Il regista pugliese attraverso gli occhi del bambino protagonista racconta la scoperta della sofferenza, durante l'infanzia. Un corto che arriva al cuore e che sta facendo il girno del mondo
Giulio Mastromauro sogna l’Oscar ma la sua vera urgenza era quella di condividere, un’emozione, con il pubblico. Ha scelto il cortometraggio “Inverno” ( in inglese Timo’s winter) per raccontare un’esperienza intima e personale, affidandola agli occhi e ai silenzi del piccolo protagonista. Una famiglia di giostrai, la quotidianità del lavoro e la disperazione di una malattia incurabile. Entusiastiche le critiche oltreoceano e premi che di fatto rendono questo “piccolo” lavoro di circa quindici minuti, fortemente proiettato verso l’Academy e le statuette che verranno consegnate il prossimo 25 aprile. ”.
Impressionanti anche i numeri: oltre al David di Donatello, “Inverno” ha conquistato 70 selezioni Ufficiali e oltre 30 riconoscimenti nel mondo, risultando il cortometraggio italiano più premiato del 2020. Presentato in 80 Paesi, l’opera di questo giovane regista pugliese nasce da una passione e un profondo rispetto verso il cinema fatto attraverso un linguaggio a tratti più difficile di altri, come quello del cortometraggio. “Non avrei mai immaginato, dice Giulio Mastromauro, che il mio lavoro facesse il giro del mondo. Vorrei condividere questo successo con tutti coloro che hanno creduto in me e in particolare con la comunità dei giostrai e dei circensi a cui sono legato da affetto e riconoscenza e che sta attraversando un momento di grande difficoltà”.