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Frank Matano: “Ridere per non sentirsi soli”

Cinema

Massimo Vallorani

© Vision Distribution

Frank Matano torna al cinema  con una commedia scritta insieme al regista Matteo Martinez, in sala dal 10 maggio con Vision Distribution. Interpreta Francesco è un comico che viene lasciato dalla sua ragazza e non se ne fa una ragione. Dopo numerosi e maldestri tentativi, miseramente falliti, escogita un piano: uccidere una parente della sua ex per poter essere finalmente riabbracciato.  Leggi l’intervista a Frank Matano

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"Ridere serve ad esorcizzare i momenti difficili e non ti fa sentire troppo  solo” Una frase che Frank Matano, protagonista del film  “Tonno spiaggiato” ( in sala dal 10 maggio con Vision Distribution), ci tiene a sottolineare perché si possono affrontare anche temi delicati, ma lo si può e deve fare mostrando che se ne può anche ridere. E  si ride tanto in questo film che ha tra i suoi tanti pregi quello di farlo con un delicatezza e una grazia che è davvero merce rara nel cinema italiano di oggi.Una pellicola originale a cui abbiamo chiesto lumi allo stesso Frank Matano che, cortesemente ha risposto alle nostre domande.

Posso chiederle perché il film da lei interpretato si chiama “Tonno Spiaggiato”?
Il titolo di questo film nasce dall’incrocio di idee tra me e Matteo Martinez, il regista di quest’opera nonché mio amico e vecchio sodale fin dai tempi dei primi lavori sul web. Volevamo una cosa diversa ma anche divertente. Avendo costantemente un contatto diretto col pubblico attraverso il web volevamo chiederci fino a dove potevamo spingerci e quanto fossimo legittimati a fare certe cose. Ma non c’è solo questo, naturalmente. Il tonno spiaggiato del film in fondo riflette anche le caratteristiche di Francesco, il personaggio che interpreto nel film, che è a tutti gli effetti, un pesce fuor d’acqua.

Che tipo di personaggio è questo Francesco?
È un cabarettista di scarso successo che diventa famoso prendendo in giro la sua fidanzata davanti al pubblico. Questo lo porterà alla fine della sua storia d'amore e lo costringerà a inventarsi uno strano escamotage per riconquistarla. Insomma ci troviamo di fronte ad un personaggio che agisce motivato da buoni sentimenti ma che finisce per intraprendere una strada perversa e pericolosa. Il tutto, naturalmente, è visto come spunto per far ridere

Ma cosa fa di così perverso il suo personaggio?
Tenta di riconquistare la sua ragazza e per farlo decide di ammazzare un membro della sua famiglia perché ha notato che la sua ex ragazza solo ai funerali si lascia andare. Io e il regista Martinez siamo partiti da quello che ci ha fatto tanto ridere nella nostra vita e abbiamo costruito una storia di amore ma anche di crescita. Una crescita personale che coinvolge di tutti i personaggi, anche la nonna di 90 anni. Ma l'obiettivo rimaneva sempre quello di costruire scene comiche al limite del surreale.

La stampa ha già definito come black comedy il suo film. Secondo lei è corretto?
Non mi piacciono molto le etichette. Diciamo che c’è anche sicuramente un po’ di humor nero ma io ci vedo molto di più. Nel film ci sono le cose che amo. Le prime esperienze fatte fin giovane fatte su Internet, la comicità surreale Usa già sperimentata insieme a Martinez con successo online, da Buster Keaton ai Simpson, i 'miti' di Jim Carrey e Ben Stiller. Tra i vhs che miei nonni mi mandavano dagli Usa da bambino, c'era anche Scemo e più scemo, l'avrò visto un miliardo di volte. Da questo cocktail di esperienze ne è scaturito un film che è assolutamente originale nel nostro panorama cinematografico, capace di scherzare anche su argomenti seri come la grassezza, l’omofobia, il razzismo e la religione. Rivedendolo, debbo dire, che ne sono particolarmente orgoglioso.

Il film è stato girato a Caricola in provincia di Caserta dove lei è vissuto per 15 anni prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Le è stato d'aiuto il fatto di aver girato in questa location?
Caricola è il paese della mia infanzia e dei miei ricordi. Lì c’è ancora la casa dei miei genitori e durante le riprese del film dormivo nel letto di quando ero bambino. Insomma, per rispondere alla sua domanda, le dico che Caricola era come sentirsi a casa, anche se il film non ha una sua precisa connotazione geografica. Poteva essere ambientato in qualsiasi parte del mondo o in un altro pianeta. Non era questo l’importante. La cosa fondamentale era che la location aiutasse a restituire il tono surreale della storia.

Nella trama del film c'è anche la volontà di uccidere un'anziana. Un argomento un po' delicato. Come vi siete accostati tu e il regista Martinez a questo argomento?
Detto in questo modo sembra che stiamo parlando di un film horror. In realtà il demenziale piano diabolico omicida di Francesco, cioè quello di uccidere la povera Zia Nanni, interpretata da una magistrale Lucia Guzzardi è solo strumentale ad aumentare il livello di comicità del film. Il connubio tra il mio personaggio e la Zia Nanni è davvero esplosivo. Merito di Lucia che dall’alto dei suoi 92 anni, rimane una grande attrice, anche comica.

Ha più timore della critica o del giudizio del pubblico al botteghino?
La critica mi preoccupa abbastanza anche se nello specifico il film è riuscito a convincere molti di loro. Per quanto riguardo il pubblico sono tranquillo perché sono convinto di aver interpretato un film onesto, divertente, a tratti delicato e gentile. Tutte cose che la gente che va al cinema apprezza e desidera vedere.

Cosa consiglieresti a chi aspira a diventare, come lo sei tu, una webstar?
A volte mi scrivono, chiedendomi come si fanno ad avere milioni di visualizzazioni. Ma se quella è l'ambizione primaria è meglio lasciar perdere. Servono innanzitutto grande passione e curiosità per gli altri.

Sai già cosa farai nel tuo prossimo futuro?
Il giurato ad Italian's Got Talent e un altro film con Martinez. Mi sembra più che sufficente. Non trova?