un silenzio che nasconde l'inenarrabile. Con i toni che sfiorano la fiaba nera o la fantascienza il regista Nicolangelo Gelormini prende spunto da un fatto di cronaca, per parlare di pedofilia, attraverso l'arte cinematografica. In sala dal 27 maggio con “Fortuna”.
“Solo attraverso il cinema si può raccontare il non “raccontabile”, dice il regista formatosi lavorando con Sorrentino, perché il cinema ti consente una cosa che nessun’altra forma espressiva ti consente, ossia il fuori campo. Facendo così ho potuto mettere la verità fuori, non farla vedere, ma raccontandola allo stesso tempo.”
Valeria Golino e Pina Turco sono madre e psicologa, a fasi alterne, in un film in cui i ruoli si ribaltano costantemente, lasciando evidente il disagio e l'indifferenza di troppi adulti.
“I nostri personaggi, racconta Pina Turco, sono stati concepiti anche in fase di scrittura quasi come fossero un’unica cosa, sia io che Valeria lo abbiamo entrambe vissuto proprio come un personaggio unico.
Ognuna di noi, prosegue l’attrice campana, aveva il compito di raccontare alcune caratteristiche dell’una e dell’altra parte.”
Dello stesso avviso Valeria Golino che conclude “Siamo praticamente speculari. Ognuna di noi porta dei sentimenti nei ruoli: io sono più accogliente, il mio personaggio lo è. Però sono anche inadeguata. Pina invece ha un ruolo più di rottura e di tensione. In ogni caso, conclude Golino, eravamo spaesate, io mi sono sentita sempre a disagio nel mio ruolo, ero sempre imbarazzata”.
Le fa eco il regista: “Era come se tutti insieme ondeggiassimo in questo limbo camminando su un pavimento di uova”.
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La trama del FILM
Nancy è una bambina timida che vive con i genitori in un palazzone incastonato come un meteorite in una periferia come tante, con tutte le sue contraddizioni e contrasti. Chiusa da qualche tempo in un silenzio inaspettato per chi le sta intorno, viene portata dalla madre da Gina, una psicologa che si rivelerà distratta e scostante. La bambina sembra non riconoscersi più nel nome con cui gli adulti la chiamano e sente di non appartenere a ciò che la circonda: come in una favola a cui a volte stenta a credere, pensa di essere una principessa in attesa di tornare sul suo pianeta nello spazio. Sono Anna e Nicola, i suoi amici del cuore con cui condivide lunghe giornate di giochi, a chiamarla Fortuna. Ed è solo con loro che condivide anche un segreto molto difficile da raccontare.