"I segreti di David Lynch": la recensione

Cinema

Gabriele Acerbo

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Esiste da decenni una sterminata bibliografia sul regista di Missoula, la domanda è: "Un altro libro su Lynch era proprio necessario?", la risposta è sì, sopratutto perché stiamo parlando del libro di Matteo Marino, "I segreti di David Lynch". Continua a leggere e scopri la recensione a cura di Gabriele Acerbo. 

Un altro libro su David Lynch? Era proprio necessario quando esiste da decenni una sterminata bibliografia sul regista di Missoula? Da Lynch on Lynch di Chris Rodley (che ha avuto ben due traduzione in italiano, Lynch secondo Lynch e più recentemente Io vedo me stesso) al meraviglioso studio dei Cahiers du Cinèma firmato Michel Chion a Beautiful Dark di Greg Olson all’utilissima guida The complete Lynch a cura di David Hughes fino al prezioso Castoro di Riccardo Caccia. Per non parlare di quella memorabile raccolta di interviste che in Italia Minimum Fax ha pubblicato col titolo Perdersi è meraviglioso. O infine, fresco di stampa negli Usa, la fondamentale biografia scritta di chi conosce Lynch da oltre 30 anni, la giornalista Kristine McKenna, Room to dream.

Sì, un altro libro era necessario. Soprattutto se è I segreti di David Lynch di Matteo Marino (con le belle illustrazioni di Elisa2B, Becco Giallo, 352 pagine). Innanzitutto perché arriva al momento giusto, in una stagione in cui Lynch è tornato di gran moda dopo anni di silenzio artistico. Infatti della succitata bibliografia questo è il primo volume che sviscera con passione e competenza l'ultima fatica del Maestro, Twin Peaks - il ritorno, la terza, incredibile stagione della serie tv più rivoluzionaria della storia.

In prima persona

Quello di Marino, infaticabile animatore del sito Davidlynch.it e di due pagine Facebook dedicate a Twin Peaks, è un libro necessario perché è diverso da tutti gli altri. Lynch viene raccontato non solo dallo studioso (e Marino è uno studioso con i fiocchi) ma dall'appassionato spettatore che da ragazzino fu folgorato da Twin Peaks. Come non immedesimarsi in Marino quando racconta del suo comico salto all’indietro di due metri all’apparizione del vero volto dell’assassino di Laura Palmer? Un libro in prima persona lo si divora come un romanzo, e qui il fuoco della passione cammina con noi!

4 film di Lynch spiegati per bene

Se il libro ha tantissime qualità, la principale è usare un linguaggio accessibile ma al tempo stesso straordinariamente competente per spiegare (oddio sì, spiegare, dire che tutto ha un senso) l'opera di Lynch. Marino è intelligente: non ha scritto un libro-monstre che cataloga l'opera omnia del regista di Missoula, ma si concentra su 4 capolavori: Strade Perdute, Mulholland Drive, INLAND EMPIRE e le 18 ore di Twin Peaks – il ritorno, 4 capisaldi che hanno segnato una svolta decisa nella filmografia di Lynch. Il passaggio radicale a un cinema della mente, in cui lo spettatore vive il film dentro la mente altrui, sposando in modo totalizzante il punto di vista di un protagonista che a volte delira (Strade Perdute), un’altra volta sogna (Mulholland Drive), altre volte ancora pratica un esercizio di visualizzazione chiamato ‘scheRmo della mente’ (SE non sapete cosa sia lo scoprirete leggendo il libro). E ha il merito di dare un senso compiuto a un’opera sfuggente quale INLAND EMPIRE, il film più ostico di Lynch, sia per la sua durata inusuale (3 ore), sia per il formato usato (un digitale rozzo a bassa definizione) sia per l’insolita progettazione (frutto di improvvisazione, senza un vero copione scritto dall’inizio). Grazie al libro di Marino, anche chi come me non ha amato particolarmente INLAND EMPIRE, ha riacquistato il gusto di un’ulteriore visione, stavolta armato di una nuova prospettiva interpretativa.

Twin Peaks 3: happy end?

Ovviamente Marino analizza anche l’ultima fatica di Lynch. Solo un anno fa eravamo tutti davanti allo schermo di Sky Atlantic, immersi nel magnifico maelstrom in cui ci avevano scaraventato Lynch e Frost. Ora a mente parzialmente fredda ‘I segreti di David Lynch’ tenta di incastonare tutti i pezzetti del puzzle, soprattutto il finale della parte 18, così spiazzante per tutti gli aficionados. Nel corso del tempo sono fioccate molte interpretazioni, più o meno sensate. Marino ne sposa una, naturalmente molto coerente e logica, come tutte le spiegazioni che dà nel corso del volume. E non è un finale felice per i nostri eroi.

Meditazione e altro ancora
Infine: l'approccio che adotta Marino nell’indagine su Lynch è multi-sistemico e multitasking. Legge e interpreta le opere ma non dimentica i vari meta-testi che accompagnano ogni singolo film. Esemplare è il modo in cui scova un’informazione essenziale, e cioè la conoscenza che Lynch ha di un testo fondamentale sulla filosofia vedica. Lo ricava spulciando gli extra del blu-ray dell’ultimo Twin Peaks, da un colloquio tra il regista e un attore della serie, David Patrick Kelly,
Marino avanza interpretazioni e decripta Lynch basandosi non solo su un'analisi strutturale dei singoli film, ma usando anche altre chiavi: da questo punto di vista è un libro fortemente educativo, non riducibile a un semplice libro di cinema. E’ colto, perché vi farà scoprire un sacco di nozioni su argomenti fondamentali, come il buddismo tibetano, alcune teorie junghiane e freudiane, testi sacri in sanscrito, la meditazione trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi, il libro tibetano dei morti, la fisica quantistica e molto altro. Tutte chiavi per accedere ai segreti di David Lynch, aprire le porte della conoscenza e arricchire la vostra vita.

 

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