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Dolor y gloria, il potere salvifico del cinema secondo Almodovar

Cinema

In attesa di vedere alla Mostra del CInema di Venezia il corto del cineasta spagnolo. Premium Cinema Due manda in onda, il primo settembre , la struggente pellicola con Antonio Banderas premiato a Cannes per la sua intepretazione. Nel cast anche Penelope Cruz

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Dolor y Gloria racconta una serie di ricongiungimenti di Salvador Mallo, un regista cinematografico oramai sul viale del tramonto. Alcuni sono fisici, altri ricordati: la sua infanzia negli anni ‘60 quando emigrò con i suoi genitori a Paterna, un comune situato nella provincia di Valencia, in cerca di fortuna; il primo desiderio; il suo primo amore da adulto nella Madrid degli anni ‘80; il dolore della rottura di questo amore quando era ancora vivo e palpitante; la scrittura come unica terapia per dimenticare l’indimenticabile; la precoce scoperta del cinema ed il senso del vuoto, l’incommensurabile vuoto causato dall’impossibilità di continuare a girare film. Dolor y Gloria parla della creazione artistica, della difficoltà di separarla dalla propria vita e dalle passioni che le danno significato e speranza. Nel recupero del suo passato, Salvador sente l’urgente necessità di narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua salvezza.

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Questa pellicola è una dichiarazione d’amore non solo al cinema, ma anche al grande schermo. Lo schermo è l’unica compagnia dell’attore e il grande schermo è l’unico luogo dove i film devono essere proiettati. Il cinema mi ha salvato. È quello che penso e quello che faccio dire a Salvador, il protagonista di Dolor Y Gloria

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