Le riprese in Trentino, anche se il Codino è originario della provincia di Vicenza: la delusione dei suoi corregionali
Il film TV di Netflix su Roberto Baggio fa litigare il Veneto e il Trentino Alto-Adige. Un passo indietro: nell'ottobre 2019 la piattaforma streaming ha annunciato la produzione di un biopic sulla vita del grande calciatore nato a Caldogno (Vicenza), tratto dal libro Divin Codino di Raffaele Nappi. Nello stesso momento ha anche reso noti i nomi della regista (la pugliese Letizia Lamartire, che sempre per Netflix aveva diretto alcuni episodi di Baby) e dell'attore principale, il 27enne pescarese Andrea Arcangeli. Il lockdown aveva allontanato a tempo indeterminato l'inizio dei lavori, ma in questi giorni sono spuntati diversi annunci a Trento e dintorni: la produzione è in cerca di comparse e giovani attori in vista delle riprese, che dovrebbero partire nelle prossime settimane: si cercano persone senza tatuaggi né piercing e con tagli di capelli non troppo alla moda, come i calciatori anni Novanta.
Codino conteso
Nel giorno in cui Roberto Baggio ha perso il padre Florindo (venuto a mancare proprio questa mattina, all'età di 89 anni), il Corriere della Sera ha dato spazio a una polemica regionale tra le commissioni cinematografiche di Veneto e Trentino. Si dice "deluso" Vladimiro Riva, esponente della Film Commission di Vicenza: "Non credo che Roberto abbia mai giocato una sola partita in Trentino, non penso ci sia neanche mai stato in ritiro: è sbagliato non girare il film in Veneto". Com'è facilmente immaginabile, la scelta della produzione è caduta sul Trentino per ragioni essenzialmente economiche: la Trentino Film Commission è particolarmente munifica anche grazie all'autonomia regionale che le consente di impiegare risorse che le altre regioni non possono garantire. Il presidente Giampaolo Pedrotti ha spiegato: "Chi gira film sa che è fondamentale la componente industriale. Quella cinematografica è un’impresa culturale ma sempre impresa. Noi apriamo dei bandi e offriamo servizi. Ci hanno chiamati pure da Bollywood. Ma per questo film noi abbiamo elargito un finanziamento di soli 200 mila euro. La verità è che offriamo validissime condizioni in termini di maestranze e capacità professionali. Ci sono i location-manager che trovano gli ambienti adatti. Se la regia ha scelto il nostro territorio significa che le condizioni ambientali sono soddisfacenti. Ci sarà un motivo se son venuti qui personaggi come Tornatore e Scamarcio? Siamo sul mercato". Quello su Baggio non è certo l'unico progetto sui grandi calciatori italiani del passato: nelle scorse settimane Sky ha annunciato il progetto di una serie tv su Francesco Totti, intitolata Speravo de morì prima.