Zac Efron parla in maniera onesta delle difficoltà affrontare nell’interpretazione di uno dei più spietati serial killer d’America
Ted Bundy – Fascino Criminale è un film biografico, che ripercorre la drammatica storia di uno dei serial killer più terrificanti d’America, Ted Bundy appunto, interpretato da Zac Efron. L’attore è per la prima volta alle prese con un ruolo del genere, che stravolge radicalmente l’immagine che il suo pubblico ha di lui.
Ted Bundy – Fascino Criminale: trama
Il drammatico film di Joe Berlinger segue tutti i passi di Ted Bundy, evidenziando al meglio la duplice natura di uno spietato assassino. Si tratta di un serial killer di cui si è scritto molto, negli anni Settanta (quando era in libertà) e in seguito, soprattutto per il grande impatto che aveva sull’opinione pubblica. Un uomo così bello, intrigante e ammaliante poteva davvero celare un mostro sanguinario? Il film decide di spiegare tutto ciò sfruttando un interessante punto di vista, quello della sua fidanzata Liz, interpretata da Lily Collins. Lui è particolarmente bello, ma soprattutto molto affettuoso, mentre lei, perdutamente innamorata, è una ragazza madre entusiasta d’aver trovato l’uomo della sua vita. Una coppia come tante altre, la cui vita viene sconvolta dall’improvviso arresto di Ted. L’uomo è accusato di una serie di cruenti omicidi. Il film ripercorre i vari processi e mostra il dramma di una donna posta dinanzi alla raffigurazione del mostro di cui era innamorata.
La confessione di Zac Efron
Il pubblico è abituato ad apprezzare Zac Efron in ruoli positivi, da High School Musical a Baywatch, passando per 17 Again. Vederlo dunque nei panni di Ted Bundy garantisce dunque un effetto straniante nel pubblico. Si tratta però dell’esatta reazione voluta dal regista, perché è quanto di più vicino a quell’incredulità generale diffusasi negli anni Settanta. Quel viso angelico era per molti garanzia d’innocenza, ma spesso i mostri si celano perfettamente in piena vista, lì dove nessuno penserebbe mai di andare a cercarli.
Un’interpretazione particolarmente sentita e complessa per Zac Efron, che ha spiegato come per la prima volta abbia interpretato un personaggio dal quale doversi separare del tutto una volta tornato a casa. Generalmente si tende a mettere un po’ di sé nei ruoli che si propongono al cinema o in televisione, rendendo il personaggio proprio, adattandolo e smussandone gli spigoli. Interpretare un mostro è però ben altra cosa e, volente o nolente, lasciare tutto sul set è impossibile. Calarsi nella psicologia deviata di un serial killer vuol dire comprenderne le ragioni, sentirne gli stimoli. In qualche modo certi pensieri ti ronzano in testa, e così ci si ritrova a ripensare a quanto realmente accaduto e a come sia possibile fare ciò che Ted Bundy ha fatto.
Zac Efron ha ammesso di non aver mai cercato ruoli del genere, non sentendosi affatto attratto dal fascino del male. A convincerlo è però stato il punto di vista proposto dal film, che passa attraverso Liz, ignara di tutto ciò che stava accadendo: «Abbiamo visto Ted Bundy attraverso i suoi occhi. Un modo per essere lì, in quella casa, giorno dopo giorno, senza sapere se fosse innocente o colpevole».