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Cattive acque, la trama del film

Cinema

Cattive acque è il nuovo film di Todd Haynes, con protagonista Mark Ruffalo. Dal 20 febbraio sarà al cinema la vera storia di Robert Bilott

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Il 20 febbraio 2020 giunge in sala “Cattive acque”, film drammatico diretto da Todd Haynes. Una pellicola che si basa su una storia reale, quella di Robert Bilott. A far parte del cast sono grandi attori, dal protagonista Mark Ruffalo ad Anne Hathaway, da Tim Robbins a Bill Pullman.

La trama di Cattive acque

Il nuovo film diretto da Todd Haynes è basato sulla storia di Robert Bilott, un tenace avvocato, reso celebre dalla vicenda legata a Wilbur Tennant. Bilott era solito occuparsi della difesa di imprese a Cincinnati, in Ohio, ma di colpo Tennant, suo vecchio conoscente, si presenta da lui per chiedergli aiuto. L’uomo ha con sé una serie di videocassette e al loro interno contiene le prove che dimostrano come la morte delle sue 190 vacche non è stata affatto naturale. Chiede dunque a Robert di fare qualcosa, di prendere in carico il caso e aiutarlo a ottenere giustizia. L’avvocato però non ha tempo e non può prestargli attenzione.

In seguito però Bilott torna a casa, a Parkersburg, in West Virginia. Lo fa per poter visitare sua nonna e decide di incontrare Wilbur al di fuori del posto di lavoro. A questo punto l’allevatore gli mostra i nastri raccolti, spiegando come la morte degli animali sia dovuta a una misteriosa e inspiegabile malattia. L’allevatore è convinto che dietro tutto questo ci sia una compagnia, DuPont, una multinazionale con sede in città.

Robert prende a cuore la causa e decide di portare a galla la verità a ogni costo. Sarà dunque disposto a fronteggiare un lungo processo, che metterà la sua carriera a repentaglio, così come la sua famiglia e la sua stessa vita. Ha il via una lotta legale che dura quasi 20 anni. Bilott si batte per circa 70 mila cittadini, tutti a rischio avvelenamento a causa della contaminazione da parte di DuPont con acido perfluorooctanico.

Cosa sapere su Cattive acque

Una volta letto l’articolo relativo a Bilott sul New York Times, Mark Ruffalo decise di comprare i diritti della storia. Ha in seguito spiegato come non si potesse restare indifferenti dinanzi a una vicenda tanto potente, che doveva essere raccontata: “Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata non tanto la reazione dell’azienda chimica, quanto quella degli abitanti della zona. Questi infatti, pur morendo per avvelenamento, costretti a vedere i propri figli deformi, non facevano che patteggiare per la compagnia. Il tutto perché questa dava loro lavoro. Che mondo è quello in cui le persone devono decidere se morire di cancro o fronteggiare la fame dovuta alla disoccupazione?”.