Lucca Comics presenta "La strada della vita". Leggi l'intervista
CinemaL’edizione numero 52 del Festival internazionale del fumetto, cinema d’animazione, illustrazione e gioco, torna, dal 31 ottobre al 4 novembre, con un programma ricchissimo che vede, tra l’altro, la presenza di Sky, dalle sue serie tv più amate, "Gomorra – La serie" per citarne solo una, ai racconti di Sky Tg24. Tra gli ospiti attesi, il disegnatore Marco Nizzoli e la scrittrice Giovanna Furio, autori del fumetto "La strada della vita" edito da Oblomov. Leggi l’intervista e scopri di più
Torna Lucca Comics & Games, da cinquantadue anni sinonimo di cultura, spettacolo, ospiti e intrattenimento, quello di qualità, con la “i” maiuscola. Gli appuntamenti dei cinque giorni di Festival, saranno oltre duemila, gli eventi ottocento. Tra questi, proiezioni, telecamere e un intero padiglione dedicato al mondo dei contenuti Sky, presente anche con due inviati speciali che forniranno una copertura quotidiana dell'evento, in onda su Sky Cinema e Sky Atlantic. Tra le sue mura medievali, Lucca ospiterà i grandi talenti della Nona Arte, tra questi, il disegnatore Marco Nizzoli autore, insieme alla scrittrice Giovanna Furio, del fumetto "La strada della vita" pubblicato in Italia da Oblomov e nato in Francia dall'editore francese Glènat con il titolo originale "La route de la vie". Il fumetto racconta l’assedio di Leningrado durante la seconda guerra mondiale come nessuno lo ha mai raccontato, avvenimenti storici si intrecciano al racconto fiabesco reso straordinario dal tratto e dai colori che ricreano l’aura di un tempo remoto, glaciale, abitato da creature soprannaturali del mondo invisibile e soprattutto sospeso. Ed è proprio questo “senso di sospensione” che Marco Nizzoli vuol trasmettere: “La scelta dei colori si è ispirata al freddo che attanagliava senza tregua Leningrado e dal quale la maggior parte delle persone non poteva fuggire, è stato l'elemento chiave che mi ha guidato nella scelta cromatica. Seguendo questo filo, mi è stato subito chiaro che l'atmosfera da ricreare era quella che hanno certe giornate invernali, quando la luce del sole è attenuata da una spessa coltre di nubi ma si riverbera ovunque a causa del bianco della neve. Un senso di sospensione, indipendente dall'evoluzione della narrazione”. E se "La strada della vita" ha fatto emozionare il suo stesso padre, “c'era una forte empatia con i personaggi, in particolare con la protagonista. Non mi commuovo facilmente leggendo una storia a fumetti, in questo caso, avendo letto più volte la sceneggiatura mi sono trovato ogni volta con le lacrime agli occhi”, non ci resta che prendere parte al viaggio e lasciarsi guidare. Nell’attesa, abbiamo incontrato la sceneggiatrice di questa storia, Giovanna Furio. Ecco cosa ci ha raccontato.
La strada della vita è un titolo fortemente evocativo: come nasce?
Durante la prima fase dell’assedio di Leningrado, iniziato l’8 settembre 1941, i russi, soldati e volontari, costruirono una strada ghiacciata che collegava la città con il lago Ladoga. Grazie a questa fu possibile uscire dall’isolamento a cui li costringevano i tedeschi, facendo giungere razionamenti di cibo sufficienti che permettessero ai cittadini di Leningrado di resistere alla fame. Questa strada fu anche l’unica via che permise l’evacuazione di migliaia di donne e bambini. Per questa ragione fu ribattezzata la strada della vita. Non poteva esistere titolo migliore: un richiamo al cammino intrapreso non solo dalla eroina protagonista della storia, ma anche dai personaggi che la circondano. Tutti, sia quelli appartenenti al mondo della realtà sia quelli della sua controparte fantastica, perseguono la medesima titanica tensione: la salvezza.
Qual è lo spirito di un fumetto storico e al contempo fantastico?
La strada della vita si sviluppa su due dimensioni differenti – una Leningrado assediata nel mondo reale e una Leningrado magica, a sua volta sotto scacco conseguente alla guerra in corso – per dare voce allo spirito che ha animato la nascita di questo progetto: pura ispirazione declinata in un terreno di gioco che non limitasse lo scenario nei confini di coerenza tipici di un fumetto o di un qualsiasi racconto storico.
Perché proprio l’assedio di Leningrado?
L’incontro fortuito a San Pietroburgo con Marco (Nizzoli ndr), è lì che mi ha parlato del sogno nel cassetto che accarezzava da molto tempo: creare una storia che si sviluppasse durante i giorni dell’Assedio di Leningrado che contenesse elementi del mondo fantastico.
Com’è stato lavorare con Marco Nizzoli: vedere i suoi pensieri tradotti in immagini di così rara bellezza, lei che è al suo debutto in veste di sceneggiatrice di fumetti?
E’ stata una grande avventura. Ho cucito un pezzettino alla volta questa veste con dedizione e tenacia, riponendo fiducia sulla competenza e la severità di Marco. Ogni critica è servita a me e alla storia. Il soggetto che scrissi dopo l’incontro con Marco era qualcosa di simile a un poema. Trasformarlo in sceneggiatura ha richiesto tempo. Vedere il mondo immaginato concretizzarsi in forme e atmosfere oniriche ha dato ulteriore impulso al tutto.
Chi è Olen’ka?
L’idea che l’eroina di questo racconto dovesse essere una bambina mi è stata chiara sin dall’inizio. I bambini di Leningrado sono stati i protagonisti di uno dei drammi più tragici della storia contemporanea. Le loro voci sono giunte fino a noi anche grazie alle commoventi testimonianze scritte sui loro diari. Olen’ka è espressione di tutti i bambini che loro malgrado vivono l’esperienza atroce della guerra.
Dal tratto poetico dell’acquerello si riesce quasi a percepire le note del violino della protagonista, che ruolo gioca la musica all’interno della storia?
La musica è la chiave di volta di tutta questa storia. In quanto passione è fonte di vita. Olen’ka intuisce questa verità. Per questo non esita ad affrontare il mondo esterno, divenuto così pericoloso, per andare a recuperare il suo violino alla sua scuola di musica.
La strada della vita è popolata da una varietà di personaggi che si muovono su dimensioni diverse: a chi si sente più legata?
Li ho amati tutti con la stessa passione. Non so se motivarlo facendo appello allo straordinario potere della creazione o se ciò sia dovuto al fatto che questo libro sia germinato per pura ispirazione, senza il pensiero di logiche di mercato. Sapevamo che un universo narrativo di questo genere, su più piani, rappresentava un azzardo ma a noi non è importato. Lo abbiamo annaffiato ogni giorno il tempo necessario perché acquisisse radici, tronco e fronde.
Un libro, un fumetto è sempre un viaggio personale, oltre che un invito al viaggio: com’è andato il vostro?
Per entrambi un’innegabile esperienza di crescita.
Progetti futuri?
Ci sono progetti in lavorazione, sì. Progetti diversi tra loro (in primis di genere).